Un'avventura, la recensione: questo musical è soltanto una primavera?

La recensione di Un'avventura, il musical di Marco Danieli, con Michele Riondino e Laura Chiatti, basato sulle canzoni di Battisti e Mogol.

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Un'avventura: un momento tra Laura Chiatti e Michele Riondino

Prima ancora di addentrarci in questa recensione di Un'avventura, una breve ma dovuta riflessione: a distanza di solo due settimane, nelle sale italiane sono arrivati prima un action storico in lingua proto-latina (Il primo re) e poi un musical sulla falsariga di Across the Universe (e qualcosina anche di La La Land) con le canzoni di Battisti e Mogol. A prescindere dagli effettivi risultati ottenuti presso critica e pubblico, questo 2019 si è presentato già come un anno importantissimo per il cinema italiano, un anno in cui finalmente viene dato spazio ai giovani autori e produttori e in cui il "cinema di genere" sembra non fare più così paura come invece era stato negli ultimi decenni.

Quindi la prima cosa da dire quando si parla di questo Un'avventura è: bravi. Complimenti ai produttori innanzitutto e alla Lucky Red, al regista Marco Danieli e alla sceneggiatrice Isabella Aguilar, ai due interpreti Michele Riondino e Laura Chiatti. Perché solo mettendosi in gioco come hanno fatto loro si può davvero provare a svecchiare un cinema come quello nostrano degli ultimi 40 anni: in grado sì di tirare fuori tanti capolavori e tanti maestri, ma rischiando sempre molto poco. Forse davvero troppo poco. Più volte ci si è chiesti: "pensa a cosa potremmo fare in Italia se ci fossero produttori in grado di rischiare davvero?".

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Un'avventura: una scena con Laura Chiatti e Michele Riondino

Ora finalmente abbiamo delle risposte, per certi aspetti anche molto positive, ma ovviamente non possiamo nemmeno pretendere miracoli. Il musical in particolare, poi, è una "brutta bestia", perché è un genere cinematografico che non permette (e perdona) errori, e in cui servono coraggio e ambizione sì, ma soprattutto esperienza e tanto, tanto talento. Riuscire a realizzare un musical che sia veramente all'altezza di quelli d'oltreoceano, in cui i vari elementi - recitazione, scrittura, danza e canto - siano in perfetto equilibrio e funzionali l'uno all'altro, ha oggi per tutti, non solo qui in Italia, quasi del miracoloso. E, purtroppo, non è questo il caso del film di Marco Danieli.

Una trama dettata dalle canzoni di Battisti e Mogol

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Un'avventura: Laura Chiatti in una scena

La trama nei musical raramente è il punto di forza e anche Un'avventura non fa eccezione: la giovane e bella Francesca abbandona il paesino della Puglia in cui è nata per girare il mondo e seguire il proprio spirito libero; al suo ritorno a casa, cinque anni dopo, ritrova Matteo, il vicino di casa da sempre innamorato di lei, con cui decide di iniziare una nuova vita insieme, ma la convivenza non sarà sempre facile. Rispetto ad altri film musicali con musiche originali, in questo caso c'è l'ulteriore difficoltà di doversi basare per la storia su canzoni vecchie decenni, limitando di molto il lavoro di scrittura: proprio per questo va apprezzato il lavoro della sceneggiatrice che è comunque riuscita, al netto di qualche forzatura di troppo, a tirar fuori una storia vera e propria, da film romantico a tutti gli effetti, prendendo dieci tra le più famose canzoni di Battisti e Mogol.

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Un'avventura: Michele Riondino in una scena

Tutt'altro discorso però va fatto per la sceneggiatura in sé, perché i due protagonisti, e in particolare le loro dinamiche di coppia, sono poco approfonditi e spesso poco coerenti negli atteggiamenti e nelle motivazioni; a questo va aggiunto che alcuni dialoghi e situazioni sono davvero al limite del risibile (quello sul deodorante/vibratore ad esempio) e del credibile (la facilità e velocità con cui si passa dal matrimonio al primo, inevitabile tradimento). In un musical "normale", le canzoni (originali e quindi scritte ad hoc) servono appunto a colmare certe pecche e certi vuoti di sceneggiatura e ad approfondire la psicologia dei personaggi: in questo caso le canzoni sono preesistenti e quindi adattate alla storia di Francesca e Matteo, inutile specificare quindi che molto raramente, se non mai, aggiungo effettivamente qualcosa allo script.

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Un'avventura: una sequenza del film

Parlando di canzoni, si va da quella che dà il titolo al film a Io vivrò, passando per le immancabili Acqua azzurra, acqua chiara, Non è Francesca o Balla Linda: brani indimenticabili che hanno fatto la storia della musica leggera italiana, hanno segnato intere generazioni e che è impossibile non ritrovarsi a canticchiare sia durante la visione che nelle ore subito successive. La parte squisitamente canora quindi funziona, e di questo eravamo certi, rimane però un dubbio che avevamo già avuto ai tempi di Across the Universe, il film basato sulle canzoni dei Beatles: prese singolarmente queste canzoni immortali riescono non solo ad essere una gioia per le orecchie ma anche ad evocare sensazioni e storie ricchissime; inserite (forzatamente) in unico contesto, scegliendo quindi di imporre un unico significato e punto di vista, anche le più belle perdono un po' di magia. Era stato così per i capolavori di Lennon&McCartney, lo stesso vale anche per Battisti&Mogol.

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Balla cast, balla come puoi

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Un'avventura: una scena romantica con Laura Chiatti e Michele Riondino

In ogni caso, un film musical non vive di sole canzoni, ma ha bisogno di coreografie e di una regia all'altezza, e, soprattutto oggigiorno, anche di una recitazione di altissimo livello. Insomma, inutile girarci attorno, La La Land ha fatto scuola e il nuovo metro di paragone, per quanto scomodo, ormai è quello. Un confronto diretto tra Un'avventura e il film di Chazelle sarebbe ovviamente impietoso, e anche inutile, ma ci viene quantomeno in aiuto per capire cos'è che veramente manca al film di Marco Danieli: la coerenza stilista e tematica. Nessun numero da musical cinematografico degno di questo nome potrà mai prescindere da una messa in scena che lo valorizzi, lo renda vivo e integrato nel resto del film. Purtroppo né la regia di Danieli, nè il montaggio di Davide Vizzini, né tantomeno le coreografie di Luca Tommassini riescono a colmare il gap - sia tecnico che di budget che soprattutto di esperienza - che inevitabilmente c'è con le produzioni straniere.

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Un'avventura: Michele Riondino in un momento del film

Da parte loro sia Laura Chiatti che Michele Riondino fanno il possibile: cantano (in un paio di occasioni perfino in presa diretta e a cappella), ballano e recitano come due attori coraggiosi e generosi che evidentemente non hanno esperienza in campo musical. Vero, lo stesso si poteva dire di Emma Stone e Ryan Gosling in La La Land, ma lì alle spalle c'erano molte settimane in più di prove, una troupe ed un cast di supporto con un'esperienza infinitamente maggiore e soprattutto la visione d'insieme del talentuoso Chazelle che riusciva a rendere funzionali nel film anche i difetti più palesi.

Che non si muore per il cinema è una gran bella verità

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Un'avventura: un primo piano di Laura Chiatti

In Un'avventura è invece difficile, se non impossibile, fare a meno di notare le troppe cose che stonano: i ballerini scoordinati sullo sfondo, le coreografie spesso troppo simili e ripetitive dei due protagonisti, la musica diegetica e extradiegetica che continuano a mescolarsi senza alcuna coerenza; tutte cose che influiscono negativamente e inevitabilmente sul risultato finale. Al tempo stesso però ci viene anche da dire che è impossibile non voler bene ad un progetto del genere, e che, a pensarci bene, se fossimo costretti a rivedere uno solo tra questo film o una qualsiasi commedia italiana per famiglie degli ultimi anni, sceglieremmo sicuramente Un'avventura. Perché con i suoi difetti, i suoi errori e le sue canzoni vecchie quasi 50 anni ci restituisce comunque un cinema vitale, fatto di sentimenti, ambizioni e passione. Tu chiamale, se vuoi, emozioni.

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Movieplayer.it

2.5/5