Twilight of the Gods, la recensione della serie animata di Zack Snyder. Tra epica, sesso e violenza

Uno stile grafico interessante e di personalità, una mitologia affascinante e temi maturi, ma tempi un po' troppo dilatati per l'anime Netflix co-ideato e diretto da Zack Snyder. In streaming.

Una scena di Twilight of the Gods

Zack Snyder è ormai di casa in quel di Netflix, e dopo le due parti e la versione non censurata di Rebel Moon eccolo tornare in piattaforma in una veste diversa, cucendosi addosso un abito diverso: l'animazione. Infatti, è disponibile in piattaforma Twilight of the Gods, progetto interessante co-ideato dall'autore di 300 che si è riservato anche uno spazio alla regia, per il primo e l'ultimo episodio della stagione. Per dettare tempi e modi del racconto, per definire l'impianto stilistico della serie animata portato avanti anche dagli altri registi Jay Oliva, Andrew Tamandl con Tim Divar e Dave Hartman. Il risultato non è perfetto, ma presenta caratteristiche in grado di destare la curiosità del pubblico e far parlare di sé. Di non passare inosservata, che in tempi densi e bulimici come quelli che stiamo vivendo non è trascurabile.

L'epica della mitologia scandinava

Twilight Of The Gods Stagione 1 Leif
Twilight of the Gods: Leif durante una scena

I personaggi li conosciamo, la storia un po' meno: perché Twilight of the Gods affonda le sue radici nella mitologia scandinava ma ne propone una nuova e originale interpretazione, firmata da Zack Snyder insieme a Jay Oliva ed Eric Carrasco: l'intreccio che gli autori hanno immaginato parte dal personaggio del re mortale Leif e Sigrid, l'implacabile guerriera che lo salva sul campo di battaglia e di cui si innamora. Sono loro al centro del racconto, da quando sopravvivono a Thor nella notte del loro matrimonio e si trovano costretti a intraprendere una missione di vendetta insieme a un gruppo di crociati, dando vita a una storia eroica che parla d'amore e perdita, di vendetta a un viaggio attraverso terre fantastiche, sanguinose battaglie e scontro con dei e demoni, per arrivare oltre l'inferno.

Sigrid, Leif e un villain carismatico

Twilight Of The Gods Stagione 1 Thor
Thor in una scena della serie animata

L'approccio personale alla storia di Twilight of the Gods si riscontra anche nel lavoro sui personaggi, il loro design, le voci scelte per dar loro vita su schermo: se i protagonisti Sigrid, Leif e il villain Thor sono interpretati rispettivamente da Sylvia Hoeks, Stuart Martin e Pilou Asbæk, nel cast figurano anche nomi di spicco come John Noble (nel ruolo di Odino) e Peter Stormare (che invece interpreta Ulfr). Una ricerca che conferma la voglia di dare una personalità e originalità al mondo che ci viene presentato, seppur ispirato a una mitologia che abbiamo già visto messa in scena e raccontata in tante occasioni e forme diverse. Lo script si prende soprattutto il tempo per costruire mondo e personaggi, il contesto generale che fa da sfondo all'intreccio, al punto di prendere quasi il sopravvento su quest'ultimo: i tempi sono dilatati e la serie non ha fretta di snocciolare eventi, preparando il campo e tratteggiando le situazioni. Preparando ed evocando, con tempi che possono non trovare il favore di una fetta di pubblico più propensa a lasciarsi andare a storie più vivace e ricche di accadimenti.

Twilight of the Gods, tra spettacolari battaglie, gloria e disperazione

Questo non fa di Twilight of the Gods una serie di scarso valore, ma piuttosto di una produzione non riuscita in ogni sua parte, almeno nella capacità di coinvolgere sin da subito ogni tipo di spettatore Netflix. Attira il pubblico, però, grazie alla potenza delle immagini, che lo stile grafico scelto riesce a enfatizzare a dovere: la mitologia scandinava viene messa in scena con potenza e spettacolo, lasciandosi andare, quando necessario, a grandi battaglie e la gloria delle imprese più epiche, senza trascurare il dramma, la disperazione insita ai personaggi e le loro vicende. 


Twilight Of The Gods Stagione 1 Sigrid In Battaglia
Una efficace sequenza di combattimento

Il tutto condito da violenza e sesso, sale e pepe di una messa in scena che riesce a essere solida e tridimensionale anche laddove lo stile visivo predilige la bidimensionalità e una colorazione netta e fatta di contrasti, che denota personalità e riconoscibilità. Caratteristiche fondamentali per emergere nella massa di produzioni che ci arrivano ogni settimana nel mare infinito che è l'intrattenimento contemporaneo. Ben venga Snyder, così capace di farsi sempre notare, anche nelle sue imperfezioni.

Conclusioni

Più interessante e suggestiva che riuscita in tutto e per tutto, Twilight of the Gods non è una brutta serie, ma è una storia che si prende i suoi tempi per costruire il contesto in cui muoversi, sia dal punto di vista narrativo che visivo, con tempi dilatati su cui vanno a deflagrare le sequenze di maggior impatto. Lo stile grafico ha una sua personalità e permette di ottimizzare il budget a disposizione per creare qualcosa di originale e solido, capace di enfatizzare i momenti più spettacolari ed epici della storia. In definitiva una serie che può farsi notare e trovare riscontro positivo tra gli utenti della piattaforma.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • L’ambientazione e l’approccio a essa, che affonda le mani nello spettacolo così come nel dramma e la disperazione.
  • Lo stile grafico, capace di enfatizzare i momenti più epici e ottimizzare lo sforzo produttivo.
  • Un racconto che si prende i suoi tempi per costruire contento e ambiente...

Cosa non va

  • ... ma può finire per stancare gli spettatori che prediligono un racconto più vivace e ricco di eventi.