Tutta la musica del cuore: parlano le note e... il cast

Dopo oltre due anni dalla realizzazione, finalmente vede la luce la fiction Tutta la musica del cuore, ambientata in un conservatorio pugliese ed in onda domenica 3 febbraio su Rai Uno. Ce la racconta il produttore Luca Barbareschi assieme al cast.

Uno stop lungo oltre due anni, un cambio di nome e una realizzazione non proprio semplicissima: Tutta la musica del cuore, dalla genesi alla messa in onda, sembra davvero una fiction sui generis. Diretta da Ambrogio Lo Giudice e sceneggiata da Laura Ippoliti con le musiche di Paolo Vivaldi, è composta da sei puntate che debuttano domenica 3 febbraio su Rai Uno ed è prodotta da Rai Fiction (come racconta il direttore Eleonora Andreatta) e Casanova Multimedia di Luca Barbareschi.
Il cast è capitanato da Francesca Cavallin, nel ruolo dell'ispettore ministeriale Angela Braschi che indaga su un piccolo conservatorio della provincia pugliese, e Johannes Brandrup, uno dei professori locali, Mattia Stefani. La maggior parte degli interpreti è composta da giovani musicisti alla prima esperienza nel ramo della recitazione, tra cui spicca il talento di Giordano Franchetti, che ha accolto i giornalisti con un'esibizione dal vivo raccontando di essere stato inseguito per due mesi per il provino.

Com'è nata l'idea di portare la musica classica nella fiction? Eleonora Andreatta: Per la prima volta la musica classica arriva in prima serata su Rai Uno: questa fiction vuole raccontare il talento in un contesto, quello del Sud, lontano dai soliti stereotipi. La protagonista, una donna forte e decisa, si contrappone alle logiche della raccomandazione in un piccolo conservatorio. A lei si aggiunge la figura del mentore, un archetipo che dà forza e speranza. Lo consideriamo un progetto di qualità incorniciato nella ricchezza visiva della Puglia.

La storia s'ispira a vicende reali? Laura Ippoliti: Diciotto anni fa ho vinto un concorso al conservatorio di Foggia e ho scoperto storie che valeva la pena raccontare: la musica, infatti, non permette scorciatoie.

Qual è il suo tratto distintivo? Luca Barbareschi: Noi l'abbiamo soprannominata "Baremboim", il direttore d'orchestra che con la sua musica ha ridato fiducia ai giovani. E in effetti c'è voluto coraggio per raccontare una storia diversa, positiva ma non certo facile, sulla gente perbene che vive al Sud per dare la speranza e la forza di alzare la testa. È questo di cui ha bisogno il Paese.

Cosa ti piace della protagonista, Angela? Francesca Cavallin: La sua severità deriva da un trauma passato, diventa una corazza dietro cui si trincera quando abbandona la sua passione per la musica che poi ritorna a riaprire vecchie ferite e riportarla in vita. Riesce a salvare i ragazzini dalla microcriminalità, riscattandosi dalle proprie ferite. È stato un onore interpretarla, soprattutto perché non sapendo suonare alcuno strumento, ho considerato una sfida l'imparare a suonare il piano, o meglio a fingere di saperlo fare.

La tua Bianca, invece, è il suo esatto opposto... Lucrezia Lante Della Rovere: Bianca in effetti è un'anima nera: quando si sente ferita e abbandonata tira fuori il peggio di sé, un lato oscuro che mi sono divertita a interpretare.

Spetta ad un insegnante, poi, il ruolo da paladino della giustizia. Johannes Brandrup: Mattia è un uomo triste, ha dovuto abbandonare la carriera di musicista per occuparsi della figlia e combatte la corruzione nel conservatorio con molta passione.

Come agisce la musica nella storia? Paolo Vivaldi: Per un compositore questo progetto è come il luna park. I musicisti suonano davvero durante le scene anche se poi abbiamo usato ben 95 playback. È importante divulgare la musica anche con la fiction: ha la forza di smuovere sentimenti e buttare giù le barriere, è una sola, al di là delle classificazioni di genere, e riesce a curare le storie umane.

Qual è il messaggio più attuale della fiction? Luca Barbareschi: Quando studiavo al conservatorio di Milano ricordo le storie di raccomandazioni. Situazioni come queste hanno portato l'Italia a perdere la dignità del lavoro e del ruolo nella società che invece questa fiction aiuta a recuperare. Se invece fai il tuo lavoro con amore, anche se umile, aiuti a spezzare una spirale negativa.