Tredici vite, la recensione: Ron Howard ha fiducia nella collaborazione umana

La recensione di Tredici Vite, film tratto da una storia vera: il salvataggio di una squadra di ragazzi thailandesi rimasti intrappolati 18 giorni in una grotta. Grande cast, guidato da Viggo Mortensen.

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Tredici vite: un momento del film

Il 23 giugno 2018, 12 ragazzi tra i 12 e i 17 anni più il loro allenatore (e poi dicono che la numerologia sia superstizione!) sono rimasti intrappolati nella grotta di Tham Luang, in Thailandia, lasciando il mondo con il fiato sospeso. Andati lì dopo una partita di calcio, li hanno bloccati le piogge monsoniche, con il livello dell'acqua in costante aumento. Le operazioni di salvataggio hanno coinvolto via via sempre più persone, tra cui ministro del turismo, Navy SEAL, sommozzatori e, alla fine, perfino un anestesista. Dopo il film The Cave (2019) e il documentario The Rescue (2021), arriva il 5 agosto su Prime Video il film di Ron Howard: la recensione di Tredici vite è, come il suo film, un inno alla collaborazione umana.

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Tredici vite: una scena del film

È comprensibile che una storia come questa abbia colpito la fantasia di tanti artisti. Tredici vite, per di più giovanissime, intrappolate in fondo alla terra e nell'oscurità è un'immagine durissima, quasi infernale. È in questi momenti che gli esseri umani, nonostante le differenze e gli screzi quotidiani, mettono da parte ciò che li divide e collaborano, sfruttando ogni risorsa dell'ingegno umano. Un regista come Ron Howard non poteva farsi scappare una storia come questa: se scorriamo la sua filmografia notiamo come sia piena di fatti e persone realmente accaduti, spesso colti mentre si confrontano con l'imprevisto che sfida le loro capacità.

In Tredici vite Ron Howard si concentra soprattutto sugli sforzi dei soccorritori. In due ore e 20 di film mostra come la macchina della società sia estremamente complessa. Politica, fede, scienza si uniscono per tentare di fare qualcosa di estremamente umano. In un periodo come questo, in cui il mondo è provato da due anni e mezzo di pandemia e dalla guerra, una storia così non si limita a raccontare una storia vera, ma diventa un incoraggiamento.

Tredici vite: un cast eccellente

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Tredici vite: un'immagine del film

Con sapienza e mestiere Ron Howard ricostruisce in modo cristallino i fatti (in scrittura c'è William Nicholsonm, sceneggiatore di Il gladiatore), ma non cede alla retorica facile. Anche perché non c'è tempo: tutto il film è costruito con una tensione costante, che aumenta mano a mano che per i ragazzi si accumulano i giorni bloccati nella grotta.

Oltre a mostrare la burocrazia e la solidarietà delle persone, Tredici vite si interroga anche sulle decisioni del singolo: ognuno dei protagonisti si mette in discussione, si chiede cosa sia disposto a fare per riuscire nell'impresa. La cosa bella è che, unendo le competenze di tutti, alla fine si riesce a trovare una soluzione.

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Tredici vite: una sequenza del film

Oltre a un comparto tecnico di livello (fotografia e sonoro sono curatissimi), il film può contare su un cast eccellente, guidato da Viggo Mortensen, che interpreta il sommozzatore Rick Stanton. Ci sono poi Joel Edgerton nel ruolo di Harry Harris, medico anestesista, Colin Farrell in quello di John Volanthen, altro subacqueo, e Tom Bateman, ovvero Chris Jewell, esperto nell'esplorazione di caverne sott'acqua. Le loro facce sono perfette: per Ron Howard e il suo film perdono ogni lucore hollywoodiano, trasformandosi in persone normali, segnate dalla fatica e dalla preoccupazione. Non hanno tempo di pensare, devono agire. Gran parte della forza della pellicola è la loro chimica sul grande schermo.

Ron Howard l'umanista

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Tredici vite: Ron Howard sul set del film

Questa storia è stata raccontata più volte, due ore e 20 sono tante, ma lo spirito umanista con cui la affronta Ron Howard non lascia indifferenti. Non si tratta di buonismo, ma di celebrare la forza dello spirito umano. Ed è proprio su questo che si concentra il regista: i ragazzi rimangono infatti delle figure sullo sfondo. La tragedia stessa è sullo sfondo. Ciò che gli interessa è come si reagisce alla tragedia. L'effetto quindi più che catartico è stimolante: Howard crede, o vuole credere, che ognuno di noi, se messo alla prova, possa tirare fuori la parte migliore di sé. Questo è il lato più bello e luminoso del sogno americano e sì, almeno sullo schermo, fa bene al cuore. Soprattutto in questo momento storico.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Tredici vite, Ron Howard racconta la storia vera dell'incidente della grotta di Tham Luang, in Thailandia. 13 ragazzi sono rimasti bloccati sotto terra a causa di un'inondazione. Ci sono voluti 18 giorni per tirarli fuori. Il regista si concentra sulla squadra di salvataggio, celebrando lo spirito di collaborazione e l'ingegno umano. Il cast è di livello: Viggo Mortensen guida i più giovani Colin Farrell, Joel Edgerton e Tom Bateman.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Il cast: Viggo Mortensen e gli altri sono bravissimi.
  • La cura di fotografia e sonoro.
  • La costruzione della tensione.

Cosa non va

  • Due ore e 20 sono tante e potrebbero scoraggiare qualche spettatore.