Recensione Poliziotto senza paura (1977)

Poliziotto senza paura non si può forse definire un poliziottesco classico, ma è senza dubbio un ottimo lavoro e la vena ironica che scorre lungo la durata del film è una piacevole sorpresa.

Trasferta a Vienna per il poliziottesco

Poliziotto senza paura (1977) nasce in un momento molto prolifico per Stelvio Massi: tra il 1975 e il 1977 il regista gira numerosi film, dalla trilogia di Mark il poliziotto fino a Poliziotto sprint (1977), passando per Il conto è chiuso (1976) e La banda del trucido (1977). Maurizio Merli arriva invece da due classici del poliziottesco come Roma a mano armata e Napoli violenta (entrambi del '76) e Mannaja (1977) di Sergio Martino.

Il film si apre con una scena che sottolinea i metodi non proprio ortodossi di Merli, appostato con macchina fotografica in un parco mentre aspetta il momento giusto per sventare un tentativo di sequestro a suon di spari. Sul fotogramma del detective che sta per sparare l'ennesimo colpo un fermo immagine ci porta ai titoli di testa, e appare chiaro che si assisterà a un film costruito su misura per il personaggio classico dell'attore romano. Massi però si sofferma su alcuni elementi
diversi dal solito: in alcune scene i toni leggeri e divertenti del film fanno pensare a una sorta di ibrido tra il poliziottesco e la commedia, e Merli non interpreta un commissario, bensì un ex poliziotto che si guadagna da vivere come detective privato.

Walter Spada (detto Volpe per la sua furbizia) viene incaricato di riportare a casa Annalise (Annarita Grapputo), la figlia di un noto banchiere di Vienna che si è unita a un gruppo Hare Krishna di Roma. Spada porta la ragazza nel suo appartamento, ma viene ingannato e Annalise riesce a scappare, solo per essere rapita da una banda intenzionata a ricattare il ricco padre. Spada parte
quindi per Vienna, dove lo attende l'amico investigatore Karl Koper (Gastone Moschin), e inizia a indagare sul caso di una ragazza morta anni prima in un incidente stradale. La madre sostiene che in realtà la figlia è stata uccisa e Spada si convince che la morte della ragazza e il rapimento di
Annalise siano collegati. Scoprirà un giro di baby prostitute organizzato dalla perfida e sensuale Brigitte (Joan Collins) e che coinvolge anche il padre di Annalise.

Poliziotto senza paura non si può forse definire un poliziottesco classico, ma è senza dubbio un ottimo lavoro, la vena ironica che scorre lungo la durata del film è una piacevole sorpresa (lo stesso Merli è meno infallibile e più umano del solito), basti pensare all'inseguimento tra le colline romane con l'auto di Merli che corre e salta come in un cartone animato o in una scena di Hazzard, o alle conversazioni con Gastone Moschin riguardo le strumentazioni dei loro uffici. L'investigatore di Vienna è infatti a capo di un reparto investigativo all'avanguardia degno di un film di James Bond, congegni moderni, computer e diverse segretarie in attesa di ordini. L'ufficio di Merli a Roma,
invece, è un piccola stanza con un soppalco a fare da schedario (divertente il cartello appeso che recita "vietato sputare") e una porta a vetro che porta alla "pipì room". Da questo punto di vista la costruzione delle situazioni e dei personaggi è molto curata e perfettamente riuscita, a fare da contorno a parti d'azione altrettanto belle. La scena in cui Merli si rifugia nella cabina telefonica
della stazione di Vienna inseguito dalla banda che lo vuole eliminare è girata con intelligenza e qualità visiva (gli zoom sugli occhi di Spada mentre compone il numero sperando di non essere scoperto), e lo stesso pestaggio al luna park rimane nella memoria dello spettatore.

Merli è come sempre in parte, Gastone Moschin si conferma un attore straordinario nel dare vita a questo personaggio di contorno simpatico e smitizzante, mentre la fotografia di Riccardo Pallottini colora e si muove degnamente all'interno di location viennesi molto affascinanti.
Poliziotto senza paura ridisegna con la sua semplicità alcune regole del genere e si riempie di citazioni nella scena iniziale ambientata nell'appartamento di Spada, con i muri ricoperti di poster di film polizieschi (la maggior parte americani) come L'agente speciale Mackintosh (1973) di John Huston con Paul Newman e James Mason, su cui Massi zooma diverse volte durante il dialogo tra Merli e Annalise. Più tardi il detective suggerirà a Moschin di andare più spesso al cinema a vedere i film di James Bond, a sottolineare ancora riferimenti alle cinematografie di genere che arricchiscono un film che per funzionare a dovere deve forse avvalersi di diverse scelte tematiche e diversi stili narrativi.
In ogni caso il risultato è ottimo, e sarebbe bello poter vedere un film come questo al cinema oggi, un film di genere che si articola all'interno di schemi semplici ma estremamente divertenti.