Tom Hiddleston: i 5 migliori film di un talento inglese (+1 bonus)

In occasione dei suoi primi quarant'anni, festeggiamo Tom Hiddleston con i suoi 5 migliori film (+ 1 bonus): da Solo gli amanti sopravvivono a Crimson Peak, ricordiamo i migliori titoli della sua filmografia.

Crimson Peak:Tom Hiddleston sorridente al photocall
Crimson Peak:Tom Hiddleston sorridente al photocall

C'è un qualcosa di etereo, elegante negli occhi di Tom Hiddleston. Un mare blu cobalto, che attira lo sguardo dei propri spettatori, offrendosi a ognuno di loro in mille e più maschere. Il suo volto, dai tratti quasi aristocratici, di un tempo passato, si fa carta carbone di emozioni e storie diverse. Una mappa dell'anima in cui ritrovare corpi sconvolti, cuori puri, interiorità represse ed esistenze vissute sull'orlo del pericolo e dell'adrenalina. Che sia su un palco di un teatro piccolo, come il Donmar Warehouse di Londra, o il newyorkese Bernard B. Jacobs, o su uno schermo cine-televisivo, il talento di Tom Hiddleston investe il proprio pubblico come un'onda anomala. La sua voce profonda muta, capace di passare dall'accento inglese che gli è proprio, all'americano di Hank Williams in I Saw the Light; ma è soprattutto nei momenti di silenzio che la capacità interpretativa di Tom Hiddleston trova la via di uscita chiamando a sé l'attenzione e la voglia di sognare dei propri spettatori. Gli sguardi bassi che caratterizzano il personaggio di Jonathan Pine in The Night Manager, o i sorrisi sornioni pronti a tramutarsi in sguardi seri di un re al comando in The Hollow Crown, sono pagine di un libro ancora in fase di scrittura, in cui l'attore nato il 9 febbraio del 1980 a Westminster arricchisce anno dopo anno, passando dalla televisione, al teatro fino al cinema.

I Saw the Light: Tom Hiddleston nel ruolo di Hank Williams
I Saw the Light: Tom Hiddleston nel ruolo di Hank Williams

Ed è proprio grazie al cinema che il nome di Hiddleston - dopo una laurea in lettere classiche a Cambridge - finisce sulla bocca di tutti, grazie a quel personaggio, Loki, affidatogli da quello stesso Kenneth Branagh che prese l'attore sotto la sua ala durante le riprese di Wallander, sancendo per sempre i due come una stessa unità. Hiddleston è Loki, come Loki è Hiddleston; impossibile da scindere, l'attore sa dell'importanza che riveste nella memoria collettiva, e non ha paura di mantenere salda questa unione (lo dimostra la serie omonima in arrivo su Disney+ a maggio 2021 dedicata al dio dell'inganno) ma allo stesso tempo vive in lui la voglia di scappare da questa relazione, vivendo altre vite, dando corpo e anima ad altre esistenze, travestendosi e immergendosi in altre entità con la stessa facilità con cui lo stesso Loki mescola la propria identità con altre. Ne consegue un rapporto di fiducia, sancito dal sacro fuoco del talento attoriale, che registi come Steven Spielberg (War Horse), o Woody Allen (Midnight in Paris) hanno fatto proprio, arricchendo la loro opera di sguardi rivelatori e mimiche espressive mai caricate, ma sempre giocate sul concetto di realismo e partecipazione spettatoriale. Ed è proprio in occasione del suo quarantesimo compleanno che lo festeggiamo ricordando i 5 migliori film di Tom Hiddleston (+ un bonus).

1. SOLO GLI AMANTI SOPRAVVIVONO (2013)

Only Lovers Left Alive: un primo piano di Tom Hiddleston con parrucca e occhiali da sole
Only Lovers Left Alive: un primo piano di Tom Hiddleston con parrucca e occhiali da sole

Adam ed Eva; nomi di biblica memoria, di esseri primordiali, unione di salvezza e peccato, paradiso e inferno. Tra le mani di Jim Jarmusch, la storia d'amore che attraversa i secoli e le latitudini è un legame profondo e inscindibile tra due vampiri con cuori fermi, immobili, eppure più caldi e sinceri di quelli di umana natura. Gli amanti interpretati da Tilda Swinton e Tom Hiddleston sopravvivono perché eterni, uniti per sempre e per sempre, tra i confini di un mondo dove si amano ancora e ancora. Con un look in perfetto equilibrio tra un rocker romantico e dannato, Hiddleston fa del suo Adam un amante delicato, sensibile e sublime, dove in ogni gesto, o singolo sguardo, ristagnano istinti animaleschi e dolci tentazioni.

2. HIGH-RISE (2015)

High-Rise: Tom Hiddleston in una scena del film
High-Rise: Tom Hiddleston in una scena del film

Eccolo dinnanzi a noi: è un grattacielo alto, altissimo quello che si staglia sin dalle prime battute di High-Rise. L'elemento urbano si spoglia della sua sede abitativa, per vestirsi di simbolismo e metaforiche relazioni sociali. Guidati dallo sguardo prima ingenuo, e poi sempre più assuefatto alla violenza e al dolore inflitto e da infliggere, di Robert Laing, l'ascesa ai piani alti di questo Condominio diventa una caccia al tesoro alla brutalità umana. Un'ascesa sociale compiuta a passo d'ira, violenza, e colorata di sangue, sfumata di indicibili istinti umani e pulsioni primitive e portati qui in auge da personaggi in dondolio fra psicosi e logica. Hiddleston si fa perfetto portavoce di una discesa negli inferi contrapposta a un accesso privilegiato agli altipiani di un condominio urbano, passando da sguardi rilassati a occhi spiritati. E così il blu degli occhi diventa fuoco infernale, colto ed enfatizzato dalla macchina da presa di Ben Wheatley, regista che ha da sempre dimostrato di prediligere l'eccesso, nuotando con semplicità nelle mosse acque del grottesco.

High-Rise: la danza di Tom Hiddleston nel condominio della morte

3. THOR (2011)

Tom Hiddleston in una sequenza del film Thor, di Kenneth Branagh
Tom Hiddleston in una sequenza del film Thor, di Kenneth Branagh

Nel mondo di Kenneth Branagh a soffiare il proprio alito di vita alle sue continue creazioni è un approccio filologico che lo spinge a studiare, analizzare e ricreare fedelmente il mondo costruito con la forza dell'inchiostro sulle pagine di romanzi e miti avvicinati dal regista e attore. Chiamato a dirigere Thor, il quarto film del Marvel Cinematic Universe, quello che ne consegue nella fucina creativa di Kenneth Branagh è una commistione di opere ispiratrici, che passano dal celebre fumetto dedicato al Dio del tuono, fino ai testi della mitologia norrena. Tessere letterarie incastrate con attenzione, e saldate da un ulteriore spunto di ispirazione come quell'opera magna da cui tante volte Branagh ha preso in prestito personaggi, storie, e insegnamenti morali, firmata William Shakespeare. E così, tra il Riccardo III e l'Amleto, Branagh affida a Tom Hiddleston quello che diverrà il villain per eccellenza dell'universo Marvel, quel Loki impressosi nella memoria collettiva e che ha lanciato l'attore nell'olimpo delle star hollywoodiane. Una performance carica di pathos, ambiguità, che ha permesso di rendere umano, tangibile, cinematograficamente unico e riconoscibile, un personaggio impresso nella memoria mitologica prima, e fumettistica poi.

4. IL PROFONDO MARE AZZURRO

Rachel Weisz e Tom Hiddleston in una romantica scena di The Deep Blue Sea
Rachel Weisz e Tom Hiddleston in una romantica scena di The Deep Blue Sea

Tratto dall'omonima pièce teatrale del commediografo Terence Rattigan, e già portata sullo schermo da Anatole Litvak in Profondo come il mare (1955) con Vivien Leigh, Il profondo mare azzurro (in originale The Deep Blue Sea) è un melodramma con una grande aspirazione: risiedere al di fuori del tempo e dello spazio. Un'universalità sentimentale che parla al cuore e all'anima degli spettatori di ogni periodo e di ogni nazione, in un dialogo intessuto di malinconia, ricordi e rimpianti. Filtrati dalla macchina da presa di Terence Davies, i protagonisti interpretati da Tom Hiddleston e Rachel Weisz vivono sulla scia di momenti di trascinante passione, colori densi, movimenti e gesti guidati da un'emozione palpabile e tangibile. Al resto ci pensa anche la performance introspettiva e profonda di Hiddleston, che affida ai propri occhi, azzurri e profondi come il mare a cui dà il titolo il film, i sentimenti e gli uragani interni che sconvolgono il suo Freddie Page.

5. CRIMSON PEAK (2015)

Crimson Peak: Tom Hiddleston e Mia Wasikowska in una scena del film
Crimson Peak: Tom Hiddleston e Mia Wasikowska in una scena del film

Non sarà annoverabile tra i migliori film di Guillermo del Toro, eppure c'è un qualcosa che ancora fa discutere e animare gli appassionati di cinema circa Crimson Peak. Le scenografie, gli ambienti decadenti, e la resa estetica e visiva del mondo che attornia i personaggi di questa fiaba dai tratti inquietanti, romantici e sublimi, attirano il nostro sguardo tenendoci prigionieri, cercando di dissuadere la nostra attenzione da pecche di sceneggiatura e passaggi narrativi incompleti. Ma a fare da traino al nono lungometraggio diretto dal regista messicano (premio Oscar per La forma dell'acqua) sono soprattutto le performance degli attori protagonisti, tra cui spicca quella di Tom Hiddleston. Abbigliato di nero (in forte contrasto con gli abiti candidi e puri indossati da Mia Wasikowska) l'attore conferisce al proprio Thomas Sharpe quell'alone di mistero e fascino tale da fare di questo personaggio una figura enigmatica, ambigua, circondata da mistero per un passato oscuro. Padrone di una casa che vive e urla tra spifferi, cigolii e scricchiolii, e che Guillermo del Toro esplora in ogni suo inquietante dettaglio, Hiddleston comprende e consegna ai propri spettatori l'anima tribolata del suo protagonista, la cui dimora non è altro che strumento ipertrofico della sua interiorità rotta, distrutta, a pezzi.

Crimson Peak: alla scoperta del gothic romance con Guillermo Del Toro

BONUS: CORIOLANUS

Tom Hiddleston in una delle più impressionanti scene di Coriolanus
Tom Hiddleston in una delle più impressionanti scene di Coriolanus

Londra. Donmar Warehouse Theatre. 8 aprile 2014. Grazie al National Theatre Live il mondo di Coriolanus supera i confini dello spazio teatrale per approdare sullo schermo cinematografico. L'unicità e l'irripetibilità del momento si raddoppia, e così anche lo spettatore italiano ha la sensazione di condividere la stessa polvere che si alza da quelle assi del palcoscenico londinese, e percepire ogni sfumatura di dolore, lasciarsi trascinare da una modulazione vocale che permette a un Tom Hiddleston nei panni del condottiero romano Caio Marzio di passare da tonalità basse a urla disperate. L'attore abbraccia e fa suo il personaggio shakespeariano, lasciando a bocca aperta lo spettatore, tanto a teatro, quanto al cinema. "Like a dull actor now,I have forgot my part, and I am out, Even to a full disgrace" afferma Coriolano in un gioco meta-linguistico, ma Hiddleston la sua parte la conosce bene, investendo di magia e carica emotiva al limite della disperazione bagnata di sudore e terra, ogni singolo spettatore.