The Whispering Star: il desolante, minimale futuro di Sion Sono

Il nuovo lavoro del regista di Himizu guarda al futuro senza dimenticare il passato, con un bianco e nero affascinante e scenografie retrò che lo rendono originale e un ritmo dilatato e ipnotico che potrà scoraggiare qualcuno.

Ci sono autori che proprio con le mani in mano non riescono a stare, che sentono quella pulsione a mettersi al lavoro ogni volta che lo spunto giusto si presenta e per i quali lo spunto arriva immancabilmente e con frequenza fuori dal comune. Autori come Takashi Miike, che in passato abbiamo visto sfornare una serie irragionevole di film uno dopo l'altro e dal tono diverso l'uno dall'altro.

The Whispering Star: una bella immagine del film di fantascienza
The Whispering Star: una bella immagine del film di fantascienza

Un esempio che in patria sembra non essere passato inosservato. Infatti sono ben sei i film realizzati quest'anno da Sion Sono, un altro degli autori nipponici che hanno una visibilità internazionale, un regista che in passato abbiamo visto spaziare da un genere all'altro senza particolari difficoltà e che alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma porta uno di questi sei lavori, l'originale e minimale film di fantascienza The Whispering Star, che in qualche modo riprende temi già affrontati in passato con Himizu.

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Futuro passato

The Whispering Star: una suggestiva immagine del film di Sion Sono
The Whispering Star: una suggestiva immagine del film di Sion Sono

Siamo nel futuro, un futuro in cui l'uomo ha continuato a commettere errori, finendo così a rischio estinzione. Solo il 20% della popolazione è umana, mentre il restante 80% è fatta di robot dotati di una sviluppata intelligenza artificiale. Uno di essi è la macchina con ID 722 e dal nome di Yoko Suzuki, che viaggia da un sistema stellare all'altro per consegnare pacchi agli esseri umani, una sorta di corriere espresso intergalattico che vive tempi lunghissimi nella sua astronave. Naturale che il suo mezzo di trasporto sembri una casa, con una fontana che gocciola, un pavimento in tatami da pulire, una plafoniera in cui gli insetti vanno a morire confondendo il sistema di guida del computer di bordo, 6-7 MAH Em. Una casa dal sapore vintage, con un arredamento essenziale e dal gusto retrò che, accompagnato dal bianco e nero in cui The Whispering Star è quasi interamente girato, lo rende un film di fantascienza d'altri tempi. Eppure non sono soltanto la sua fotografia, peraltro magnifica e curata da Hideo Yamamoto, e le sue scenografie a rendere il nuovo lavoro di Sion Sono così immerso nel passato, lo è anche la struttura narrativa, la sua gestione dei tempi, il modo in cui il racconto procede quasi ipnotico.

Ipnotismo desolante

The Whispering Star: un'immagine dal backstage del film
The Whispering Star: un'immagine dal backstage del film

Lunedì. Martedì. Mercoledì... i giorni della settimana vengono ripetuti in modo ossessivo a scandire anche le operazioni quotidiane più banali della protagonista. Un rubinetto che gocciola finché non viene stretto; la pulizia del pavimento della nave spaziale; la placida sostituzione delle batterie del robot Yoko. Tutto scorre con una lentezza desolante e ipnotica che trasmette alla perfezione l'asfissiante monotonia della vita nello spazio che la protagonista (una asettica e magnetica Megumi Kagurazaka, la moglie del regista). Quello che emerge, anche nella futile banalità del contenuto dei pacchi consegnati in ogni angolo dell'universo (un cappello, una matita, abiti...), è anche l'opprimente vacuità del futuro che fa da sfondo alla storia, un futuro che non può non rappresentare più di un'accusa nei confronti della società contemporanea.

Lo sguardo al presente

The Whispering Star: una scena del film giapponese
The Whispering Star: una scena del film giapponese

La fantascienza guarda spesso al futuro per raccontare il presente. The Whispering Star non fa eccezione, non del tutto: prodotto dalla neonata casa di produzione di Sion Sono, il film è stato girato in località quali Tomioka, Minami Soma e Namie, tutte della regione di Fukushima, quella devastata dal terremoto e conseguente tsunami del 2011. Gli stessi abitanti della zona appaiono nel film, come destinatari delle consegne di Yoko per raccontare le proprie storie e suggerirci come ogni pianeta di questo desolante futuro del film sia un po' Fukushima, un po' distrutto dagli errori umani. Con la sua minimale messa in scena, il suo bianco e nero elegante ed anche quell'unica esplosione di colore che appare in una sequenza, Sion Sono ci sussurra un angolo di presente e un futuro che potrebbe essere; non è un'accusa urlata e veemente, ma un soave suggerimento per chiunque voglia ascoltare. Per questo Hiso Hiso Boshi (questo il titolo originale della pellicola) non è probabilmente un film che possa colpire chiunque o comunicare a tutti, ma è di certo un film che noi non dimenticheremo presto.

Movieplayer.it

4.0/5