E' un episodio anomalo, questo Benvenuti a Woodbury, il terzo della nuova stagione di The Walking Dead. Per la prima volta, infatti, gli sceneggiatori si allontanano dalla storyline principale della serie, e puntano interamente l'obiettivo su una trama parallela: questa, già introdotta nella season premiére di due settimane fa, ha come protagonista l'inedito team composto dalla dispersa Andrea e dalla guerriera Michonne; personaggio, quest'ultimo, che già tanta curiosità aveva destato alla fine della stagione precedente. Di Michonne, in effetti (personaggio che Robert Kirkman ha mutuato direttamente dal suo fumetto, interpretato dall'attrice afroamericana Danai Gurira) non sappiamo attualmente molto: ci è nota la sua letale abilità con la katana, il suo sguardo duro e fiero, il fatto che porta al guinzaglio due Erranti che ha mutilato delle braccia, e a cui ha asportato le mascelle per renderli inoffensivi. Sappiano, inoltre, che ha salvato la vita di Andrea ed ha trascorso con quest'ultima sette mesi, all'interno del suo riparo nella foresta, mimetizzandosi tra le creature. Se il ritorno di Michonne e il suo rapporto con Andrea suscitano una buona dose di curiosità, ancor maggiore interesse è generato da un altro ritorno, anch'esso annunciato: parliamo del Merle di Michael Rooker, che nella prima stagione era fuggito dal tetto su cui Rick e compagni l'avevano lasciato, facendo trovare, di sé, solo il macabro "ricordo" della mano che si era amputato per liberarsi. Il modo in cui i tre personaggi si sono trovati, generando una nuova storyline, ci fa pensare che dovremo presto abituarci all'"anomalia": la storia di Andrea e Michonne, e della comunità in cui vengono condotte da Merle, sembra dover assumere un peso importante nell'economia narrativa della serie.
Merle, in effetti, sembra cambiato ben poco: il suo volto da carogna è lo stesso che ricordiamo bene dai primi episodi (e che successivamente ha popolato gli incubi di suo fratello Daryl), mentre la sua mutilazione alla mano diventa occasione per far sfoggio di una micidiale protesi. L'uomo è ora parte integrante della comunità in cui Andrea e Michonne vengono portate dopo aver assistito a un incidente aereo: la cittadina di Woodbury, apparente oasi al riparo degli Erranti, protetta 24 ore su 24 e retta da un ambiguo personaggio che si fa semplicemente chiamare il Governatore (col volto di un efficace David Morrissey). L'apparente cortesia con cui quest'ultimo accoglie le due donne, contraltare dei modi rozzi e aggressivi di Merle, insospettisce da subito Andrea e soprattutto Michonne; così come la perfetta organizzazione della vita della cittadina, il prolungato successo nella sua difesa dalle creature, l'apparente assenza di conflitti tra gli uomini. L'enigmatico Governatore sembra da subito nascondere qualcosa (ma solo nei minuti finali veniamo a scoprire precisamente cosa): tuttavia, la sua abilità politica è riuscita a ricostruire una comunità, una struttura sociale organizzata in cui ognuno ha il suo posto, gli uomini lavorano e i bambini vanno a scuola. "E' tempo di andar fuori e riprenderci quel che è nostro", dice in modo chiaro l'uomo. "Noi risorgeremo". Quello del tentativo di ricostruzione di un embrione di società, in un mondo andato in rovina, è un tema che la serie introduce così nella sua trama, rifacendosi in parte ad alcuni modelli cinematografici recenti: si ricordi, ad esempio, il romeriano La terra dei morti viventi e la società ricostruita (su una rigida base classista) dallo spietato dittatore interpretato da Dennis Hopper. La differenza con la Woodbury mostrata qui, come veniamo a scoprire presto, è più di facciata che di sostanza. In questo nuovo episodio di passaggio, praticamente privo di azione (se si esclude l'inizio, e la sequenza-shock del massacro nell'accampamento militare, che svela definitivamente il vero volto del Governatore) ma ricco di una tensione quasi sotterranea, sono molti gli interrogativi che si accumulano: che scopi ha, realmente, il reggente della cittadina? Quali sono i reali metodi con cui riesce a tenere la comunità ordinata, e ad evitare rivolte e scontri, nonostante l'evidente attitudine alla violenza dei suoi uomini? Cosa succederà quando Andrea e Michonne si renderanno conto di essere (con ogni probabilità) prigioniere e non ospiti? L'episodio sceglie di aprire nuovi spunti, lasciando deliberatamente da parte l'approfondimento del personaggio della guerriera di colore, che passa in primo piano nella narrazione senza, tuttavia, rivelare praticamente nulla di sé (come riconosce, in una scena, la stessa Andrea: "Sette mesi insieme, tutto quello che abbiamo passato, e ho ancora l'impressione di non conoscerti per niente"). La sequenza finale, con la sua inquietante (pur se in qualche modo prevedibile) rivelazione, dice molto sul carattere disturbato della personalità del Governatore, ma lo rivela anche come personaggio complesso, con una storia (come testimonia il suo sguardo a una vecchia foto) e motivazioni probabilmente fin troppo umane.Con ogni probabilità, lo ripetiamo, in questa nuova stagione dovremo abituarci ad episodi come questo: i vecchi fans (e chi ama azione e sangue sopra ogni altra cosa) potranno forse storcere il naso, ma a nostro avviso la complessità narrativa della serie non potrà che guadagnare da queste novità. La riuscita di un serial televisivo, in fondo, si misura anche dalla sua capacità di inserire elementi nuovi in una struttura collaudata: per valutare poi, fino in fondo, la bontà di tali elementi, dovremo verosimilmente attendere i prossimi episodi.
Movieplayer.it
3.0/5