Robert Kirkman a Lucca Comics: "Siete pronti a seguire The Walking Dead per altri cento anni?"

Il fumettista teme i finali più dei cali di ascolti e ci promette che i suoi walkers continueranno a camminare ancora a lungo.

Lucca 2017: Robert Kirkman durante l'incontro con la stampa
Lucca 2017: Robert Kirkman durante l'incontro con la stampa

Da questa edizione di Lucca Comics & Games abbiamo capito una cosa. Robert Kirkman si diverte troppo a far sbranare i personaggi di The Walking Dead dagli walkers per smettere. Dopo aver calcolato con un sondaggio per alzata di mano quanti tra gli spettatori della manifestazione leggono, guardano o giocano a The Walking Dead, l'autore americano chiede al pubblico se è pronto a impegnarsi a seguire la storia per "almeno 100 anni". Rubicondo, barbuto, aria rilassata, il celebre autore di fumetti ospite dell'Area Movie lucchese è in realtà una macchina da guerra (e da soldi) che divide il suo tempo tra fumetti, serie tv e videogame tanto che viene spontaneo chiedersi se quello che ci troviamo davanti a Lucca non sia un clone mentre l'originale è a casa a lavorare. Ma Kirkman ci corregge: "Se avessi un doppio, lui starebbe a casa a lavorare mentre io parteciperei a tutte le convention e sarei qui a divertirmi".

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The Walking Dead: un primo piano di Andrew Lincoln nell'episodio The Damned
The Walking Dead: un primo piano di Andrew Lincoln nell'episodio The Damned

Il divertimento è proprio il segreto della produttività di Robert Kirkman, che confessa: "Amo il mio lavoro. Mi diverte fare ciò che faccio, quindi non è doloroso lavorare. E poi sono veloce. Mi alzo molto presto la mattina, lavoro a tante cose, salto da un progetto all'altro. Lavoro un po' a The Walking Dead, poi passo ad Outcast. Faccio tante conference call con gli autori delle serie tv, ma non ascolto ciò che dicono e prendo appunti su altre cose a cui sto lavorando. Chi se ne importa di cosa sta facendo il reparto costumi. In realtà sta facendo un lavoro meraviglioso. Ritiro tutto".

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Invincible: la fine è un nuovo inizio

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Nel mondo dei fumetti Robert Kirkman è uno tra gli autori più osannati, ma il grande pubblico lo ha conosciuto per la serie tv dei record, la cui ottava stagione è attualmente in onda su Fox. Come è nata l'idea di tornare a dedicarsi ai tanto inflazionati zombie? "Sono un grande fan di Romero" confessa Kirkman "ma i suoi finali non mi soddisfano. I film hanno un limite temporale, mentre io volevo inventare una storia sugli zombie che non avesse fine". Ripensando al momento in cui ha potuto vedere il primo episodio dello show, il fumettista si emoziona: "Ricordo che ho esclamato 'Questo è bello'. E' difficile descrivere cosa ho provato, sono stato coinvolto nel casting, nel location scouting, ho visto un sacco di persone lavorare duramente per creare lo show. Mentre sono qui con voi i miei collaboratori sono ad Atlanta a girare la fine dell'ottava stagione".

Lucca 2017: uno scatto di Robert Kirkman all'incontro con la stampa
Lucca 2017: uno scatto di Robert Kirkman all'incontro con la stampa

Come abbiamo intuito, la fine è qualcosa che Robert Kirkman non ama. Di recente il fumettista ha portato a termine la sua serie Invincible, che presto avrà un adattamento cinematografico. "Tecnicamente il volume 144 uscirà a gennaio, lo sto ancora ultimando. Non avevo previsto di farlo così lungo, ma potrebbe diventare più lungo. E' già diventato un numero doppio. Forse ho problemi a lasciarlo andare. So che mi mancherà, è sempre triste quando una serie arriva alla fine, ma non può durare per sempre. Amo davvero questo fumetto, lo scrivo da 15 anni e a pensarci mi sento vecchio. Ma sono felice perché so che la storia finirà come volevo". Quando si torna a parlare di The Walking Dead, però, la musica è diversa. "Conosco già il finale, ma manca ancora molto tempo. Mi riservo la possibilità di cambiare idea in qualsiasi momento. Quando ho iniziato la storia, avevo un finale in testa, ma quando l'ho raggiunto ho deciso di andare avanti. Adesso ho un nuovo finale che potrebbe arrivare tra 5, 10 o 15 anni. E magari quando ci arriverò deciderò di andare ancora avanti. L'importante è che sopravviva la spinta narrativa".

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Innamorato dei fumetti

The Walking Dead: una tavola del fumetto di Robert Kirkman
The Walking Dead: una tavola del fumetto di Robert Kirkman

Quando la discussione si sposta su aspetti tecnici, Robert Kirkman si infervora definendo il fumetto il suo primo amore. "Non posso immaginare di smettere di scrivere fumetti. Questo è il motivo per cui da due anni non scrivo episodi di The Walking Dead, anche se tornerò a farlo in futuro". Parlando delle differenze tra media, aggiunge: "La tv ha movimento e suono. Nei fumetti ho la massima libertà, posso inserite tutto ciò che in tv non potrei fare. Azioni e dialoghi prendono più spazio nel fumetto, perciò bisogna essere più brevi, puntare al bersaglio, il che rende i fumetti più brutali". Kirkman ammette, inoltre, di sentirsi molto a più suo agio nel formato rispetto a scritti più lunghi. "Sono abituato a ragionare in termini di durata di uscite. Il formato scrive per me. Mi ritrovo a ideare eventi scioccanti che devono ricadere in determinati punti narrativi. So che alla fine di un volumetto ci deve essere un gancio al prossimo albo e queste regole fanno questo lavoro per me. La mia scrittura è come una matrioska e avere a disposizione più spazio per me è un handicap. Da cinque anni sto lavorando a una graphic novel con Charlie Adler, ma non riesco ad andare avanti. E' una storia di fantascienza intitolata Passengers, ma forse cambieremo il titolo per colpa del film. Sono 64 pagine, Charlie ne ha già illustrate 40, ma ora è arrabbiato con me perché sono bloccato. Devo solo trovare il modo di finire la storia".

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Kirkman e l'Italia

Oblivion Song: il nuovo fumetto di Robert Kirkman
Oblivion Song: il nuovo fumetto di Robert Kirkman

A Lucca Robert Kirkman sembra trovarsi particolarmente a suo agio. D'altronde un po' d'Italia ormai è nel suo lavoro grazie alla collaborazione col disegnatore Lorenzo De Felici per il suo nuovo fumetto, Oblivion Song. "Il coautore di Invincible sta tutto il giorno sul web a seguire il lavoro degli autori e mi cerca nuovi collaboratori perché non vuole più lavorare con me. E' stato lui a trovare Lorenzo. Ho fatto il suo stalker su internet per un paio d'anni e poi ho deciso di contattarlo. Lorenzo non aveva mai lavorato a un fumetto americano, volevo che si abituasse a quel tritacarne che è la nostra industria. Mi ha sorpreso la sua velocità. Con lui e Annalisa Leoni, che si occupa delle coloriture, stiamo lavorando al numero 9. Quando a marzo uscirà il primo albo noi ne avremo fatti 12. Questo è un approccio inusuale, ma io lavoro nei fumetti da tanto tempo e non mi voglio ritrovare in ritardo. Voglio rendere la storia bellissima. Il fumetto è ambientato in una dimensione che si chiama Oblivion, con flora, fauna e leggi proprie. La sfida era rendere questo mondo bello, interessante. Ho fornito a Lorenzo idee di massima e lui ha contribuito con la sua creatività".

L'ultima curiosità dell pubblico, prima dei saluti, riguarda ancora The Walking Dead. Nella serie manca uno dei momenti clou del fumetto, quello in cui Rick perde la mano destra tagliata via dal Governatore. La ragione? "Tenere la mano di Andrew Lincoln in un gesso per nove anni gli avrebbe provocato lesioni nervose irreparabili, e lui non ci ha dato permesso di staccargliela".