Da tempo The Walking Dead ci ha abituato a chiudere le metà di stagione con momenti di grande tensione, così da lasciare lo spettatore con un cliffhanger per tutta la pausa invernale. Se quest'anno così non è stato, se si è scelto di chiudere invece questo I cuori battono ancora (Hearts Still Beating) in modo quasi opposto è perché probabilmente gli autori stessi hanno capito che di questa tecnica avevano fin troppo abusato negli ultimi tempi e soprattutto che - dopo questa prima metà di stagione 7 così discussa, criticata e così poco Rick-centrica - c'era bisogno di lasciare un po' di speranza per il futuro. Non tanto a Rick e i suoi compagni, ma proprio agli spettatori.
Perché un The Walking Dead pessimista come quello degli ultimi episodi non lo avevamo mai visto, e, in fondo, anche così bistrattato e poco apprezzato sia dalla critica che dal pubblico. Che le due cose vadano di pari passo non è difficile capirlo: l'arrivo di Negan ha portato morte e disperazione, ma in fondo i fan di TWD a questo sono abituati; quello a cui non erano abituati era l'avere un antagonista talmente forte, carismatico e ingombrante da annullare completamente il protagonista indiscusso della saga, Rick Grimes, e renderlo l'ombra di quel leader e trascinatore che è stato per le sei stagioni precedenti.
A questo va unito la perdita di due personaggi storici e molto amati dello show, Glenn e Abraham, l'inserimento di nuove figure e nuovi ambientazioni, e anche qualche scelta poco assennata da parte dello staff di sceneggiatori. Quello che viene fuori è insomma una prima metà di stagione fortemente sbilanciata, che non ha portato alcun vero beneficio alla serie ma anzi ha rischiato di allontanare moltissimi spettatori. Questo episodio si porta necessariamente appresso molti dei difetti dei precedenti, ma chiude, come dicevamo, con una speranza, con un necessario ricongiungimento e con i veri protagonisti dello show che sembrano essere finalmente pronti a riprendere il ruolo che gli spetta. Riuscirà anche la serie a fare lo stesso?
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Negan, nuovo padrone di Alexandria
Prima di analizzare il finale di episodio e lanciarci in ipotesi per il futuro, torniamo ad Alexandria dove avevamo lasciato un Negan finalmente sbarbato proprio come nel fumetto sempre più sicuro di sé e sempre più a suo agio: in attesa del ritorno di Rick, il leader dei Salvatori si fa la barba, cucina, fa un lauto pasto e si rilassa bevendo alcolici e giocando a biliardo con Spencer che, dal suo canto, spera di poter essere degno di figlio di sua madre e diventare il braccio destro di Negan ad Alexandria. Lo fa suggerendo, nemmeno troppo velatamente, di far fuori Rick e mettere lui, molto più collaborativo e meno interessato a vendette, a gestire questa pacifica "alleanza".
Nel frattempo Rick è con Aaron a rischiare la vita proprio per cercare beni da offrire ai Salvatori: la variante degli zombie natanti è abbastanza originale e ben più efficace della controparte oceanica di Fear the Walking Dead, e per un attimo davvero sembra che quantomeno il buon Aaron possa lasciarci le penne. Non è così, ma anzi è proprio lui a dare una prima scossa a Rick con il discorso citato nel titolo: i cuori delle persone che amano battono ancora ed è solo per questo che vale la pena subire tutto questo, rinunciare alla libertà. Perché in un mondo di sopravvissuti l'unica cosa che conta è proprio quello, che i cuori continuino a battere.
Ma arrivati ad Alexandria trovano ad aspettarli proprio i Salvatori che dimostrano ancora una volta, con la loro ingiustificata violenza ed arroganza, che non solo quei cuori e quelle vite possono spezzarle ad ogni occasione e a proprio piacimento, ma anche che non tutti ad Alexandria sono poi così disposti ad accettare con facilità questa situazione. Non tutti sono disposti a dimenticare, a perdonare, a sottomettersi. Rick scopre che suo figlio ha rischiato la vita pur di uccidere Negan e che lo stesso ha appena fatto anche Rosita, causando così la morte di altri innocenti come la povera Olivia. Rick è un padre ed un leader, sente il peso della responsabilità e questo lo porta a tenere a bada la propria rabbia, la propria sete di vendetta e il desiderio di giustizia. Ma Rosita, come ricorda a Padre Gabriel, non ha nulla per cui combattere ormai se non l'idea di vedere Negan morto.
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Carol e Morgan: ri-riproviamoci!
In tutto questo si inserisce, in modo forzato e ben poco riuscito, una debolissima storyline ambientata nel Regno il cui solo scopo è creare un ponte con quello che, inevitabilmente, accadrà in un prossimo futuro, ovvero un'alleanza con Alexandria contro Negan e i Salvatori. Il problema di questa parte dell'episodio, oltre al fatto che non aggiunge nulla che non fosse già ovvio, è che stona con quanto succede nel resto e sfrutta uno dei personaggi nuovi - Richard, una delle guardie di Ezekiel - per tentare inutilmente di creare empatia non solo negli spettatori ma anche in due personaggi come Carol e Morgan, momentaneamente, avulsi da tutto il resto. Prevedibilmente Richard fallisce, così come tutto questo inserto francamente evitabile che non giustifica, ancora una volta, la durata potenziata dell'episodio. Carol e Morgan sono stati e sono due personaggi importanti dello show, ma non è questo il modo per riabilitarli. Anzi.
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Tutte le strade portano a... Hilltop
Ma d'altronde quasi tutto ciò che non riguarda Rick o Negan continua a non funzionare al meglio: la fuga di Daryl, per quanto necessaria, è gestita in maniera frettolosa e poco credibile, senza alcun tipo di tensione, e il segmento con Michonne è poco chiaro e privo di mordente o reale interesse. Un po' meglio va a Maggie se non altro perché viene fuori l'importanza che il personaggio potrebbe assumere con il proseguire dello show, e anche il sincero sentimento che tutti gli altri personaggi (Gregory escluso, ma a qualcuno interessa?) provano per lei, per la sua situazione e per il figlio che porta in grembo.
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È chiaro quindi perché alla fine dell'episodio, tutti - chi più forzatamente, chi meno - si ritrovino proprio da Maggie a Hilltop e perché proprio da lì, tutti insieme, decidano di ripartire. E decidano finalmente di combattere. Ed è significativo notare come siano state proprio le donne - Maggie, Rosita, Michonne e in un certo senso anche Sasha e Tara - ad essere le più decise, le più convinte e anche le più coraggiose. Di come siano state loro a "svegliare" Rick e a far capire cosa va fatto: nel dialogo della prigione (per chi ha letto il fumetto questo è forse un elemento di foreshadowing?) Michonne dice a Rick parole non troppo dissimili da quelle che gli aveva detto Aaron, ma con tutt'altro scopo e significato. I loro cuori battono ancora, mentre quelli di molti altri no. Loro sono sopravvissuti fino adesso e continueranno ad esserlo. Anche dopo Negan. Era quello che Rick aveva bisogno di sentirsi dire, e forse anche gli spettatori.
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Movieplayer.it
3.5/5