Quindici anni non sono un periodo di tempo trascurabile. Non lo sono per una serie a fumetti come The Walking Dead, né per il suo disegnatore di punta, Charlie Adlard, che si è legato a lei per quasi tutta la sua durata. Non più tardi dello scorso aprile, infatti, l'autore ha festeggiato al Comicon di Napoli 15 anni con la serie a fumetti firmata da Robert Kirkman, un cammino iniziato con il settimo numero mensile della testata e proseguito fin qui e, va detto dopo il recente annuncio della fine di The Walking Dead, fino alla fine. Un anniversario celebrato nel migliore dei modi, con una performance live di tredici artisti di SaldaPress e Bao Publishing, da Lorenzo De Felici a Carmine Di Giandomenico e Lorenzo Palloni, da Alessandro Baronciani a Zerocalcare e Capitan Artiglio.
Tirare le somme
Per questo acquista ulteriore valore la chiacchierata che abbiamo potuto fare con lui proprio nell'ambito della manifestazione partenopea, perché quel punto della situazione che abbiamo fatto insieme, quella rapida passeggiata sul viale dei ricordi, ha il sapore di un addio a riascoltare le parole di Charlie Adlard oggi, col senno di poi. Gli abbiamo chiesto, infatti, di definire questa esperienza in tre parole e la risposta ci ha sorpreso. Non tanto per le prime due, "stimolante" e "zombies", ma per la terza: "estenuante!" Stupiti gli abbiamo chiesto il motivo: "un estenuante piacevole, per carità, ma non credo che in tanti abbiamo fatto 15 anni su una serie a fumetti. È come correre una maratona."
Una maratona nel corso della quale gli abbiamo chiesto di identificare un momento che ricorda maggiormente ed è un momento che si ricollega alla serie TV The Walking Dead, all'adattamento targato AMC. "Forse è un po' strano, ma è la seconda volta che sono stato sul set. Si stava girando la terza stagione e a guardare la prigione, le sue torri, e i tavoli che avevano realizzato appositamente per il set... tutto era basato esattamente su quello che avevo disegnato. È stato più magico di qualunque altra cosa. Non erano tenuti a farlo, ma tutto era esattamente come nei miei disegni, a cominciare da come apparivano gli edifici. Mi ha impressionato molto più di vedere gli attori vestiti come i personaggi che avevo disegnato!"
Creare The Walking Dead
Ci è già capitato di sentire dalle parole di Adlard cosa ne pensi della resa dei suoi personaggi su schermo, ma in questo caso abbiamo voluto fare un passo indietro e chiedergli cosa avesse pensato la prima volta che Robert Kirkman gli aveva descritto i Sussurratori, tra le ultime novità della serie AMC: "In realtà in modo non molto diverso da altre novità del fumetto. Mi aveva raccontato come sarebbero stati introdotti e quello che conduceva a essi, quindi non mi ha sorpreso particolarmente. L'ho considerata un altro elemento che potesse mantenere The Walking Dead sempre sorprendente per i lettori." Proprio questo è uno degli elementi essenziali che ha permesso alla serie a fumetti di Kirkman di tener desta l'attenzione dei suoi lettori, insieme alla frenesia nello sviluppo del plot. Ma cosa ne pensa Adlard della resa dei Sussurratori nella serie tv? "A essere sincero non ho ancora visto quegli episodi, ma da quel che ho potuto vedere e le immagini che girano, mi piacciono. In particolare l'attrice che interpreta Alpha, Samantha Morton, è una grande scelta, importante avere un'interprete di quel calibro e spero che sia nella serie più a lungo di quanto sia stato il personaggio nel fumetto!"
The Walking Dead, la fine e il futuro
Non potevamo non chiedergli un'opinione riguardo l'emorragia di spettatori che ha subito la serie nel corso degli ultimi anni di programmazione: "So che la serie è stata criticata per essersi allontanata in modo più netto dal fumetto rispetto alle prime cinque o sei stagioni, ma capisco che sia stato necessario per sorprendere chi conosce bene il fumetto. Penso che sia un'evoluzione normale e stia andando verso la sua fine naturale." Ma il suo discorso si fa più generico e sembra ricollegarsi a quella imminente fine di The Walking Dead, annunciata per questa settimana in USA con il numero 193 e prevista nell'edizione italiana per dicembre: "Penso che ogni cosa abbia un suo naturale percorso. Sarei ingenuo se pensassi che The Walking Dead possa continuare per sempre. E che possa farlo con la stessa popolarità. Abbiamo avuto un gran bel cammino e, si sa, ogni cosa buona deve arrivare alla fine."
Un'ultima battuta allora ce la siamo concessa proprio al di fuori della serie che ha accresciuto la sua popolarità e abbiamo chiesto a Charlie Adlard di quale altra sua creatura vorrebbe vedere un adattamento, in un film o una serie. "Ci sono stati un paio di progetti in passato," ci dice, "ma penso che la più adatta sarebbe White Death, non solo perché ho realizzato delle cose visivamente interessanti, ma proprio perché la sua ambientazione la rende unica. Non credo ci siano molte storie sulla Prima Guerra Mondiale ambientate tra ghiaccio e neve, ce ne sono della seconda ma non della prima e penso che sarebbe molto interessante da vedere in un film."