Con la recensione di The Walking Dead 11x05 ci avviciniamo alla conclusione del primo blocco dell'annata finale, che per ragioni pratiche è stato suddiviso in tre tranches di otto episodi ciascuno per dare agli autori la possibilità di chiudere lo show nelle migliori condizioni date le difficoltà legate alla pandemia e le complicazioni della decima stagione (quello che doveva essere il finale è andato in onda come evento speciale a sé mesi dopo gli episodi precedenti, e poi ci sono stati i sei capitoli supplementari per mettere in pratica le regole di sicurezza richieste per la stagione conclusiva). Un primo blocco che sta confermando i punti di forza della gestione di Angela Kang ma anche alcuni dei difetti, principalmente la tendenza di certi episodi ad avere troppa carne al fuoco per includere più o meno l'intero cast, come accade anche in questa sede, forse per avere tutte le storyline in ordine in vista del probabile cliffhanger che ci porterà ad aspettare i successivi otto episodi.
Attacco su più fronti
Out of Ashes è firmato da Greg Nicotero, uno dei nomi fondamentali di The Walking Dead: inizialmente reclutato per creare gli effetti speciali e il trucco legati agli zombie, è gradualmente divenuto un personaggio sempre più importante dietro le quinte, facendo ora parte dei produttori esecutivi e dei registi della popolare serie della AMC. E il suo tocco è evidente nei primissimi minuti dell'episodio, dove una tesa sequenza onirica cede il posto a un breve interludio comico (Jerry che scopre che i morti viventi hanno oltrepassato il muro di Alexandria mentre sta facendo pipì) e poi a una bella sequenza di lotta fra umani e non umani, che pur ragionando in termini pandemici (lo scontro è breve e il contatto fisico limitato) riesce a trasmettere quel senso di inquietudine che è stato tra i capisaldi della serie nei momenti migliori. È una più che discreta dichiarazione d'intenti, come altre sequenze simili negli episodi precedenti: lo show è costretto a pensare più in piccolo, ma la squadra che c'è dietro continua a mettercela tutta, dall'inizio alla fine.
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L'attacco ad Alexandria porta Carol e gli altri a rendersi conto che sarebbe necessario ottenere attrezzatura in più (prima di considerare l'inevitabile, ossia che forse è venuto il momento di spostarsi altrove), da cui una spedizione in direzione di Hilltop, dove c'è una sorpresa dietro l'angolo. In un altro punto della geografia espansa della zona, Negan e Maggie continuano a battibeccare, e poi, per quanto riguarda Eugene e compagnia bella, si torna a esplorare il Commonwealth: ciascuno di loro è stato approvato, e dopo aver visto un video introduttivo che chiarisce l'origine e lo scopo della comunità (lo slogan è "Combattete i morti, salvate i vivi") possono cominciare ad alimentare il meccanismo che dà vita a questo gruppo potenzialmente molto utile per contrastare le armate di cadaveri rianimati che continuano ad assediare Alexandria. Ma al netto del nome, siamo proprio sicuri che abbiano a cuore il bene comune?
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Nel bene e nel male
Siamo onesti: anche senza aver letto i fumetti, la prima sequenza dopo i titoli di testa è decisamente poco sottile nel lasciare intendere che il Commonwealth in realtà si rivelerà un problema, perché il già menzionato video fa esplicitamente il verso ai classici filmati di reclutamento che siamo soliti associare alle sette, e la presenza di persone armate con indumenti che fanno pensare alle truppe imperiali di un film di fantascienza non è esattamente l'immagine dell'armonia. Più che altro viene da chiedersi perché gli autori abbiano deciso di scoprire le loro carte così presto, avendo già introdotto un'altra minaccia con cui i nostri dovranno fare i conti in questa stagione. Certo, avere a disposizione 24 episodi anziché i soliti 16 significa poter fare di più, ma per ora rimane il legittimo dubbio, che forse sarà chiarito nelle prossime settimane, sulla presenza alternata di due storyline dai toni simili in un arco di tempo relativamente breve.
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L'altro dubbio, più pressante perché in ogni caso il Commonwealth promette svolte interessanti nel contesto dello show, riguarda Maggie e Negan, che qui passano tutto il minutaggio a disposizione a litigare (con una gag meravigliosa dove lei sembra voler uccidere lui ma in realtà colpisce in faccia uno zombie che stava per saltargli addosso): un meccanismo che sta iniziando a girare a vuoto, riciclando situazioni e dialoghi che non fanno nulla per l'avanzamento di quel segmento narrativo o dei personaggi (e questo proprio nel momento in cui Negan si stava affermando come il personaggio migliore della serie). C'è da immaginare che ci sia un piano preciso per tutti, e da ciò che abbiamo visto finora quel piano ha una coerenza più che apprezzabile, ma rimangono alcune debolezze strutturali da aggiustare, e l'uso ripetitivo di due dei personaggi più interessanti è certamente tra queste.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Walking Dead 11x05, un episodio che torna alla non sanissima abitudine di proporre troppo materiale con l'intero cast (o quasi). Le nuove suggestioni narrative sono interessanti, al netto di una certa prevedibilità di scrittura, mentre il rapporto tra Negan e Maggie rischia di appesantire inutilmente la serie.
Perché ci piace
- La sequenza d'apertura è spettacolare nel suo piccolo.
- Il Commonwealth introduce nuovi spunti interessanti.
Cosa non va
- C'è un certo squilibrio tra le varie storyline.
- Negan e Maggie cominciano a stancare con la loro sottotrama ripetitiva.