Siamo arrivati alla fine della miniserie ispirata al romanzo di Stephen King distribuita, in appuntamenti settimanali, su Starzplay: gli ultimi episodi di The Stand, rispettivamente l'ottavo e il nono, mettono in scena lo scontro dei nostri eroi con Randall Flagg (Alexander Skarsgård) a New Vegas e un definitivo epilogo che mette insieme il materiale originale del romanzo con la sceneggiatura scritta - ex novo - da King (che è diversa sia dalla versione originale che quella integrale pubblicate nel 1990). In questo articolo ripercorreremo quanto accaduto negli ultimi due episodi della serie, fornendovi la nostra spiegazione del finale di The Stand, confrontandolo con quello del romanzo.
La caduta di Flagg
Ma dove eravamo rimasti? Dopo l'esplosione della casa di Madre Abigail per mano di Nadine (Amber Heard) ed Harold (e la morte di uno dei protagonisti della storia, Nick Andros, oltre ad altri innocenti), Stu (James Marsden), Larry, Glen e Ray vengono inviati in missione a New Vegas (base operativa di Flagg) dalla mistica in punto di morte. Tra di loro a non arrivare a destinazione è solo Stu, che si rompe una gamba durante il viaggio ed è costretto a lasciar andare i suoi compagni. I tre emissari di Boulder restanti vengono poi catturati e portati in città da Lloyd Henreid, il braccio destro di Flagg: il primo a morire sarà Glen, ucciso proprio da Henreid in un eccesso d'ira durante un processo farsa. Flagg - furibondo per il suicido di Nadine, incinta - decide di sacrificare Larry e Ray in una spettacolare cerimonia.
Il fatto che i due, Larry in particolare, continuino a rimanere fedeli a Madre Abigail (e di conseguenza a Dio) fino all'ultimo, è ciò che porterà alla caduta di Flagg e dei suoi. Un enorme pugno fatto di nubi abbraccerà l'hotel di New Vegas dove Flagg vive e dove tutti si sono radunati, sterminando con fulmini e saette chiunque capiti a tiro. Inoltre, l'arrivo di Pattumiera con la bomba atomica - che vorrebbe offrire in dono all'Uomo Nero - segna la definitiva sconfitta di tutti i malvagi arroccatisi in città: un fulmine, colpendola, la farà esplodere, spazzando via l'ex Las Vegas e chiunque si trovi al suo interno (incluso Flagg?).
Frannie e Stu lasciano Boulder
Stu, gravemente ferito, verrà salvato dal provvidenziale arrivo di Tom Cullen, di ritorno a Boulder dopo essere scappato da New Vegas. Contemporaneamente seguiamo il parto di Frannie: la bambina, che lei chiamerà Abigail (nel libro era invece un maschietto, Peter, come suo padre), inizialmente sembra sana, ma dopo poco mostra i primi sintomi della malattia che ha spazzato via il genere umano, Captain Trips. Dopo un lungo periodo fra la vita e la morte, la bambina però si riprende, e contemporaneamente scopriamo che tutti i nuovi nati sono immuni alla mortale influenza. Poche settimane dopo, Stu, insieme a Kojack e Tom, fanno finalmente ritorno, e i due neogenitori sono pronti a cominciare - finalmente - una nuova vita insieme. In questo caso la più grande differenza con il romanzo risiede nel fatto che non ci venga mostrato nulla del viaggio dei due e delle difficoltà che sono costretti ad affrontare: prima di arrivare in città, Stu contraeva infatti una forma molto grave di polmonite, ed era il fantasma di Nick Andros ad aiutare Tom a curarlo.
Dopo l'arrivo di Stu facciamo nuovamente un salto in avanti di qualche settimana: ci troviamo in estate e Frannie esprime a Stu la volontà di lasciare Boulder per tornare nella sua città natale, Ogunquit, dove vuole crescere la sua bambina. L'abbandono del Colorado da parte della coppia è simbolico, rappresenta il fatto che l'umanità sia finalmente pronta a ricominciare: Boulder è una sorta una situazione intermedia, dove il genere umano può recuperare le forze e prepararsi a ripartire; lasciarla dimostra come i sopravvissuti siano finalmente pronti a ripopolare il pianeta.
Nel libro la destinazione di Stu e Frannie (Odessa Young) non era il Maine, una delle tappe del loro viaggio era invece Hemmingford Home, la casa dove viveva Madre Abigail, che è dove i due decidono di restare: nel finale del romanzo li ritrovavamo infatti lì, con Frannie nuovamente incinta. Questo è il momento in cui troviamo le principali differenze con l'opera originale: tutta questa porzione della serie è stata infatti scritta ex novo da King. Nella miniserie i due decidono di fermarsi in una fattoria in Nebraska (che non è la casa di Madre Abigail, o per lo meno non ci viene detto, quando la incontriamo nella serie si trova infatti in una casa di riposo) per passare lì la notte. Dal loro arrivo nella fattoria ci rendiamo conto che sta per accadere qualcosa, musiche e colori cambiano, lasciando presagire la piega oscura e nefasta che prenderanno le cose. Il mattino dopo, infatti, Stu deve lasciare Frannie e la piccola per recarsi in città e fare provviste. Rimasta sola la donna vede un pozzo con una vecchia pompa e decide di provare a procurarsi dell'acqua: mentre cerca a fatica di riempire un secchio, dietro di lei fa la sua comparsa Flagg e un topo (da sempre emissari dell'Uomo Nero) le morde una mano. Lei, spaventata, perde l'equilibrio, cadendo nel pozzo e ferendosi molto gravemente. Intanto, Stu, rimane bloccato per strada sulla via del ritorno per una gomma a terra.
Chi è la misteriosa ragazza che aiuta Frannie
Dopo la caduta, Frannie si risveglia in una specie di sogno/dimensione parallela in cui trova ad aspettarla Flagg. L'oscura creatura prova a tentarla, promettendole che l'avrebbe salvata, permettendole così di vivere una vita lunga e felice con Stu e la sua bambina, se si fosse fatta possedere da lui. Frannie, ovviamente, rifiuta e, scappando, si ritrova in un campo di grano di fronte alla casa di Madre Abigail: l'anziana signora la tranquillizza, dicendole che non morirà e che ha fatto la cosa giusta nell'opporsi a Flagg.
Intanto, Stu è tornato alla fattoria e, grazie all'aiuto di una misteriosa ragazzina di colore (Kendall Joy Hall), è riuscito a tirare fuori Frannie dal pozzo. La donna è in condizioni molto precarie, ma la nuova arrivata riesce miracolosamente a curare tutte le sue ferite con il tocco delle sue mani. Si tratta di un atto divino, in qualche modo una specie di resurrezione: dalla croce che indossa al collo e vista la bambola che tiene con sé (la stessa che avevamo visto in una delle visioni di Frannie su Madre Abigail) ci rendiamo conto che la ragazzina potrebbe essere la reincarnazione della vecchia signora. Abigail era un emissario di Dio sulla Terra, e il suo ultimo compito è quello di salvare Frannie (facendo sì che, simbolicamente, l'umanità continui a vivere e ripopoli il pianeta). La serie ci lascia con un solo dubbio: la ragazzina è anche lei una specie di visione con le sembianze di Madre Abigail da giovane o l'anima dell'anziana signora si è trasferita in qualche modo nel suo corpo?
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Che fine ha fatto Flagg?
Pur avendo visto Randall Flagg morire durante l'esplosione a New Vegas, completamente obliterato dai fulmini divini che si sono abbattuti sulla città subito prima dell'esplosione della bomba, nell'ultimo episodio scopriamo che l'Uomo Nero è ancora vivo (il Male non può essere, infatti, mai completamente cancellato). Quello che ci è chiaro però è che Flagg non è più potente quanto prima, quando Frannie lo incontra dopo essere caduta nel pozzo lui è costretto a tentarla per possederla, durante la serie invece ci è stato mostrato più e più volte come fosse in grado di farlo senza il bisogno del permesso delle sue vittime.
Nell'ultima porzione del nono episodio vediamo che Flagg ha trovato un altro modo per fare ritorno, appare infatti davanti ad una tribù di nativi (una popolazione talmente incontaminata da non essere stata toccata dal virus). Subito uccide uno dei nativi che aveva cercato di colpirlo, per la paura gli altri cominciano a venerarlo come un Dio e in questo modo ci viene mostrata ancora una volta la vera natura di Flagg: solo se adorato e temuto acquista potere e controllo sugli altri. È solo questione di tempo prima che torni potente quanto in passato. Una scena molto simile a questa era presente anche nel romanzo, nella versione integrale pubblicata nel 1990. A differenza che nella miniserie, però, nel libro Flagg, rivolgendosi agli indigeni, affermava che la sua missione era quella di civilizzarli, corrompendoli così come era riuscito a fare con il resto dell'umanità prima di loro. Nel romanzo, quindi, Flagg acquisiva potere lentamente, corrompendo pian pano le sue vittime, nella miniserie è tutto meno complesso e sottile: se l'Uomo Nero viene adorato, automaticamente diventa potente (cosa di cui ci eravamo resi conto nel corso della serie ma che qui diviene assolutamente chiara).
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Il finale di The Stand non è, a nostro parere, né positivo né negativo, ma assolutamente neutro: il Bene vince con la "risurrezione" di Frannie ed il ritorno dell'anima di Madre Abigail, ma anche il Male fa ritorno, sempre nella figura di Flagg. Per quanto l'umanità abbia la possibilità di evolvere, di fare meglio rispetto alle generazioni precedenti, il Male è sempre in agguato pronto a corromperla. Il fatto che, come Frannie nell'ultimo episodio, resista alla tentazione (The Stand letteralmente, significa proprio questo, "resistenza") è ciò che ci fa meritare l'intervento divino (come la tempesta di fulmini a Las Vegas) e la possibilità di continuare a vivere e prosperare. Bene e Male, quindi, non possono esistere se non insieme.