Definirla semplicemente "sorella d'arte" sarebbe decisamente riduttivo. Nel corso degli anni infatti la ventiquattrenne Taissa Farmiga è uscita di prepotenza dall'ombra della sorella maggiore Vera per imporsi come attrice di indubbio talento. E neppure l'idea di essere considerata una nuova e promettente "scream queen" la attrae troppo, nonostante siano stati prodotti di chiaro stampo horror come Final Girls o American Horror Story a imporla all'attenzione del pubblico e della critica di tutto il mondo.
Meglio dunque provare a definire la sua statura di attrice dalle collaborazioni eccellenti che alla sua giovane età ha già collezionato: Taissa infatti è stata diretta da autori premio Oscar del calibro di Sofia Coppola (The Bling Ring), Warren Beatty (L'eccezione alla regola) e soprattutto Clint Eastwood, con cui ha appena terminato la lavorazione di The Mule, suo prossimo lungometraggio da attore e regista. Eppure, in un modo o nell'altro, sempre all'horror dobbiamo tornare, poiché abbiamo incontrato la Farmiga in occasione della presentazione di The Nun, al junket internazionale che si è tenuto a Città del Messico.
Il film diretto da Corin Hardy fa parte dell'universo di The Conjuring, ed è più precisamente uno spin-off del secondo capitolo, quello in cui compariva per la prima volta la suora demoniaca interpretata da Bonnie Aarons. In The Nun si raccontano le origini del demone, affrontato per la prima volta nel 1952 in un convento in Romania da Padre Burke, interpretato da Demián Bichir e dalla novizia Irene, che ha appunto il volto di Taissa. ecco dunque cosa ci ha raccontato l'attrice del suo film, tra curiosità e lavoro sul personaggio.
Leggi anche: Recensione The Nun: il Male per soldi... ma non per vocazione
Il rapporto con l'horror e il lavoro di preparazione al film
Come mai le piace così tanto girare film dell'orrore?
Non è il genere ad attrarmi, ma di volta in volta la forza della sceneggiatura e dei personaggi. Quando mi chiedono se voglio girare una commedia o un altro tipo di film io rispondo sempre che il mio desiderio è quello di realizzare qualcosa che mi emozioni, che mi faccia appassionare al lavoro che ho scelto di fare. Ho deciso di girare The Nun - La vocazione del male soprattutto perché mi è stata data la possibilità di interpretare una psicologia molto ben costruita. E una volta arrivata sul set sono stata sorpresa da quanto fosse divertente realizzare il film, cosa strana per un progetto così tetro e spaventoso. È davvero spassoso provare emozioni così forti mentre giri e poi allo stop inizi subito a ciarlare con il cast e mangiare cioccolato! Ci teniamo a spaventare a morte il pubblico, ma la verità è che ce la spassiamo. Non sono una grande fan dell'horror ma mi piace lavorare con persone che invece hanno passione per quello che fanno. Corin Hardy voleva costruire mostri fin da quando era un bambino, e adesso lo fa di professione e questo lo rende così felice! Fa davvero la differenza lavorare con qualcuno che è entusiasta di essere dove è.
Come ha costruito la personalità di Sorella Irene e come ha connesso il personaggio con l'epoca passata?
Non sono veramente entrata nel personaggio fino alla mattina in cui mi hanno aiutato a indossare il costume da suora: una volta che letteralmente ti immergi in quegli indumenti così specifici, che lasciano al corpo soltanto una determinata libertà di movimento, inizi una trasformazione non soltanto fisica ma anche interna, emotiva. Per quanto riguarda l'ambientazione temporale, il 1952, le location in Romania in cui abbiamo girato non sono cambiate molto da quegli anni, ci hanno aiutato a sentirci più vicini al momento storico in cui il film è ambientato.
Leggi anche: The Conjuring (Saga): tutti i film horror e gli spinoff
Che tipo di ricerche ha fatto per capire meglio la psicologia di una suora?
Stavo girando un film a Chicago quando ho ottenuto la parte, così sono tornata a Los Angeles per due giorni e poi sono partita per la Romania a girare The Nun. Qualche volta semplicemente non hai tempo, ho fatto tutte le ricerche che potevo su internet e ho visto La storia di una monaca con Audrey Hepburn, che mi ha aiutato a preparare la fisicità del personaggio. Mi ha impressionato molto il fatto che alcune suore tengono un diario giornaliero in cui scrivono ciò che non hanno fatto al meglio durante la giornata, in modo da migliorarsi in quella successiva. Serve un sacco di forza mentale ed emotiva per questo. A livello fisico sono estremamente coscienti dell'ambiente che le circonda, per esempio sono attentissime a non produrre rumori fastidiosi, anche quando ad esempio chiudono semplicemente una porta.
i consigli di Vera Farmiga, gli incubi e il soprannaturale
Sua sorella Vera fa parte dell'universo di The Conjuring fin dall'inizio. Le ha dato qualche consiglio riguardo The Nun?
Mi ha dato così tanti consigli in questi anni che vorrei davvero ricordarli tutti! Per quanto riguarda l'universo di The Conjuring mi ha detto di scegliere di stare in un luogo molto semplice durante le riprese. Per The Conjuring 2 Vera ha optato per un appartamento con pochi mobili, che non avesse energie che la destabilizzassero. Mi ha aiutato a lasciare il lavoro sul set, non portarlo a casa. Per fortuna la mia stanza d'hotel era piuttosto pulita e semplice, non conteneva troppa storia. Mi ha aiutato a rilassarmi, sono una persona molto sensibile e non volevo che il demone della Suora mi rimanesse in mente a fine giornata!
Eppure ho letto che ha avuto vari incubi a causa di questo film...
Ho detto che ho provato, non che ci sono riuscita! Il momento peggiore è quando vai a dormire, da momento in cui spegni la luce a quello in cui scivoli nel sonno. Allora la mente inizia a lavorare in maniera contorta, così ho iniziato a praticare la meditazione. Sono riuscita a controllare la tensione per i due mesi di riprese, ma una volta tornata a Los Angeles, una volta rilassata, qualche problema di incubi l'ho avuto...
Leggi anche: Da The Conjuring a The Nun: come James Wan ha cambiato l'horror americano
Crede nella possibilità di eventi di natura soprannaturale?
Non so se credo in queste cose, non voglio decidere per intero perché se dico di non crederci potrei espormi a qualcosa che mi proverà che sbaglio. E allo stesso tempo affermando di crederci potrei comunque espormi. Diciamo che mi oriento secondo l'idea che se c'è qualche entità soprannaturale io me ne sto qui tranquilla, così essa potrà muoversi indisturbata e soprattutto senza disturbare me...
Come si è trovata a lavorare con Bonnie Aaros, che interpreta la suora demoniaca?
Bonnie tiene moltissimo al personaggio, per lei è diventata una seconda pelle. E soprattutto ama fare un buon lavoro e terrorizzare le persone! Io sono una che si spaventa facilmente, salto come un grillo: le bastava avvicinarsi alle mie spalle e aspettare che mi girassi...
Quale è stata la scena più difficile da realizzare durante la lavorazione del film?
C'è una sequenza che abbiamo girato dentro una vasca piena d'acqua che ha richiesto cinque, sei giorni di lavorazione ed è stata fisicamente faticosa. Non posso raccontare molto perché si tratta di un momento fondamentale della storia... la cosa divertente è che si trattava di un caos talmente grande che io e gli altri attori non avevamo tempo per pensare, dovevamo semplicemente reagire agli impulsi del set.