Non possiamo negarlo: ogni settimana The Mandalorian 2 riesce a sorprenderci. Sarà l'uscita settimanale degli episodi, con la loro particolare struttura, che permette di sperimentare e passare tra i vari generi (come abbiamo già sottolineato nella nostra recensione del terzo episodio), sarà la mancanza di informazioni e anticipazioni tra un venerdì e l'altro, fatto sta che la formula della serie dedicata al nostro Mandaloriano preferito e al piccolo Bambino da tenere al sicuro funziona davvero molto bene. Questo terzo episodio aggiunge un po' di orizzontalità alla trama generale della serie, portando il nostro protagonista un passo più vicino ai Jedi che sta cercando e allo stesso tempo osa parecchio in tutta l'economia narrativa della saga. Gli spettatori faranno la conoscenza di Bo-Katan, una mandaloriana che sembra appartenere a un altro clan e un altro Credo, alla ricerca della Darksaber, la spada laser dalla lama nera, che abbiamo visto, l'ultima volta, in mano a Moff Gideon (Giancarlo Esposito) nello scorso finale di stagione. Ancora una volta The Mandalorian, che potete seguire abbonandovi alla piattaforma di casa Disney, silenziosamente e senza troppi clamori (d'altronde il punto di vista della serie è quella del nostro cacciatore di taglie che di Jedi non sa nulla), si pone in una via di mezzo miracolosa che riesce a unire un pubblico novizio e il fan più appassionato della saga. La presenza di Bo-Katan è una scelta importante per la saga e un nuovo tassello che ci porta ad approfondire in quale modo si sta muovendo il progetto Star Wars.
Chi è Bo-Katan
Per quale motivo qualcune che sembra un normale e comune personaggio secondario come molti ne abbiamo trovati all'interno della serie è così importante? Per chi conosce Star Wars solo attraverso i film cinematografici e questa prima serie live action il nome non farà accendere nessuna lampadina, ma per gli appassionati che di Star Wars si sono visti ogni opera televisiva, Bo-Katan è uno dei personaggi più noti. Comparsa per la prima volta nella quarta stagione di Star Wars: The Clone Wars, la serie animata creata da Dave Filoni, Bo-Katan ha acquistato sempre più valore all'interno della saga dimostrandosi centrale nella storyline che riguarda proprio il pianeta Mandalore, il suo assedio (raccontato nelle ultime puntate della settima stagione, in esclusiva proprio su Disney+ e trasmessa questa primavera) e le conseguenze del pianeta. Non è nostra intenzione riassumere tutte le vicende che vedono Bo-Katan protagonista trattandosi di una trama che si sviluppa non solo in più stagioni, ma anche in serie diverse (la successiva serie d'animazione Star Wars Rebels approfondisce il suo passato). L'invito, però, è quello di poter utilizzare proprio la piattaforma streaming per recuperare le opere collaterali che stanno definendo sempre di più l'universo narrativo di Star Wars.
Universo espanso? No: espandere l'universo
Tanto tempo fa, quando Star Wars era un semplice film, nacque quello che comunemente venne definito l'Universo Espanso ovvero una serie di prodotti collaterali ai film che avrebbero raccontato nuove storie e vari periodi storici della saga. Iniziò con un romanzo, nel 1978, scritto da Alan Dean Foster dal titolo La gemma di Kaiburr e pensato in origine come sequel "apocrifo" nel caso il film originale avesse avuto poco successo. Insieme al romanzo la Marvel Comics iniziò la pubblicazione della sua serie originale dedicata a Star Wars e, nel corso degli anni, soprattutto alla fine degli anni Ottanta quando non si avevano nuovi film all'orizzonte, l'Universo Espanso crebbe la propria fortuna. E anche la propria difficoltà ad essere seguito. Benché generalmente approvate dalla Lucasfilm, le opere collaterali molto spesso si contraddicevano tra di loro generando parecchia confusione e una generale impossibilità di essere racchiuse sotto un grande mosaico narrativo. La sensazione era quella di un surplus per fan che serviva solo a generare profitti e soddisfare la voglia di storie ambientate in quell'universo. Con l'acquisizione della Lucasfilm da parte della Disney nel 2014, questo Universo Espanso venne cancellato passando sotto il nome di Legends e perdendo la sua, seppur sottile, appartenenza al canone. Ed è qui che il progetto Star Wars ha iniziato a trasformarsi diventando qualcosa di veramente titanico. Si mantiene l'idea dei prodotti collaterali, ma con il principio fondamentale di espandere l'universo narrativo con coerenza e connessioni (con un intero reparto di Story Group che supervisiona e corregge eventuali errori). Con pro e contro, ovviamente.
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Dare vita a una galassia narrativa
Perché se da una parte l'appassionato non può che essere felice di avere sempre più prodotti collaterali dedicati alla sua saga preferita, lo spettatore medio, quello che si è sempre basato sui semplici film, si ritrova a dover "recuperare" informazioni e veri e propri pezzi di trama mancanti tra serie animate, romanzi e fumetti: tanti, troppi prodotti di tipologia diversa per interessare tutti. Ed è così che il rischio che si corre, man mano che il progetto procede, è quello di diventare troppo enorme, troppo sfiancante per poter essere fruito. Certo, non stiamo dicendo che The Mandalorian potrebbe diventare incomprensibile a chiunque non abbia visto le serie animate: il bello di questo universo canonico è proprio quello di dar vita a prodotti ad ogni modo indipendenti e chiusi in sé stessi seppur inseriti nel medesimo contesto (lo stesso processo che denota la struttura della serie, con episodi di stampo verticale che, lentamente, portano avanti la trama), ma il tutto dà vita a una percezione alterata del prodotto se, come in questo episodio, i colpi di scena sono dati da una serie di nomi che solo il più appassionato tra i fan riesce a interpretare. Bo-Katan e Ahsoka Tano, soprattutto la seconda, sono personaggi che i fan conoscono bene, ma che ne è di chi li sente per la prima volta in questo momento? Senz'altro non ha quel trasporto emotivo nell'attesa di rivedere un certo personaggio (e per la prima volta in live action interpretato da Rosario Dawson), senza dubbio ignora un trascorso narrativo che a partire da questo momento diventa importante, se non necessario, conoscere. The Mandalorian, quindi, si sta legando sempre di più non solo ai film della saga (ricordiamo il finale del Capitolo 9 che riporta in scena Boba Fett per la prima volta dopo Episodio VI) ma anche al resto della galassia narrativa. Sarà una scelta vincente?
Una mappa per orientarsi
Gli universi condivisi abbiamo imparato a conoscerli in questi ultimi anni soprattutto grazie al progetto dei Marvel Studios composto da più di una ventina di film (al momento) legati tra loro. Un progetto complicatissimo e che tuttavia appare persino troppo banale pensando invece a quello cross-mediale di Star Wars. Una scelta anche furba perché permette di riempire i vari "buchi di sceneggiatura" a posteriori (è il caso di Episodio IX che grazie ai libri e ai fumetti sta acquistando un valore maggiore rispetto alla semplice uscita cinematografica). Una scelta anche rischiosa perché ne va della fruizione complessiva dell'appassionato. Eppure, in qualche modo, è una scelta da premiare. Perché c'è una soddisfazione incredibile a veder connessi così bene i vari progetti del marchio, si nota la cura da parte dello Story Group di accontentare le varie tipologie di spettatori. Soprattutto, seppur con alti e bassi, il risultato è una vera e propria galassia vivente non relegata ai soliti pianeti o alla storia della famiglia Skywalker. Un universo che si sta facendo sempre più connesso e che necessita di una mappa per orientarsi. Ecco che, a questo punto, ci viene in aiuto la stessa piattaforma Disney+. Una piattaforma con solo un anno di vita (da noi addirittura ancora più giovane) e che finora, come abbiamo analizzato nel nostro bilancio provvisorio, difetta di contenuti originali. Forse allora i contenuti originali diventano, almeno per quanto riguarda Star Wars, le serie animate concluse e già realizzate, da recuperare quasi necessariamente. In base a quello che abbiamo visto finora, The Mandalorian si sta legando sempre di più alla mitologia della saga e questo terzo episodio ne è stata una dimostrazione che ha il sapore di un turning point definitivo. Da qui in poi, le avventure di Din Djarin e del Bambino non saranno solo qualcosa che ha luogo in quell'ambientazione, ma un altro tassello fondamentale di quell'universo narrativo dal cuore pulsante. Rischioso, enorme, imperfetto, ma colmo di Forza.
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