The Instigators, la recensione: Matt Damon, Casey Affleck e il logorio del criminale moderno

The Instigators arriva su Apple TV+ il 9 agosto 2024 e grazie a un duo irresistibile come Matt Damon e Casey Affleck promette un film d'azione colmo di ironia e una nuova visione del criminale moderno.

The Instigators, la recensione

Parlano i personaggi di The Instigators; sono catene di montaggio chiamate a produrre progetti, ipotesi, piani fallimentari, verdetti finali. Più che a farsi artefici di un atto criminale, istigano le proprie sinapsi ad anticipare azioni che non compiranno, fughe rovinose, discorsi surreali. Il film diretto da Doug Liman e disponibile su Apple TV+, vive sulla scia di Quentin Tarantino e di Steven Soderbergh; insegue quanto compiuto da altri, studia a menadito le componenti dei loro film, ricalca i contorni per riunirli in un collage dove il già visto si mescola a qualcosa di totalmente nuovo.

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The Instigators, Matt Damon e Casey Affleck in una scena del film

Un ready-made cinematografico sostenuto da una coppia conclamata e chimicamente perfetta come quella composta da Matt Damon e Casey Affleck, a sua volta appoggiata da comprimari altrettanto in parte e convincenti, due su tutti Michael Stuhlbarg e Hong Chau (che con Damon aveva già lavorato in Downsizing di Alexander Payne) che spingono lo spettatore in una montagna russa dove il sorriso viene sporcato da attimi di adrenalina, e gli spari si silenziano davanti a turpiloqui irresistibili.

La strana coppia a Boston

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Hong Chau, Matt Damon e Casey Affleck in azione

Rory (Matt Damon) e Cobby (Casey Affleck) non si conoscono ma finiscono per lavorare insieme, nonostante l'uno sia l'opposto dell'altro: il primo è un padre disperato, il secondo un ex detenuto. Entrambi vengono reclutati per portare a segno una rapina dei guadagni illeciti di un politico corrotto (Ron Perlman). Quando il colpo va male, i due si ritrovano in un vortice di caos, inseguiti non solo dalla polizia, ma anche da vendicativi boss del crimine (Michael Stuhlbarg) e dai loro scagnozzi. Completamente spaesati, convincono la terapeuta di Rory (Hong Chau) a unirsi a loro in una fuga avventurosa per le strade di Boston che lascerà tutti con il fiato sospeso.

Matt Damon e Casey Affleck, o l'apatia del disorientamento

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Matt Damon e Casey Affleck sul set con il regista Doug Liman

Non è un buddy movie di forza e coraggio, The Insitigators: Matt Damon e Casey Affleck sviluppano una performance in sottrazione: rasentano fino al grado 0 le emozioni, livellando e sopprimendo una mimica facciale che enfatizza ulteriormente il loro spaesamento e una totale estraneità a un mondo che li attrae e respinge. Gli inseguimenti, le esplosioni, le pistole puntate sono crismi ripresi da un genere d'azione a cui il film di Liman si avvicina per poi distaccarsi. Illude di immergere lo spettatore al centro di un heist-movie convenzionale, The Instigators, ma è nella componente umana che tradisce le regole del gioco per entrare nell'universo del caos.

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La stanchezza del criminale comune

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Matt Damon in una scena del film

Mai risoluti, ma sempre fuori posto: è l'ordinarietà dell'uomo comune che si crede perfetto criminale quella che si insidia nel film di Liman. Non c'è l'insensibilità di un personaggio stanco del mondo, stanco di una società che lo aggredisce, che lo stuzzica, che gli chiede tanto restituendogli il nulla, come accade per il Michael Douglas di Un giorno di ordinaria follia, p il William H. Macy di Fargo. I Rory e Cobby di Damon e Affleck sono uomini già nati stanchi, che si lasciano trasportare inermi dal fluire degli eventi, accettando rapine a sindaci corrotti, e immischiandosi in traffici criminali, viaggiando sempre sul limite di un mondo che comprendono, ma verso cui non intendono lasciarsi totalmente coinvolgere. Non deve pertanto sorprendere se vi sono attimi in cui la cinepresa di Liman sembra addirittura sostenere fisicamente i corpi dei due, sorreggendo i loro menti con primissimi piani, o anticipandoli nei movimenti così da prenderli al volo in caso di una possibile caduta.

The Instigators e l'adrenalina di un primo piano

Ed è qui che si ritrova uno dei punti di forza di The Instigators: la macchina da presa è un terzo personaggio invisibile che silenziosamente entra in scena in punta di piedi, per poi rubare le fila dei personaggi e manovrare il tutto, con riprese ora sincopate, adesso distese, ma sempre e comunque fortemente adrenalinche. Seguendo un processo inversamente proporzionale, più gli inseguimenti e le fughe si ampliano su larga scala, passando da cucine e sale conferenze a corsie di strade trafficate, più la ripresa di Liman si restringe, concentrandosi sui volti dei propri protagonisti. Poco in asse, la cinepresa si diverte a immortalare i personaggi sullo schermo con fare angolato e riprese inclinate, suggerendo l'avvento imminente di un pericolo, o un'improbabile messa in salvo a opera dei suoi personaggi.

Il tocco freddo dell'ironia

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La fotografia glaciale di The Instigators

È un mondo dove il senso di calore non tocca i volti dei propri personaggi, quello di The Instigators. Tutto è avvolto da una fotografia glaciale, da lampade a neon capaci di alludere a un'asettica messa in scena di un laboratorio chirurgico puntellato da schizzi di sangue. Eppure, si fa largo lungo la superficie di tale freddezza, un'umanità latente, di uomini fragili, incapaci di rimanere a galla, ingoiati da una corrente che li spinge verso il fondo. A tenerli ancorati a un mondo circostante filtrato dalla propria apparente ingenuità, o scaltra intelligenza, è un uragano umoristico che li rende irresistibili agli occhi del pubblico e di chi li incontra. Uno scarto empatico, tra ciò che si vede e ciò che si sente, a sua volta esacerbato da una colonna sonora anempatica e disorientante, dove la leggerezza di brani come "Downtown" si scontra con l'ansia adrenalinica di inseguimenti al cardiopalma.

The Instigators Matt Damon In Azione
Una still del film con protagonista Matt Damon

Non c'è più spazio per gli uomini intraprendenti, dal cuore impavido, con una pistola carica pronta a essere usata e la sfrontatezza di affrontare il nemico; Rory e Cobby sono rappresentanti in ridotto degli uomini disillusi di oggi. E così, anche un heist-movie si tinge di insicurezza, di armi tenute nella tasca dei pantaloni e mai veramente usate. Cambia il concetto di film d'azione, non tanto nella messinscena, quanto nella costruzione psicologica di personaggi lontani dall'eroismo di John Wayne, e più vicini alle elucubrazioni mentali di Woody Allen. Un cortocircuito che rende The Instigators un film fresco, accattivante, nonostante la mancata risoluzione di alcuni sublot, e quindi comunque capace di coinvolgere ogni tipo di spettatore, sottraendolo dalla sua ordinaria apatia, per farlo ostaggio nella loro ordinaria follia.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di The Instigators sottolineando come il film diretto da Doug Liman e con protagonisti Matt Damon e Casey Affleck riesca a proporre una nuova ricetta di film d'azione, insignendola di una forte dose di umorismo e interpretazioni ineccepibili.
Le esplosioni fanno a gara con personalità fragili, ossessioni e situazioni al limite dell'assurdo. Peccato per delle sottotrame senza epilogo, e una risoluzione finale che poteva essere sviluppata più a fondo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • La coppia Damon-Affleck.
  • Il senso di irresistibile sarcasmo che investe l'opera.
  • L'importanza affidata alla componente psicologica dei due protagonisti.
  • La fotografia glaciale.
  • La colonna sonora.

Cosa non va

  • La mancata risoluzione di alcune sottotrame e una leggera superficialità risolutiva per quella principale.
  • Il non aver approfondito maggiormente il personaggio di Cobby.