Il vostro nuovo film di Natale preferito è The Holdovers - Lezioni di vita. Un po' presuntuoso affermarlo con tanta certezza? Forse sì, ma sicuramente per noi è stato così. Alexander Payne, a sei anni da Downsizing, torna al cinema con una storia che ha tutto: è divertente e amara, ti accarezza e ti colpisce, come direbbe Michela Giraud "fa ridere ma fa anche riflettere".
Tutto merito di una sceneggiatura solidissima, scritta da David Hemingson, e di un tris di attori fenomenali: Paul Giamatti, che, se ci fosse una giustizia in questo mondo, vincerebbe l'Oscar 2024 come migliore attore protagonista, Da'Vine Joy Randolph, strepitosa anche lei, e l'esordiente Dominic Sessa, uno da tenere d'occhio perché sicuramente farà strada.
Nelle sale italiane dal 18 gennaio, la trama di The Holdovers - Lezioni di vita si concentra su tre personaggi, che rimangono bloccati insieme a Natale nell'istituto Barton Academy: il professore Paul Hunham, intransigente e più abituato ai libri che alle persone, lo studente Angus Tully, abbandonato dalla famiglia, e la cuoca Mary Lamb, che ha appena perso il figlio in Vietnam. Siamo infatti nell'America del 1970, nel New England, e, come ci hanno detto gli attori nella nostra intervista, nonostante siano passati 50 anni da allora l'America, più o meno, non è cambiata così tanto.
The Holdovers: intervista a Paul Giamatti e Da'Vine Joy Randolph
Paul Giamatti e Da'Vine Joy Randolph sono fantastici: non soltanto nel film, anche durante le interviste. Si completano le frasi a vicenda, si stimolano, si scambiano idee. È per questo che meriterebbero entrambi almeno una nomination all'Oscar 2024, se non addirittura di vincere. Soprattutto Paul Giamatti: non ce ne voglia Cillian Murphy, il favorito di quest'anno grazie al suo ruolo di Oppenheimer, ma l'interpretazione di Giamatti è strepitosa. Nonché il coronamento di una carriera.
The Holdovers - Lezioni di vita, la recensione: così si fanno i film
Eppure l'attore è sicuro di perdere: "Punta tutti i tuoi soldi su di lei!" ci ha detto indicando Da'Vine Joy Randolph. Lei invece è altrettanto sicura che no, sarà lei a perdere: "Lui vincerà! Io perderò e rimarrò stesa sul pavimemnto."
Premi a parte, The Holdovers è un film destinato a diventare uno di quei titoli da vedere e rivedere per farsi del bene. Magari in famiglia, proprio a Natale, come tradizione. Questi tre personaggi sono infatti stati abbandonati da tutti ma, in qualche modo, trovano la forza di aprirsi tra loro. "Aprirsi agli altri è difficile. Devi sentirti sicuro" dice Da'Vine Joy Randolph, proseguendo: "ma mi è successo. Sulla metro di New York: alcuni stanno affrontando una cosa così pesante o sono così tormentati, che sono venuti a parlarmi, anche se erano estranei. È difficile, ma più ci proviamo meglio è".
Per Giamatti invece: "Richiede sicuramente molto coraggio. È una cosa audace da fare, ti devi mettere in gioco. È intressante: è quasi più facile aprirsi con un estraneo, invece che con qualcuno che conosci. Che è quello che succede nel film: sono estranei".
La spiegazione del finale di The Holdovers secondo Paul Giamatti
Nel finale di The Holdovers c'è in ballo una stretta di mano. Un momento fondamentale, come spiega l'attore: "È molto importante che ci sia solo una stretta di mano e non un abbraccio. Prima di tutto perché, secondo me, quando reciti trattenere le emozioni fa più effetto di liberarle completamente. E poi, considerando il periodo storico e chi è quell'uomo, e chi è quel ragazzo, e l'idea che hanno della mascolinità, per quanto lui sia cambiato, non lo è abbastanza per farlo. È realistico. Le persone non si trasformano di botto: non può improvvisamente abbracciare il ragazzo. Deve ancora cambiare molto prima di poterlo fare. Ed è una cosa triste! È triste che non riescano a farlo. Ma almeno si vedono in modo diverso: si spera che abbiano lasciato un segno negli altri, tutti loro".
"Ce la puoi fare"
Queste tre persone, per quanto siano incasinate e distrutte, si danno coraggio a vicenda. Per gli attori è fondamentale avere, almeno una volta nella vita, qualcuno che ti dica: "ce la puoi fare". L'attrice ne è convinta: "È tutto. Te ne basta solo uno. Non succede che ci sia sempre qualcuno a rassicurarti. Ma averne uno è fondamentale. A me è successo presto nella mia vita, ma mi dà ancora forza adesso da adulta. Quello che mi ha detto mi ha fatto andare avanti. Penso sia davvero triste se a qualcuno non sia mai successo. Per me è stato un insegnante. Gli insegnanti sono fondamentali."
The Holdovers, un bellissimo film di Natale (che da noi non esce a Natale)
Un'altra frase importante del professore nel film è: "La storia non è soltanto lo studio del passato, ma una spiegazione del presente". Quando chiediamo però agli attori cosa ci dice il film di Payne sull'America di oggi la risposta è scoraggiante: "Che non è cambiato niente! È tutto uguale! Si dice che la storia si ripete: ma dovremmo imparare qualcosa! È proprio lo scopo della storia. E invece..." questo secondo Da'Vine Joy Randolph. E Giamatti è abbastanza d'accordo: "Questo spiega perché oggi siamo così nei guai! Se c'è un passo avanti è minuscolo! È un movimento infinitesimale, non ci siamo molto evoluti".