Sono state tante le sfide affrontate a livello produttivo da parte dei realizzatori di The Continental, l'ambiziosa serie spin-off prequel del franchise cinematografico di John Wick, dal 22 settembre su Prime Video con la prima puntata (qui la nostra recensione). Tre notti per tre episodi per raccontare come il Continental è divenuto un elemento così importante nella mitologia della saga con protagonista Keanu Reeves, e per costruire il percorso dei due co-protagonisti del franchise, Winston e Charon, di come sono diventati manager e concierge di uno degli hotel più iconici dell'audiovisivo. Ce lo ha confermato il produttore esecutivo Basil Iwanyk nella nostra intervista, quando ha parlato del casting dei nuovi giovani attori che avrebbero avuto l'ingrato compito di raccogliere l'eredità di Ian McShane e del compianto Lance Reddick] in tv.
"Quando si fa un prequel, bisogna iniziare con qualcuno che rappresenti quei personaggi fisicamente. Winston non può essere biondo, 180 cm in altezza per dire. La sfida era che molti attori erano potenziali Charon e Winston ma l'elemento peculiare di Colin Woodell - penso che senza trovare il nostro Winston non avremmo potuto fare la serie - è che ha lo sguardo di Ian McShane. Due occhi che mostravano la spietatezza e la violenza ma anche il calore e il fascino. Colin aveva quegli occhi e trasmetteva quelle vibrazioni, solamente il principio di qualcuno che possiederà quella spietatezza".
Continua: "All'inizio della serie è relativamente dolce ma poi lo vediamo crescere come criminale. Non dimentichiamo che tutti questi personaggi sono gangster e boss del crimine in fin dei conti. Lo stesso vale per Charon. Nei film è così imperscrutabile, non conosciamo nulla di lui. Non sappiamo come mai la sua amicizia con Winston è talmente profonda. Lavorano insieme, ma hanno sempre un rapporto di subordinazione tra concierge e manager, eppure morirebbero l'uno per l'altra. Dovevamo trovare qualcuno che personificasse quella nobiltà che Lance aveva, quell'imperscrutabilità, quella dignità, ma allo stesso tempo doveva avere chimica con Colin e dovevamo credere come spettatori alla loro evoluzione come fratelli nel corso degli anni. L'abbiamo scovato in Ayomide Adegun".
Questione di casting
Quelli citati non gli unici interpreti fondamentali di The Continental, che è un prodotto molto più corale di John Wick. L'altro casting importante è stato sicuramente quello di Mel Gibson nei panni di Cormac, il manager dell'hotel negli anni '70, quando è ambientato il serial. Dice Basil Iwanyk: "Avevamo due caselle da spuntare. La prima era avere una star del cinema che tutti conoscessero. Doveva rendere la sua minaccia verso Colin/Winston ancora più imponente. Sapevamo che Colin non era ancora quel nome riconoscibile. Poi volevamo quella sensazione di un gruppo di giovani attori che andasse contro una sorta di istituzione come talent".
Non finiva qui però: "Ci serviva anche che quella star del cinema fosse amata, che facesse ridere, che fosse carismatica, e il pubblico capisse perché quella persona era riuscito a fare la scalata al potere ma allo stesso tempo era un vero psicopatico violento, e poteva spegnere e accendere quell'interruttore in un secondo. Lo vediamo perdere la testa nel corso dello show. Se possiamo credere a Ian McShane/Winston nei film e Cormac nel serial, ci accorgiamo che hanno le stesse responsabilità. Ma c'è una sete di sangue in Cormac che non è presente in Winston. Mel Gibson corrispondeva a tutto ciò che stavamo cercando. Era una star del cinema riconosciuta e aveva la capacità di portare quel fascino folle dentro di sé per il quale stai ridendo con lui e un attimo dopo compie qualcosa di orribile, e ti fa sentire orribile per aver riso alle sue battute qualche istante prima."
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Nomen omen
The Continental è uno spin-off interessante perché prende il titolo non da un personaggio, come di solito accade, ma da un luogo, che poi in effetti è un personaggio vivente nel franchise di John Wick. A quel punto bisognava creare questa versione specifica dell'albergo: "È divertente tu lo chieda perché di film in film, dato che avevamo un budget maggiore, abbiamo mostrato sempre di più del Continental. Nel primo eravamo partiti dalla cantina, per poi aumentare con le stanze in ogni capitolo. Questo è davvero l'hotel più grande che abbia visto in vita mia. Quindi nella serie non era più il voler mostrare di più del Continental, bensì mostrare la versione prima di Winston. Quindi la versione che ne aveva passate tante, ancora ruvida intorno ai bordi".
Continua Basil Iwanyk: "Il Continental che Cormac sta dirigendo riflette la New York di quell'epoca. Una città schifosa, immorale, si stava disintegrando. Rappresenta un uomo che ha perso il controllo del proprio posto. Anche fisicamente l'hotel sembra stia crollando su se stesso una crepa alla volta. È un bel contrasto con ciò che abbiamo visto nei film, in cui era tutto elegante e pulito, che è ciò che Winston porterà al Continental. Per quanto riguarda la storia che raccontiamo intorno ai personaggi, l'hotel come personaggio si è evoluto attraverso i suoi manager, non è sempre stato questo imponente palazzo visto al cinema". Un po' Gotham City in un certo senso.
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Ricostruire New York
Abbiamo parlato di sfide produttive all'inizio di questo articolo. Quella più grande, secondo il produttore esecutivo, è stata sicuramente ricreare la New York degli anni '70 a Budapest, "perché non volevamo sembrasse una cafonata hollywoodiana. Non sono solamente gli edifici, ma anche le automobili, i carretti degli hot dog, l'etnicità delle comparse e i costumi. Sono un sacco di dettagli che non potevamo trovare in Ungheria o in Europa e quindi abbiamo dovuto portarli o crearli".
C'è anche una sostanziale differenza tra i film al cinema e la serie tv in streaming pur venendo dallo stesso franchise. Dice Iwanyk: "Se vedete i primi tre film sono ambientati tutti insieme nel giro di un mese su per giù, mentre nel quarto film arriviamo ad un anno dopo. In tutto per i quattro film siamo a un anno e qualche settimana. Di solito John è inseguito oppure è lui ad inseguire qualcuno. Non c'era il tempo di esplorare questi personaggi e questo mondo. Nel corso dei film sui personaggi secondari il pubblico ne voleva sapere di più perché li amava. C'è molta azione nelle tre notti della serie ma abbiamo anche il tempo di scoprire di più su chi siano questi personaggi, sulle loro relazioni, sul loro background, su ciò che li ha portati ad essere ciò che sono. È la magia dello storytelling televisivo. Hai del tempo per respirare ed esplorare, con più pazienza. Non solo due ore in una sala per dire tutto: questa direi che è la più grande differenza."
Dedica a Lance Reddick
Basil Iwanyk ci ha infine confermato in chiusura dell'intervista come avessero già finito di girare quando è morto all'improvviso Lance Reddick, interprete del concierge Charon nella saga cinematografica che, neanche a farlo apposta, muore anche in John Wick 4 (qui la recensione). La serie è in un certo senso un tributo a lui post mortem: "Ci ha lasciato una settimana prima della premiere di John Wick 4, ed è stato davvero straziante vederlo ucciso nel film. Ma oramai era tutto pronto. Penso che Lance come attore e Charon come personaggio meritassero che li conoscessimo di più. Nella serie è uno dei protagonisti e lo show serve proprio a questo, a raccontare di più sul background del personaggio, sulla sua amicizia e fratellanza con Winston".