Non si sa bene il motivo, ma durante la conferenza stampa della terza stagione di The Bear (su Disney+ dal 14 agosto, in netto ritardo rispetto alla release americana del 26 giugno), è stato chiesto se tra Carmy alias Jeremy Allen White e Sydney aka Ayo Edebiri potesse in qualche modo schioccare la scintilla. Domanda decisamente discutibile con risposta ovvia e diretta arrivata dai due protagonisti ("no"), che pare banalizzare una delle relazioni più profonde e sfumate di quella che potremmo considerare la serie di riferimento per chi cerca (ancora) la qualità.
Certo, potremmo anche soprassedere sulla quantità di domande arrivate dalla stampa americana riguardanti la gastronomia di Chicago (sfondo della serie, per chi non la conoscesse), ma è effettivamente una sfida cercare di cavare il sangue dalle rape (per restare in tema culinario) da un incontro stampa che, effettivamente, traduce solo in modo approssimativo cosa può rappresentare nell'economia della storia questa terza stagione, scritta da Christopher Storer e Joanna Calo.
The Bear 3, come affrontare il dolore: parla il cast
Il primo a parlare è Ebon Moss-Bacharach, che in The Bear è l'amato Richie. Un personaggio in evoluzione, e che ritroviamo nelle nuove puntate pronto a seguire una nuova strada intrapresa: "La terza stagione riprende non molto tempo dopo la fine della seconda. Credo che Richie veda una specie di strada verso cui dirigersi. Ma una cosa è vedere il sentiero, e un'altra cosa è percorrerlo. Quindi, come in ogni tipo di crescita personale, ci sia un continuo avanti e indietro e non c'è un percorso chiaro e unidirezionale".
Tra i temi, quello del dolore, che sembra far comunicare l'intero tessuto connettivo della serie. Nessuno sembra aver affrontato davvero il dolore per la morte di Mikey. Una catarsi che verrà rilevata in The Bear 3? Prova ad affrontare l'argomento Abby Elliott: "Sì, credo che Natalie stia elaborando il suo dolore ora che sta per diventare madre. È incinta e sta affrontando il fatto che suo fratello ha avuto una morte orribile e il suo rapporto con sua madre e suo fratello non è buono". Per Ayo Edebiri non può esserci The Bear senza il dolore. "Molti personaggi hanno un lutto che li ha toccati in modi diversi. È uno dei fili conduttori della serie, e in questa stagione sia stato affrontato da diversi personaggi in modi diversi". Decisamente più ambiguo Jeremy Allen White, che con il suo Carmy è entrato di diritto nella storia della serialità: "Carmy sta continuando a fare quello che sa fare meglio, e cioè essere incredibilmente evitante rispetto a tutti i problemi che ha".
Perché nessuno è come Jeremy Allen White
Una terza stagione che punta alla sfida
Tra i personaggi più interessanti ritroviamo poi Neil, interpretato da Matty Matheson, (vero) chef canadese. Un personaggio che avrà sempre più spazio, apportando la sua conoscenza culinaria sul set: "Molti chef hanno avuto una carriera formidabile", spiega Matheson, "Hanno costruito se stessi poco a poco, hanno raccolto la loro abilità lungo il percorso. Non si smette mai di imparare. La serie racconta questo: di come Carmy sta costruendo il proprio cammino". Ma è poi Jeremy Allen White, con un Emmy e due Globes in bacheca, che anticipa in parte ciò che affronterà Carmy nella terza stagione (tranquilli, la quarta è stata ufficiosamente già ordinata): "Carmy, appena uscito da quella cabina frigo, si rituffa nel lavoro e cerca di sfidare se stesso. Sfida anche quelli che ha intorno, rendendo stimolante e sfidante l'ambiente".
Se di sfide parliamo, Ayo Edebiri (sempre più brava, vera rising star hollywoodiana) ha anche diretto il sesto episodio della terza stagione, Napkins: "Dirigere è stato uno spasso", confida l'interprete, "È un sogno poter lavorare con la nostra troupe. E poi, la regia ha amplificato questa sensazione. Ero così colpita e commossa ogni giorno. E poi, ho avuto modo di dirigere alcuni dei miei attori preferiti, e mi è sembrato un po' un corso di perfezionamento, un regalo. Mi sono sentita come se questo fosse il miglior lavoro del mondo... O almeno a pari merito con quello di attrice!".
Verso... L'elevazione
A proposito, sia Jeremy Allen White che Ayo Edebiri hanno in parte smentito di aver girato la terza stagione insieme alla quarta. "Abbiamo realizzato delle cose, più o meno, ma non abbiamo girato esattamente la quarta stagione". Del resto, il set di The Bear è una sorta di bolla: "Dalla prima alla seconda stagione, eravamo curiosi di sapere se avremmo potuto mantenere il nostro equilibrio, dopo il grande successo", spiega Allen White.
"Siamo riusciti a realizzare The Bear, inizialmente, senza alcuna aspettativa, ed eravamo un po' incerti se saremmo stati in grado di ritrovare quell'essenza. Invece, tutti questi sentimenti si siano amplificati dopo la seconda stagione. E poi ancora, penso che siamo stati in grado di trovare quello spazio creativo tra di noi, separato da tutte le altre cose. Siamo davvero fortunati a poterlo fare ancora e ancora". Forse per questo, in chiusura di press conference, il cast definisce la stagione di The Bear con una sola parola: "Elevazione". Insomma, ad majora. Sia in cucina, che sul set di uno show folgorante.