Una donna e un uomo, Mia (Elizabeth Olsen) e Aaryan (Himesh Patel), una relazione solida e un desiderio: avere un figlio. La storia più vecchia del mondo, ma che nel racconto distopico portato in scena da Fleur Fortuné in The Assessment, qui al suo debutto alla regia dopo svariati videoclip (Drake, Pharrell Williams, Travis Scott), spot e cortometraggi, assume contorni del tutto nuovi e inquietanti. Ambientato in un futuro prossimo in cui il cambiamento climatico ha distrutto il vecchio mondo, il film - presentato fuori concorso al Torino Film Festival - racconta di una società controllata dove i sopravvissuti sono costretti a sottoporsi ad un'estenuante test di valutazione per poter essere ritenuti idonei o meno ad avere figli.
The Assessment: un film perverso e surreale
Mia e Aaryan, biologa a contatto con piante e terra lei, scienziato che progetta animali domestici artificiali dopo che quelli reali sono stati banditi dal nuovo mondo lui, fanno parte dell'élite che può permettersi di fare domanda per avere un figlio fecondato ex utero. Chi, invece, non è degno di vivere nella zona protetta è isolato ed esiliato in una terra arida. Il nuovo governo, nell'accogliere la richiesta dei due, invia nella loro moderna abitazione Virginia (Alicia Vikander). Sette giorni in cui la coppia sarà valutata e messa davanti a prove psicologicamente complesse.
Domande intime, intrusione nella sfera sessuale, giochi di ruolo, cene con amici e familiari. Virginia spinge la coppia di aspiranti genitori - e il pubblico - al bordo del precipizio. Perverso e surreale, The Assessment, vede nell'enigmatica e sottilmente sadica scrutinatrice la chiave attraverso cui scardinare la relazione della coppia. Nel comportarsi come una bambina capricciosa che vuole essere portata a cavalcioni o dormire con i genitori dopo aver fatto un brutto sogno, Virginia mette alla prova i nervi di Mia e Aaryan mentre assesta dei colpi potenzialmente distruttivi alle fondamenta della loro relazione?
Le derive del potere
Definito dalla regista un "thriller psico-sessuale", The Assessment usa musiche, scenografia e costumi per dare vita a un mondo futuristico e distopico che si discosti da tanto cinema che già lo ha rappresentato. E quindi la casa dei due protagonisti gioca con elementi analogici, grandi vetrate colorate e geometrie anni Settanta mentre la colonna sonora di Emilie Levienaise-Farouch (All Of Us Strangers) sottolinea le atmosfere sinistre ed enigmatiche che attraversano il racconto. Ambientato quasi esclusivamente in uno solo set, la casa della coppia per l'appunto, il film ha anche il sapore dell'opera teatrale.
Scritto da Nell Garfath Cox, Dave Thomas e John Donnelly che infondono alla sceneggiatura un tocco di umorismo nero, The Assessment si misura con tematiche attuali - dalle conseguenze nefaste del cambiamento climatico alla presenza nelle nostre vite dell'intelligenza artificiale -, mentre pone l'accento su un tema ben più agghiacciante di un ipotetico mondo distopico del futuro: il controllo dei governi sui corpi delle donne.
In un mondo in cui le risorse primarie scarseggiano, avere un figlio non è una scelta ma un privilegio. E il film ci porta a interrogarci su cos'è che ci spinga a voler così tanto mettere al mondo un bambino. Ma nel farlo si riallaccia anche alla nostra attualità, tra leggi che impediscono di abortire o pongono innumerevoli paletti alle donne che provano a mettere al mondo un figlio. Una riflessione sulle derive del potere detenuto da chi siede nelle stanze dei bottoni e sul giocare a fare i burattinai con le vite altrui.
Conclusioni
Al suo debutto al lungometraggio, Fleur Fortuné si affida ad una sceneggiatura scritta da Nell Garfath Cox, Dave Thomas e John Donnelly per mettere in scena un futuro distopico in cui le coppie devono superare un test per poter diventare genitori. Ottime le interpretazioni di Elizabeth Olsen, Alicia Vikander e Himesh Patel in un film dal retrogusto teatrale nell'impostazione scenica e narrativa. Qualche passaggio scontato in una storia che ha, però, il merito di riflettere sull'ingerenza e il controllo dei governi sui corpi delle donne. Una realtà quantomai attuale per la quale non c'è tristemente bisogno di addentrarsi in un mondo nuovo.
Perché ci piace
- L'impegno nel creare un futuro distopico visivamente originale
- L'atmosfera da opera teatrale
- Le prove attoriali dei tre protagonisti
- La riflessione sulle derive del potere e il controllo dei governi sui corpi delle donne
Cosa non va
- Una certa prevedibilità di alcuni passaggi narrativi