Quando arriva una nuova serie tv, specialmente sulle piattaforme e in particolar modo su Netflix, viene quasi naturale fare un paragone con qualche titolo del passato. Specialmente se si tratta di hit, di cui ovviamente il servizio streaming cerca disperatamente eredi o simil-tali. Ecco quindi che con l'approdo di The 8 Show sul colosso dello streaming è stato impossibile non pensare a Squid Game e Alice in Borderland (ne abbiamo parlato anche nella nostra recensione). Però ci sono delle sostanziali differenze, compreso il finale di cui parliamo in quest'occasione in modo più approfondito sfruttandolo anche come recap degli episodi precedenti in vista della nuova stagione e - ovviamente - con qualche spoiler, quindi attenzione se proseguite nella lettura! Siete stati avvisati delle regole, proprio come i partecipanti ai giochi...
Squid Game: un finale al cardiopalma
Nel finale di Squid Game - è attesa per Dicembre 2024 la seconda stagione, quindi questo articolo vi è utile anche come ripasso - il protagonista da cui abbiamo seguito la storia attraverso i suoi pensieri in itinere (già un primo punto in comune con The 8 Show) Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) incontra il proprio destino. Lui è il numero 456 dei partecipanti al gioco del titolo, l'ultimo della lista che diventerà, incredibilmente e per una serie di circostanze dettate dal caso e dalla fortuna oltre che dalla tenacia e dalla resilienza, il vincitore. L'ultimo "livello" - ovvero il Gioco del Calamaro, che dà il titolo alla serie Netflix - mette faccia a faccia l'uomo con il suo amico d'infanzia, Cho Sang-woo (Park Hae-soo) che si è sempre distinto negli studi e nella vita rispetto allo "sciocco ed incompetente" protagonista ma è finito nel suo stesso "inferno in Terra" per i debiti accumulati a causa della frode d'investimenti. I due lottano fino all'ultimo, come quando erano piccoli, e a sorpresa Seong Gi-hun ha la meglio ma decide di risparmiare l'amico rinunciando al montepremi accumulato dalle morti di tutti i giocatori precedenti, se voteranno entrambi (la maggioranza) per uscire dal gioco. Cho Sang-woo però preferisce uccidersi e farla finita. Il protagonista viene ri-abbandonato da un auto in mezzo alla strada e scopre di non aver vissuto un sogno e di aver davvero guadagnato tutti quei soldi ora presenti sul proprio conto. A quale prezzo? Il dilemma morale che fin dal primo episodio ha perseguitato l'uomo.
Un anno dopo comprendiamo che Seong Gi-hun non ha smesso di vivere come prima e ha lasciato tutto il denaro, senza mai toccarlo, in banca. Viene chiamato da un responsabile dei suoi risparmi proprio per questa anomalia, non riuscendo a fornire una giustificazione e anzi chiedendo qualche spicciolo per la giornata; poco dopo, compra un fiore da una venditrice ambulante per ritrovarsi tra le mani un biglietto come quelli del gioco che lo invitano ad un appuntamento in un grande palazzo vetrato in centro. Recatosi sul posto all'ora descritta, trova morente su un letto d'ospedale, nientemeno che Oh Il-nam (Oh Yeong-su), scoprendo quindi che non è l'unico sopravvissuto al gioco. L'anziano si chiama davvero così ed era davvero malato, ma ha mentito sul resto: con alcuni amici ricchi ha deciso di creare il corrispettivo dell'ippica ma con le persone al posto dei cavalli, e in seguito di voler partecipare ai giochi che avevano creato in prima persona perché "non sarebbe stato altrettanto divertente guardare e basta". Del resto, non ha mai davvero obbligato qualcuno a partecipare e, soprattutto, a tornare nel gioco dopo l'iniziale battuta d'arresto tra primo e secondo episodio.
Era lui il misterioso Presentatore con la maschera da gatto, che non aveva voluto partecipare al voyeurismo degli ultimi due giochi proprio per il motivo appena detto. Il protagonista e il vecchio fanno un ultimo match ma, allo scoccare della mezzanotte, il primo vince e vorrebbe ucciderlo per tutto ciò che ha fatto loro, ma l'anziano muore comunque di morte naturale. Al suo capezzale arriva anche il Frontman, che abbiamo scoperto essere nient'altro che il fratello maggiore del poliziotto Hwang Jun-ho (Wi Ha-joon), scomparso da anni perché reclutato dallo Squid GameSquid Game. L'avventura a questo punto finisce? No, come suggerisce l'ultima sequenza. Dopo aver donato i soldi dei defunti alle loro famiglie, almeno quelle che conosceva e a cui aveva promesso di occuparsene, aver recuperato un rapporto con la figlia ed essersi dato una sistemata, Seong Gi-hun sta per salire su un volo in aeroporto ma vede colui che l'aveva ingaggiato più di un anno prima nella stazione della metropolitana. A quel punto recupera il biglietto e chiama il numero sovrascritto, intimando agli amici organizzatori del vecchio che lui non è un cavallo ma un essere umano. La voce al telefono gli dice che gli conviene prendere l'aereo se non vuole che ci siano terribili conseguenze.
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The 8 Show: un finale anticlimatico
Al contrario di Squid Game, The 8 Show si basa sull'omonimo webtoon e sull'assunto opposto per partecipare al programma che diventa un gioco al massacro: se qualcuno dei partecipanti muore, il gioco termina e gli altri perdono il montepremi. Una serie di prove (auto-create dai concorrenti in questo caso) hanno portato anche loro a ricorrere alla violenza e alla tortura pur di intrattenere - "divertire" come diceva il vecchio di Squid Game - gli spettatori dietro le telecamere che costantemente filmano la Casa al centro dello show (come se fosse quella del Grande Fratello, un esperimento sociale). Giunti alla fine, Piano 1 (Bae Seong-woo), il più basso e povero di tutti all'interno della catena alimentare del programma, specchio della nostra società, si uccide per un cortocircuito tra le fiamme dopo aver tentato un'ultima acrobazia folle - dato il suo lavoro di Clown per la figlia malata costretta a tornare a casa dall'ospedale per via dell'assicurazione. Preso dalla disperazione di aver perso un miliardo di won (l'obiettivo che si era dato all'inizio del gioco) per poter cambiare stanza e finire al piano più alto, ribaltando la propria situazione sociale come segno di riscatto. In realtà scopre di poter acquistare solamente le istruzioni per cambiare piano (il prezzo per il vero e proprio salto è irraggiungibile) e anche questo si rivela una metafora della società, dove non è possibile modificare così drasticamente il proprio status economico salvo circostanze eccezionali.
Nemmeno la sua morte però stranamente sembra fermare il programma e il protagonista dal cui punto di vista e voce narrante abbiamo seguito tutta la storia, Piano 3 (Ryu Jun-yeol), intuisce che l'unico modo è distruggere tutte le telecamere. Se il pubblico non avrà più niente da vedere, sarà costretto ad interrompere la visione: le cose vanno esattamente così ed ecco che i sopravvissuti (che purtroppo non riescono a salvare Piano 1) tornano alla vita reale, senza essersi detti quasi nulla sulla propria vita, nemmeno i propri nomi (rispetto ai concorrenti di Squid Game che alla fine qualche confessione la fanno). Il pubblico stesso scopre pochissimo della loro vita precedente nell'ultimo episodio: Piano 8 (Chun Woo-hee) è un'artista performativa impazzita, Piano 6 (Park Hae-joon) un ex giocatore sportivo caduto in disgrazia, Piano 5 (Moon Jeong-hee) una donna rimasta fregata dal marito, Piano 4 (Lee Yul-eum) una parcheggiatrice di un centro commerciale che non riesce a farsi rispettare e Piano 2 (Lee Zoo-young) un'operaia arrabbiata.
Passa del tempo e Piano 3 sembra non riuscire ad andare avanti con la propria vita finché non riunisce quasi tutti per il funerale di Piano 1, lasciando la parte di montepremi spettante alla famiglia del defunto. Un gesto simile a quello di Seong Gi-hun che in questo caso però vede i protagonisti utilizzare da subito il denaro vinto, poiché il prezzo da pagare è stato meno a discapito di altri esseri umani. Il vero immancabile plot twist però lo regala Piano 7 (Park Jeong-min), dato che rispetto all'altro thriller sudcoreano e ad Alice in Borderland sulla piattaforma, non sappiamo nulla delle "menti" dietro al gioco. O quasi: sul finale infatti vediamo la vera vita di Piano 7, che non riusciva a vendere l'idea di un libro o sceneggiatura che fosse, e quindi propone ciò che ha realmente vissuto. Forse. Agli spettatori - come sempre, in questo gioco meta-televisivo che sono le due serie Netflix - l'ardua sentenza.