A discapito della loro incredibile e disarmante semplicità, le Tartarughe Ninja (Teenage Mutant Ninja Turtles) sono riuscite a conquistare il cuore di numerose generazioni diverse e a rafforzare il loro specifico valore culturale e creativo, reinventandosi di volta in volta. I ragazzi cresciuti negli anni '80 e '90 lo sanno bene, sono stati testimoni diretti della loro esplosione nella cultura Pop, sviluppando una vera e propria ossessione per queste Tartarughe, per il loro onnipresente merchandising e per tutte le trasposizioni televisive e cinematografiche, che hanno contribuito a presentarle e ad ancorarle a un'immaginario spensierato mai completamente dimenticato.
Il viaggio delle Tartarughe Ninja ha avuto origine dal folle sogno di due autori su cui nessuno voleva scommettere, e ha trovato terreno fertile prima sulla carta stampata per poi approdare nel mondo dei giocattoli e dell'intrattenimento di massa. Questo viaggio ha permesso ai quattro fratelli, vittime di una mutazione, di conquistare un posto indelebile nella cultura popolare. Il vero potere delle tartarughe, infatti, non risiede solo nell'originalità che le ha contraddistinte fin dall'inizio, ma anche nella loro spensierata semplicità, che ha permesso loro di entrare in contatto diretto anche con generazioni dal gusto diverso, senza mai essere dimenticate. In occasione dell'uscita di Tartarughe Ninja: Caos Mutante, abbiamo deciso di ripercorrere i passi più importanti che hanno portato alla nascita e alla diffusione di un fenomeno così grande, duraturo e inaspettato.
Un sogno in bianco e nero
Non si può parlare delle Tartarughe Ninja (e di tutte le loro derivazioni come Tartarughe Ninja: Caos Mutante) senza nominare le due persone dietro alla loro effettiva nascita: Kevin Eastman e Peter Laird. Tutto ha inizio proprio da loro e dal grande amore per i fumetti americani, che ha avuto inizio negli anni '80, in questo caso, senza mai esaurirsi. Incontratisi proprio in quel periodo, non hanno avuto difficoltà a legare e a trovare un percorso comune in cui collaborare. Nonostante nessuno dei due avesse mai intrapreso la strada del fumetto a livello professionale, entrambi erano ispirati dal desiderio di creare qualcosa e di seguire gli schemi artistici e creativi dei loro eroi in questo campo, in particolare Jack Kirby.
Così, l'amore profondo per il mondo dei comics e l'incontro di due anime affini hanno portato alla nascita dei cosiddetti Mirage Studios, la loro casa editrice indipendente pronta a sostenerli nei primi e goffi tentativi di creare qualcosa che potesse colpire il pubblico dell'epoca. Siamo poco dopo il 1984, ma è importante ricordare che quegli anni hanno visto la proliferazione di numerosi fumetti indipendenti, aprendo le porte a un mercato che accoglieva volentieri nuove case editrici sia in termini di vendite che di accoglienza (fra le più celebri ricordiamo la Dark Horse Comics, la Valiant Comix, la Malibu Comics e molte altre). Parecchi artisti, quindi, si sono messi in gioco cercando di portare avanti le proprie idee senza il timore della censura e senza limitazioni creative in quel periodo storico.
Un impegno artistico del genere ha gettato le basi del fumetto underground, dando visibilità e fama a opere come Watchmen di Alan Moore, Mouse di Art Spiegelman e Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, per citarne solo alcune. È proprio in un terreno simile che le Tartarughe Ninja hanno trovato la loro prima fertilità.
Anche se Eastman e Laird erano determinati a farsi strada nel settore dei loro sogni, è importante ricordare che gli inizi non sono stati grandiosi. Innanzitutto, i Mirage Studios non erano una vera e propria casa editrice, ma piuttosto una sorta di stanza trasformata in ufficio in una casa, da qui il valore letterale della parola "Mirage" (Miraggio). La loro era una visione in ogni senso, un sogno che cercava di trovare la sua strada e una raison d'être che potesse radicarsi da qualche parte. Nel tentativo di dimostrare il loro valore come artisti, hanno iniziato a lavorare sulle prime idee senza ottenere molto successo (in diverse interviste hanno rivelato entrambi che una delle trovate iniziali vedeva al suo centro un robot chiamato Fugitoid, ad esempio, che non è mai riuscito a vedere la luce).
Il primo vero concetto delle Tartarughe Ninja, poi sviluppato in tutte le opere derivanti come Tartarughe Ninja: Caos Mutante, è nato per pura casualità una sera in cui Eastman e Laird non stavano seriamente lavorando a qualcosa. Per gioco, hanno iniziato a disegnare queste tartarughe con maschere e armi ninja. Un gruppo di personaggi che sembrava divertirli al punto da creare per loro quel famoso logo che li avrebbe accompagnati da quel momento in poi. Alla base delle avventure e delle idee iniziali, dal punto di vista narrativo, c'era comunque la volontà specifica di parodiare personaggi dell'epoca come il Daredevil di Frank Miller e altri simili, sviluppando un contesto che, nella sua semplicità diretta, avrebbe funzionato in termini di originalità ed estetica.
La storia di Leonardo, Raffaello (Raphael nella versione originale), Donatello e Michelangelo, è più semplice che mai. Dopo essere entrate in contatto con un liquido radioattivo sconosciuto, alcune tartarughe si trasformano in esseri antropomorfi dall'aspetto quasi umano. Dotate di un particolare talento per le arti ninja e addestrate da un topo antropomorfo, decidono di diventare veri e propri vigilanti contro le forze del male che affliggono la loro città e il mondo stesso.
Non trovando alcun editore interessato a questa idea, i due artisti decisero di pubblicare autonomamente attraverso la loro casa editrice personale. Il primo volume di 40 pagine delle Tartarughe ha richiesto molti sforzi creativi e una serie di sacrifici finanziari. Tutto per questo progetto che vedeva la luce per la prima volta, tutto per una storia completamente sconosciuta al grande pubblico e agli appassionati di allora. Un vero e proprio salto nel buio di un'accoglienza che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Il 1° maggio 1984 venne pubblicata la prima edizione delle Tartarughe Ninja (Eastman & Laird's - Teenage Mutant Ninja Turtles). Per risparmiare sulla fase di stampa, i due autori si sono affidati a una tipografia non esperta nella produzione di fumetti, tanto che questa prima edizione non era completamente conforme ai formati standard dei fumetti dell'epoca (presentando alcuni errori di stampa che avrebbero afflitto anche le successive pubblicazioni). Con una vendita complessiva di circa 3000 copie, le tartarughe hanno cominciato a costruirsi un pubblico affezionato che voleva conoscere sempre di più e una richiesta pressante di nuove avventure.
Dopo una ristampa di 6000 copie esaurite nuovamente, i due autori decisero di tentare il tutto per tutto, lavorando a un secondo volume che avrebbe confermato o meno il valore dei loro personaggi, ampliandone ulteriormente il potenziale in termini di pubblico e accoglienza. Il secondo numero ufficiale del fumetto delle Tartarughe Ninja arrivò sugli scaffali con 15.000 copie, tutte vendute, e successivamente con 30.000 copie, anch'esse acquistate dalla prima all'ultima; si trattava di un vero e proprio fenomeno editoriale indipendente. Questo raggiunse livelli totalmente inaspettati con Teenage Mutant Ninja Turtles n. 8 (in cui i protagonisti collaborano con Cerebus di Dave Sim), che vendette 100.000 copie, un record nel campo dei fumetti indipendenti.
Tutta la fascinazione dietro ai personaggi era dovuta alla loro identità unica, al fatto che si distinguevano dagli altri prodotti disponibili all'epoca e che allo stesso tempo giocavano con i canoni classici di alcuni fumetti famosi, trovando una nuova vitalità. Lo stile dei due disegnatori era riconoscibile e diverso, così come il loro approccio alla narrazione, portando alla creazione di storie oscure e affascinanti che sono riuscite a conquistare un posto duraturo nell'Olimpo dei comics di quel periodo. Oltre alle grandi soddisfazioni editoriali, è importante notare che il vero successo delle Tartarughe Ninja nel mondo del pop si riscontra soprattutto nel loro ingresso nel settore dei giocattoli e nell'animazione (sviluppatasi fino ad arrivare Tartarughe Ninja: Caos Mutante).
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L'approdo nel mondo dei giocattoli e dell'animazione
Il vero boom delle Tartarughe Ninja inizia nel 1987, con i primi passi nel settore dei giocattoli. In questo senso, la Playmates Toys, una società specializzata nella produzione e distribuzione di action figure, ha svolto un ruolo centrale poiché i suoi interessi di espansione sono andati di pari passo con la crescita di questi personaggi. Mark Freedman, un agente freelance del settore, ha spinto i due autori verso questa svolta particolare e inaspettata, proponendo loro un piano che avrebbe portato i personaggi dal mondo dei fumetti a diventare un franchise mondiale legato al mondo dei giocattoli e dell'intrattenimento, magari a livello globale.
Naturalmente, il percorso verso la visione di Freedman non è stato facile, soprattutto a causa di alcuni iniziali rifiuti da parte delle compagnie con cui era riuscito a entrare in contatto. In quel momento, la Playmates era alla ricerca di nuove idee per conquistare il mercato americano, e lo stile delle Tartarughe sembrava proprio adatto a loro. Il primo accordo con l'azienda, del valore di 150.000 dollari, prevedeva che i fumettisti stessi potessero esprimersi riguardo ai progetti che coinvolgevano i loro personaggi.
Data la natura oscura e prevalentemente cupa del fumetto originale, la Playmates iniziò a riflettere su come trasformare questi personaggi rendendoli più accattivanti per il loro pubblico di riferimento. Mirare ai bambini, infatti, implicava l'utilizzo di elementi pop e di cambiamenti che avrebbero alleggerito l'estetica complessiva del progetto, mitigando l'azione violenta che caratterizzava le storie cartacee. Le parole chiave erano "divertente" e "leggero", e il primo ostacolo significativo con cui si scontrarono fu la scarsa notorietà delle Tartarughe tra il grande pubblico. Di conseguenza, in vista del lancio dei giocattoli sul mercato, venne realizzata la serie animata che le generazioni degli anni '80 e '90 amarono follemente.
La grande fama delle Tartarughe Ninja derivò principalmente da questa trasposizione televisiva, che contribuì a imprimere nella cultura popolare alcuni elementi e tormentoni legati ai personaggi. La Playmates fondò un proprio studio di animazione per lavorare sulla serie e contattò David Wise (famoso autore di He-Man, Transformers e molti altri) per commissionare i primi leggendari episodi. Fu proprio lui a introdurre alcuni dei cambiamenti più significativi e iconici al fumetto e ai suoi protagonisti.
Originariamente, nelle storie a fumetti, le Tartarughe indossavano tutte una benda dello stesso colore rosso. Così Wise pensò bene di distinguerle fin dall'inizio utilizzando quattro colori diversi, che sarebbero diventati uno dei marchi distintivi insieme alle cinture con le iniziali dei loro nomi. Dopo le modifiche estetiche, si iniziò a riflettere sui caratteri di questi tre fratelli così da renderli semplici e diretti. Da questi ragionamenti emersero i ruoli che conosciamo oggi (il leader, quello scanzonato, quello irascibile e il genio), con cui i bambini di tutto il mondo si sono facilmente identificati.
Anche Chuck Lorre venne coinvolto nel progetto animato. Fu lui a creare la famosa sigla della serie, presentandoli al pubblico fin dall'inizio e aprendo la storia, volta dopo volta, con il suo stile autoriale riconoscibile. Prima di creare alcune delle serie più famose di sempre (come Dharma & Greg o The Big Bang Theory, per fare due esempi), Chuck stava cercando di affermarsi come cantautore e non si lasciò scappare l'opportunità, anche se pare non gli fruttò molti soldi.
Poco prima del lancio ufficiale dei giocattoli e della serie animata negli Stati Uniti, entrò in scena Mark Taylor (celebre per il suo lavoro su He-Man) che cominciò a lavorare sui modelli dei personaggi, conferendo loro un'estetica che fece subito la differenza rispetto ai disegni iniziali. Anche il tocco e il contributo di questo artista contribuirono al progetto, trasformandolo ulteriormente in qualcosa di nuovo e coerente con l'opera originale.
Poco dopo l'inizio della serie animata delle Tartarughe Ninja (nota come Tartarughe Ninja alla riscossa in Italia), i giocattoli iniziarono ad apparire sugli scaffali dei negozi che avevano accettato di distribuirli. Il primo ordine fu venduto quasi immediatamente, spingendo a un secondo molto più grande di 50.000 pezzi. Il successo sembrava assicurato fin dall'inizio. Da quel momento in poi, il fenomeno delle Tartarughe Ninja sarebbe stato tutto in discesa... più o meno.
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L'idea di trasformare le Tartarughe in un film
Il grande successo dei giocattoli e della serie animata ispirò l'idea di realizzare un film live-action da distribuire al cinema. Nonostante la tiepida risposta da parte della Playmates, Mark Freedman decise comunque di presentare la sua idea alla Golden Harvest Pictures, che la accolse favorevolmente, coinvolgendo nientemeno che Jim Henson, il creatore dei Muppet, per lavorare al design dei protagonisti.
La sceneggiatura di Tartarughe ninja alla riscossa si basava sui primi numeri della serie a fumetti, il che conferiva al suo spirito un tono ben diverso da quello presente nei giocattoli e nella serie animata. Tuttavia, vennero inclusi anche quei cambiamenti che avevano contribuito a presentare le Tartarughe Ninja ai fan di tutto il mondo, come le bandane colorate e la passione per la pizza. Le inquadrature prevalentemente oscure e la serietà di alcune scene convinsero il pubblico a tal punto che questa scommessa si trasformò in un successo totale, diventando il film indipendente con il maggior incasso di quel periodo. Con un investimento iniziale di 13 milioni di dollari, il film delle Tartarughe Ninja guadagnò complessivamente 200 milioni di dollari in tutto il mondo, conquistando sia le vecchie che le nuove generazioni dell'epoca, che ancora lo ricordano con nostalgia.
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Un significato che va oltre
Non c'è bisogno di giri di parole, le Tartarughe Ninja non sono state solo un'idea casuale che ha fatto guadagnare milioni di dollari ai loro creatori originali, diventando un vero e proprio simbolo, apparentemente immortale, che si è reinventato di stagione in stagione, di anno in anno. Sono riuscite non solo a trasformarsi continuamente, ma anche a plasmare più di un mercato, dimostrando di volta in volta il loro potenziale sia commerciale che creativo.
Il loro impatto e quella particolare identità poliedrica hanno toccato numerosi settori diversi (fumetti, merchandising, giocattoli, animazione, cinema, musica...), riuscendo sempre a rimanere saldamente radicate alle loro origini cartacee e a un certo tipo di cultura che continua a catturare l'attenzione del grande pubblico nel tempo. La reazione nei confronti di Tartarughe Ninja: Caos Mutante e del suo trailer online è la chiara dimostrazione di un amore viscerale che accompagna da sempre ogni progetto legato alle Tartarughe stesse e a quella dimensione affettiva che gli appassionati non hanno mai abbandonato del tutto lungo il percorso di crescita. Che si tratti dei modelli semplici e diretti della prima serie animata o delle opere più mature e successive (come il film del 2014 Tartarughe Ninja), questi personaggi mutanti sembrano sempre parlare un linguaggio facilmente comprensibile da tutti. È proprio nella loro agilità creativa e socio-linguistica che risiede il valore più grande di un'opera che, nata sulla carta stampata, è riuscita a conquistarsi un posto fisso nella storia Pop dell'umanità, rimanendo accessibile a tutte le generazioni che hanno cercato di relazionarsi con essa.