Nelle intenzioni di Eric Kripke, la storia di Sam e Dean Winchester sarebbe dovuta giungere alla definitiva fine al termine della stagione 5, quella conclusasi lo scorso maggio in USA, ma è ovvio che a fronte di ascolti stabili o addirittura in crescita, un network giovane ed in cerca di identità come la CW non se la sia sentita di dire addio alla coppia di fratelli ed abbia confermato Supernatural per una sesta stagione. Kripke però è autore coerente ed ha deciso di porre comunque una parola fine al termine dello scontro apocalittico che ha animato tutta la stagione precedente ed il relativo finale, una fine forse puramente personale, ma che vogliamo percepire in modo anche simbolico: da quest'anno, infatti, l'autore fa un passo indietro, restando produttore esecutivo della serie, ma rinunciando alla qualifica di showrunner, di responsabile delle sceneggiature di Supernatural abdicando a favore della fidata Sera Gamble, alle prese con la difficoltà di far suo il progetto e trovare il mordente necessario per andare avanti dopo i toni drammatici ed il sapore definitivo dello scontro che i due protagonisti hanno dovuto vivere nell'annata televisiva precedente.
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Se diciamo purtroppo è perchè a nostro parere il definitivo salto di qualità di Supernatural è avvenuto nella seconda stagione, quando l'elemento mitologico ha assunto maggior evidenza pur nell'ottica di una struttura che restava in buona parte autoconclusiva, ed anche negli ultimi anni i punti deboli dello show ci sono apparsi proprio gli episodi che esulavano dalla trama principale, ritagliandosi degli spazi che non riuscivano ad incidere nell'economia di stagioni anche forti e convincenti dal punto di vista narrativo. Tornare indietro potrebbe essere un rischio, ma diamo il beneficio del dubbio agli autori ed attendiamo di scoprire come andranno avanti le storie dei due Winchester.
Quanto al rapporto tra i due, i primi episodi confermano le incomprensioni che c'erano state in passato, in particolare i dubbi di Dean nei confronti del fratello minore, accresciuti dalla sua (breve) vacanza all'Inferno ed una apparente durezza che ne contraddistingue il rientro, ma il tema non viene approfondito maggiormente ed adeguatamente.
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Sono indizi di una scrittura che procede senza troppa convinzione e senza una meta ben definita, che sembra introdurre alcuni spunti ma senza aver ancora ben chiaro in che modo saranno sfruttati o approfonditi. Se infatti sembra importante il ruolo che avranno i Campbell nella storyline di quest'anno, altrettanto si può dire di quanto ci è spiegato in The Third Man, degli artefatti angelici rubati nel chaos dovuto all'Apocalisse e sparsi per la Terra con inevitabili conseguenze.
I nostri dubbi sono condivisi da una porzione di fan di Supernatural, che però segue con fiducia, come confermano gli ascolti americani di inizio stagione, calanti dal primo al terzo episodio (da 2,90 milioni a 2,28), ma ancora validi considerata la media del network che ospita lo show.
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Intanto è ovvio che i ruoli dei fratelli Winchester inizino a star stretti ai due attori che già da un paio di anni hanno iniziato a fare esperienze nuove sul grande schermo. Ne è ulteriore prova l'esordio alla regia di Ackles proprio sul set dello show per il quarto episodio Weekend at Bobby's, che rimette al centro della storia il personaggio di Jim Beaver.