Poche serie televisive raggiungono la veneranda età dei quindici anni ed è incredibile pensare che una come Supernatural ci sia riuscita, specialmente dopo quel finale pressoché perfetto della quinta stagione: la serie creata da Eric Kripke avrebbe dovuto concludersi allora, ma poi ha tirato avanti per altre dieci stagioni tra alti e bassi. Purtroppo i secondi sono stati più numerosi dei primi, come scoprirete anche in questa prima recensione di Supernatural 15, ma i fan hanno continuato a seguire le avventure dei fratelli Winchester grazie al cast affiatato e a quegli episodi che, ogni volta che gli scrittori fanno centro, diventano memorabili.
Tuttavia abbiamo faticato a trovare anche soltanto un episodio memorabile in questa prima tranche della quindicesima stagione. Invece di proseguire lungo la rotta impostata alla fine della stagione precedente, quando abbiamo scoperto che Dio ha manipolato i Winchester per tutti questi anni, gli scrittori si sono presi il loro ritmo, costruendo la storyline primaria con distacco e soltanto un poco alla volta. Il risultato è una stagione confusa e senza mordente che ci ha annoiato per la maggior parte del tempo, salvo risollevarsi nel midseason finale con una svolta che, speriamo, darà una marcia in più alla seconda parte nel 2020.
Supernatural 15, Jared Padalecki e Jensen Ackles assicurano un finale strepitoso!
Il nuovo Dio
Per come è stata imbastita la storia negli ultimi anni, marciando anche eccessivamente sulla guerra tra Paradiso e Inferno, era inevitabile che Dio sarebbe tornato in scena. Lo avevamo salutato alla fine della decima stagione, quando si era preso un'altra vacanza insieme alla sorella Amara, ma quello era un Dio molto diverso rispetto al nuovo avversario dei Winchester: è come se gli scrittori avessero deciso di rovesciare all'improvviso la caratterizzazione melanconica del personaggio, trasformandolo in un villain di serie B senza motivazioni concrete. Rob Benedict ha fatto quel che poteva nelle poche scene in cui interpreta la forma umana di Dio, Chuck, ma a un certo punto anche lui ha dovuto fare i conti con dialoghi e colpi di scena forzati.
In effetti tutto il cast sembra spaesato da questa specie di "giro della vittoria" in cui ricompaiono vecchie conoscenze per qualche minuto, salvo poi essere archiviate, uccise o accantonate. È un viale dei ricordi che Arrow, per esempio, sta percorrendo molto meglio. Abbiamo rivisto il Kevin Tran di Osric Chau come breve comparsa e ci siamo giocati la Rowena di Ruth Connell e il Ketch di David Haydn-Jones nelle primissime puntate, tutte ambientate in un anonimo paesello in cui si è spalancata la bocca dell'inferno, prontamente richiusa senza nessuna ripercussione considerevole. E così rieccoci sui set preferiti di Supernatural: il bunker dei Letterati, i piccoli bar, gli interni industriali anonimi. Per essere una stagione finale, si avverte decisamente il budget risicato sia in termini di location, sia per quanto riguarda gli effetti speciali.
Graditi ritorni nel cast
I Winchester sono tornati a cacciare vampiri, licantropi e altri mostri piuttosto ordinari per una serie che in passato ha cercato le creature folcloristiche più bizzarre nella mitologia di tutto il mondo. Il tutto facendo i conti col solito drama, come sempre incentrato sul personaggio di Misha Collins, Castiel, e anzi è un piccolo miracolo che Sam abbia subito rivelato a Dean della sua presunta connessione con Dio. Il rapporto tra i fratelli Winchester, che in teoria è sempre stato il punto di forza della serie, per ora è finito in secondo piano, anche perché forse non c'era più molto da dire: Jared Padalecki e Jensen Ackles hanno ormai interpretato ogni possibile variante dei loro personaggi.
Anzi, ha portato una ventata di aria fresca l'annessione di Shoshannah Stern al cast. L'attrice è tornata a interpretata Eileen Leahy, la giovane cacciatrice sorda che aveva perso la vita anni fa e che Sam riesce a resuscitare con un incantesimo, instaurando un legame sentimentale che ha lentamente cambiato le dinamiche del gruppo. Eileen è un personaggio adorabile che speriamo resista fino alla fine, dato che gli scrittori di Supernatural hanno il brutto vizio di trucidare praticamente ogni guest star. In questo senso, ci ha sorpreso positivamente il breve ritorno di Keith Szarabajka nei panni di Donatello, che pensavamo ormai spacciato. Chissà se vedremo anche Felicia Day, cioè Charlie, e Jim Beaver, ovvero il mitico Bobby, nel 2020.
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Il midseason finale
Dobbiamo ammettere che i primi sette episodi della stagione ci hanno davvero deluso, eccezion fatta forse per il settimo, Last Call, in cui Supernatural ha scelto un approccio raro ma già battuto, quello degli esseri umani che sanno diventare peggiori dei mostri. In quel caso, la regia di Amyn Kaderali ci ha tenuti incollati alla poltrona, facendoci ben sperare per il futuro. Il midseason finale, dal canto suo, è stato più controverso, ma ha finalmente riportato in scena un personaggio che i fan della serie chiedevano da tantissimo tempo: Adam.
Il fratellastro dei Winchester ora condivide il corpo con l'arcangelo Michele - ottima la duplice interpretazione dell'attore Jake Abel - e grazie all'intervento di Castiel i nostri eroi sono riusciti a mettere le mani su un incantesimo che potrebbe imprigionare Dio una volta per tutte. Peccato che quest'ultimo abbia teso una trappola a Sam, proprio mentre Dean e Cas si avventurano nel Purgatorio in cerca di un ultimo ingrediente. Dovremo aspettare gennaio per sapere come proseguirà la vicenda, ma considerando che mancano ancora dodici episodi al finale, è possibile che la situazione si capovolga nuovamente.