I diritti civili tema dell'apertura del 33° Torino Film Festival. Asciutto e rigoroso, Suffragette è una pellicola britannica al femminile che ricostruisce le fasi salienti della lotta per il diritto al voto delle donne. Il film non indulge nel ricatto emotivo nei confronti dello spettatore - rischio che, visto il tema trattato e il taglio scelto dalla regista Sarah Gavron, era dietro l'angolo - ma si focalizza sulla storia di una donna come tante per poi universalizzare un tema che coinvolge il 50% della popolazione. Quasi più toccanti della pellicola stessa sono i titoli di coda, inaugurati dall'elenco delle date in cui ogni paese ha concesso il diritto di voto alle donne. Se i fatti narrati in Suffragette sono il preludio del suffragio universale inglese introdotto nel 1928, e l'Italia raggiunge questo importante traguardo nel 1945, nella civilissima Svizzera il voto per le donne è stato introdotto solo nel 1971 e in molti paesi, tra cui l'Arabia Saudita, se ne comincia a parlare solo ora.
Il risveglio della coscienza
Quella per il voto è una battaglia trasversale che ha coinvolto donne di ogni ceto sociale ma il film di Sarah Gavron si concentra su Maude Watts, madre e moglie interpretata da Carey Mulligan. Creatura appartenente alla working class, Maude è priva di istruzione perché cresciuta all'interno della stessa lavanderia in cui lavorano lei e il marito e in cui la madre è morta a causa delle precarie condizioni lavorative. Vessata da un capo che le ha riservato attenzioni "particolari" per anni e che ora ha messo gli occhi su un'altra giovane dipendente, unita a un marito che sembra amarla, ma nei fatti non la considera sua pari, Maude non si è mai ribellata alla propria condizione, ma a risvegliare in lei lo spirito combattivo è l'incontro con alcuni membri del movimento delle Suffragette in azione. Lo shock spingerà la donna ad aprire gli occhi e a prendere coscienza della situazione radicalizzando, lei apparentemente così mite e ubbidiente, le proprie posizioni fino a sacrificare famiglia e amore.
Con ogni mezzo
Tristemente attuale, perfino più del previsto, Suffragette propone un'acuta riflessione sui metodi di lotta. La bruciante sequenza iniziale, che vede Maude testimone di un'azione dimostrativa in cui le Suffragette prendono a sassate le vetrine di un negozio del West End, e la successiva escalation di violenza non possono non riportare la mente agli interventi dei vari gruppi armati nella storia passata e presente fino agli attentati di Parigi. Nel corso delle loro azioni, la parola d'ordine delle suffragette è non ferire nessuno, ma a farsi portavoce della riflessione sui rischi della lotta, perfino di fronte a una causa giusta, è l'ispettore poliziotto interpretato da Brendan Gleeson che ha il compito di arginare la ribellione delle Suffragette. Period drama accuratissimo nella ricostruzione della Londra dei primi del '900, nei costumi, negli ambienti e nei mezzi di trasporto, Suffragette acquista una concretezza improvvisa nei vetri rotti, nelle sassate, nelle esplosioni provocate dalle pasionarie, guidate da una volitiva farmacista interpretata da Helena Bonham Carter, e nelle violente scene carcerarie segnate dallo sciopero della fame attuato dalle militanti. La mente corre a Hunger, sconvolgente pellicola di Steve McQueen che raccontava un'altra lotta, quella dell'irlandese Bobby Sands, e l'influenza non è casuale visto che la sceneggiatrice Abi Morgan è anche autrice di Shame, altra pellicola di McQueen.
La gloria di un film al femminile
Carey Mulligan si dimostra ancora una volta un'attrice di talento, capace di donare concretezza e dignità alla sua Maude. L'interprete inglese sembra aver raggiunto una maturazione che le permette di misurarsi con personaggi molto diversi risultando sempre credibile, senza mai cadere nella maniera. Di forte impatto è la farmacista interpretata da Helena Bonham Carter, a cui l'attrice infonde lo stesso temperamento guerriero che le appartiene nella vita. Credibile e appassionata anche la Violet di Anne-Marie Duff, ruolo che per una volta dona all'attrice britannica la visibilità internazionale che merita. Meryl Streep si ritaglia un breve, ma significativo cameo nel ruolo di Emmeline Pankhurst, storica leader del movimento impegnata in un sentito discorso motivatore. Cast ben assortito, tematiche pregnanti, Suffragette è un film importante che, però, ci lascia con la sensazione di aver scorto solo la punta dell'iceberg. Saggiamente, la regista Sarah Gavron lascia che a parlare siano i fatti, eliminando il superfluo. Sull'argomento, però, c'è ancora molto da dire.
Movieplayer.it
3.0/5