È il 30 maggio del 1990. Siamo al Foro Italico, tra lo Stadio Olimpico e lo Stadio dei Marmi. Va in scena un regolamento di conti tra due famiglie criminali, gli Anacleti contro i Bonatesta. "Da stasera comandando gli Anacleti. I Bonatesta non contano più un...". All'inizio dell'episodio che vi raccontiamo nella recensione del finale di Suburræterna, la serie Netflix spin-off di Suburra, torniamo ancora una volta indietro nel tempo per capire da dove nasce la tensione tra le famiglie della criminalità sinti di Roma, Anacleti, Bonatesta e Luciani.
E poi torniamo ai giorni nostri, dove un odio vecchio trent'anni è ormai esploso. Come si direbbe nel calcio (che in questa storia in qualche modo c'entra...) nel mondo di Suburræterna sono saltati gli schemi. Ercole, ultimo erede del clan dei Bonatesta, entrato in politica, cade in una trappola. Il rapporto tra Damiano e Angelica arriva ad una svolta. E anche Spadino, che ora si fa chiamare Alberto, dovrà prendere una decisione sul suo futuro. Cinaglia, infine, deve fare i conti con i suoi fantasmi.
Suburræterna è una serie da binge watching
SUBURRÆTERNA è arrivata alla conclusione, nel senso che le storie sono in qualche modo arrivate a un punto di equilibrio. Ma è lecito pensare che a chiudersi qui sia soltanto la prima stagione della serie: la seconda non è ancora ufficialmente confermata, ma tutto lascia pensare che lo sarà. La storia è chiaramente stata pensata per dipanarsi su più stagioni, e quello a cui siamo arrivati non è un vero finale, perché tutto rimane aperto. Dopo l'inizio con i primi due episodi, che avevamo visto alla Festa del Cinema di Roma, la serie è continuata rimanendo sempre molto piacevole da vedere, con un ritmo veloce, e personaggi che catturano la nostra attenzione. Sì, Suburræterna è una serie da binge watching.
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie
Nel portare avanti la storia ci è sembrato però che i continui voltafaccia e cambi di campo dei personaggi, che comunque sono tipici delle serie crime, siano dovuti più alla volontà di sorprendere, di creare movimento all'interno dell'universo della Suburra più che da un'effettiva crescita dei personaggi. Ma è anche vero che, quando scegli la via del crimine, sai che non puoi fidarti di nessuno, neanche all'interno della tua stessa famiglia. Un'altra verità di questo mondo, e delle serie crime, è che si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, e si può morire da un momento all'altro. Ma la morte di un personaggio chiave, nell'episodio precedente a quello finale, ci è parso un autogol. Per come era stata presentata la serie, doveva essere uno dei motori della storia, per più stagioni, ma non solo il personaggio è stato sviluppato pochissimo, è anche stato eliminato piuttosto frettolosamente dalla storia.
Suburra e le donne
Legato a questo discorso c'è quello dei personaggi femminili in Suburræterna. La nuova serie, spin-off di Suburra, era stata presentata come aperta al mondo femminile, con due donne, Nadia e Angelica, tra i quattro protagonisti, e due nuove entrate, Giulia Luciani (Yamina Brirmi) e Miriana Murtas (Giorgia Spinelli), due grandi scelte di casting e due felici idee di sceneggiatura, per come sono stati disegnati inizialmente i personaggi. Ma poi si è scelto di non valorizzare le donne di Suburra come avrebbero potuto: rimangono un po' in disparte, spesso hanno scelte e comportamenti da uomini, mentre le donne, anche quando ricoprono un ruolo maschile, spesso sanno essere diverse. In particolare sorprende che, nell'ultimo episodio, non si veda per niente Miriana, pur arrivata a un punto chiave della storia. Non è che venga eliminata, sia chiaro: semplicemente non ha nessuna scena. Se gli sceneggiatori di Suburræterna stanno leggendo, tra i desiderata per la prossima stagione ci sono questi: più spazio per Miriana, più spazio per Giulia. E più approfondimento psicologico. Ci avete presentato questi nuovi personaggi: ora fateceli conoscere bene. Perché li amiamo.
Suburræterna: chi sono i nuovi personaggi (e gli attori) della serie Netflix
Giulia e Miriana, la grande bellezza di Suburræterna
Cosa resterà allora di questa Suburræterna? Sicuramente loro. Giulia, la Harley Quinn di Suburra, e la sua attrice Yamina Brirmi, una bellezza solare nascosta dietro il taglio da combattimento e lo sguardo sovraeccitato. È un personaggio che, una volta entrato in scena, merita molto spazio e molte sfumature. E Miriana, interpretata da Giorgia Spinelli, una bellezza d'altri tempi, altera e sensuale allo stesso tempo. È un altro personaggio da sviluppare perché di lei sappiamo poco. E perché permette di esplorare il rapporto tra le donne e la politica, che, per fare un esempio, era stato raccontato benissimo nelle tre serie su Tangentopoli e la Seconda Repubblica, 1992, 1993 e soprattutto 1994. Cherchez la femme, allora, potrebbe essere il motto per la nuova stagione di Suburræterna.
Eventi reali in cui le persone si possono riconoscere
Di questa Suburræterna resterà anche quel senso di verità, di realtà che, da sempre, accompagna il mondo di Suburra. Le storie di questo mondo raccolgono un certo senso di fastidio, di disagio verso il mondo della politica e quello della Chiesa, e dipingono bene la crisi di questi due mondi. Le storie di Suburra non sono vere, ma verosimili. E il senso, la forza di questa serie l'ha spiegata benissimo Filippo Nigro, un Amedeo Cinaglia sempre più cinico e disperato, alla conferenza stampa alla Festa del Cinema di Roma. "Suburra non è solo un luogo geografico, ma uno stato umano" aveva detto. "Di realizzare uno stadio per la Roma se ne parla dall'82, c'è l'ambizione dell'Expo, delle Olimpiadi e così via. Eventi reali in cui le persone si possono riconoscere e per le quali si possono anche incazzare, che vivano a Roma o meno". Crimine, politica e Chiesa a Roma si fondono come in nessun altro luogo. Ed è per questo che il mondo di Suburra è qualcosa di unico.
È solo una battaglia e non la guerra
Questo finale di stagione di Suburræterna ci conferma come tutto, in questo mondo, sia una House of Cards, un castello di carte: basta un attimo, un soffio e tutto crolla, sforzi e affanni in un secondo vanno a farsi benedire. È un mondo in cui manca la fiducia, in cui non puoi essere sicuro di nessuno tu abbia accanto. È così in ogni romanzo criminale, ma a Suburra la terra sotto i piedi sembra poterti crollare da un momento all'altro. Suburræterna si conclude con vincitori e vinti. Ma è solo una battaglia e non la guerra. E ancora una volta a vincere è stata Roma.
Conclusioni
Nella recensione del finale di Suburræterna vi abbiamo spiegato come lo spin-off di Suburra sia una perfetta serie da binge-watching: è ritmata e avvincente, e i personaggi si fanno seguire. Ma andrebbero approfonditi di più, soprattutto quelli femminili, che meritano più spazio. Il mondo di Suburra rimane unico e intercetta il fastidio di tanti verso la politica e la Chiesa, e porta in sé un senso di verità.
Perché ci piace
- La serie si conferma da binge watching: ha ritmo ed è avvincente.
- Intercetta il dissenso di molti verso la politica e la Chiesa e in questo ha un senso di realtà.
- I colpi di scena che non mancano mai.
- Le new entry, una serie di personaggi molto riusciti...
Cosa non va
- …anche se potrebbero essere approfonditi di più, soprattutto quelli femminili.
- In generale le donne, in Suburra, dovrebbero avere più spazio.
- Alcuni cambi di campo e alleanze sembrano pensate più per sorprendere che in base a un'effettiva crescita dei personaggi.