Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia, ma non sa quello che trova. Questo vecchio adagio di saggezza popolare ha in sé un che di verità, certo. Ma, si sa, i luoghi comuni sono fatti per essere smentiti. Perché vi diciamo questo? Perché, dopo aver salutato Suburra - La serie, pensavamo che, senza tanti personaggi iconici che avevamo amato, Suburra non sarebbe stata più la stessa. Ci poteva essere una Suburra senza l'Aureliano di Alessandro Borghi? E senza il Samurai di Francesco Acquaroli? Suburræterna, la nuova serie in streaming su Netflix dal 14 novembre, è uno spin-off, ma di fatto potrebbe essere considerata benissimo la quarta stagione di Suburra e funziona benissimo anche senza alcuni dei suoi personaggi storici.
Merito dei "reduci", che qui tornano in una nuova veste (Spadino, Cinaglia, Nadia e Angelica). Ma merito soprattutto di una serie di nuovi personaggi, scritti bene e messi in scena ancora meglio, grazie a un ottimo lavoro di casting. I nuovi non fanno rimpiangere i vecchi e danno nuova linfa a una serie che invoglia davvero alla visione da binge watching. Vi presentiamo i nuovi personaggi di Suburræterna.
1. Damiano Luciani (Marlon Joubert)
Damiano è il Dogman di Suburræterna. È uno dei primi personaggi che conosciamo. E lo vediamo proprio lì, in quella gabbia dei cani di casa Anacleti, un luogo che ci fa venire i brividi. Sì, perché in Suburra, il film e non la serie, abbiamo visto morire lì Manfredi, sbranato dai suoi stessi cani. Damiano, con i cani, sembra saperci fare, anzi, sembra essere l'unico a trattarli bene e a capirli. Ma proprio per questo sembra essere considerato un inferiore dagli Anacleti: anche perché non è uno di loro. Damiano è un Luciani. Grazie a dei flashback veniamo a sapere che Damiano aveva solo otto anni quando, insieme ai suoi due fratelli gemelli Giulia e Cesare, ha visto la madre uccisa davanti ai suoi occhi per mano di Manfredi Anacleti. Da allora i tre fratelli hanno dovuto cavarsela da soli, mandando avanti la pescheria di famiglia e arrangiandosi con piccoli traffici per arrotondare. Loro tre soli contro tutti. Fino a quando, però, Damiano non si è innamorato di Angelica, e, pur di stare con lei e creare la famiglia che gli è sempre mancata, ha accettato di vivere a casa Anacleti, trattato come un paria, occupandosi dei cani da combattimento che erano stati dello stesso uomo che ha ucciso sua madre. Damiano è interpretato da Marlon Joubert, l'attore che avevamo visto in È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino: era il fratello maggiore di Fabietto. Attore dal volto particolare, con quel neo sopra le labbra che lo contraddistingue, e i tratti regolari e puliti, qui dimostra di essere un interprete versatile, capace di diventare un criminale dopo essere stato un bravo ragazzo nel film di Sorrentino. È uno dei volti più interessanti della nuova serie.
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2. Ercole Bonatesta (Aliosha Massine)
L'entrata in scena di Ercole Bonatesta è di quelle per cui serve molto coraggio. È completamente nudo, di schiena, e sta facendo sesso con una donna davanti a una finestra chi è quella donna ve lo diremo dopo. Intanto vi presentiamo Ercole Bonatesta, il simbolo della nuova politica che dovrebbe portare ideali e partecipazione, ma invece è come la vecchia, vuole solo soldi e potere. Giovane politico eletto in consiglio comunale, Ercole è considerato da tutti solo come la testa di legno del nonno Vito, patriarca della famiglia Bonatesta, che, grazie agli accordi con Samurai prima e con Cinaglia adesso, possiede la quasi totalità delle licenze dei piccoli negozi di alimentari che a Roma spuntano come funghi e che ha quindi bisogno di qualcuno che curi i suoi interessi in Campidoglio. Ercole, però, si sente molto di più di una testa di legno e farà di tutto per dimostrarlo. Aliosha Massine, che oltre ad essere attore è anche sceneggiatore, tratteggia un ritratto perfetto del viscido che per tanti di noi è il politico tipo: quei capelli unti tirati all'indietro, quegli occhialini da primo della classe che nascondono uno sguarda da poiana, da predatore, quel viso affilato che sembra sempre pronto a mordere. E quei vestiti che vorrebbero essere eleganti, in realtà sono volgari, pacchiani, quelli di un arricchito, di qualcuno che vorrebbe avere un tono, ma non ci riesce. Guardate quelle cravatte, grossolane e annodate male, o quelle camicie vistose. Questo look, unito alla fisicità e all'espressività di Aliosha Massine ne fanno un ritratto riuscito.
3. Armando Tronto (Federigo Ceci)
Anche Armando Tronto entra in scena in modo molto particolare. In un appartamento qualunque, lui e un amico guardano una partita di calcio e parlano tra di loro in spagnolo. Tanto che, per un attimo, crediamo che Armando Tronto sia sudamericano. Poco dopo, la sorpresa: finita la partita, sopra quella maglietta bianca Armando indossa una tonaca e si presenta, paludatissimo, a una riunione in Vaticano. Ma chi è Armando Tronto? Nato e cresciuto a Trastevere, ha lasciato l'Italia ancora molto giovane per andare in missione in Colombia: ecco il perché del suo fluente spagnolo. Quell'esperienza gli ha cambiato la vita: ha visto la guerra da vicino, ha dovuto trattare con i ribelli, è stato costretto letteralmente a combattere per ciò in cui credeva e per salvare centinaia di persone da una situazione infernale. E ora, rientrato a Roma in veste di cardinale, non ha perso quello spirito di umile servizio e non ha paura di scendere in campo per affrontare una nuova sfida, meno cruenta, ma altrettanto importante: cambiare la Chiesa e far eleggere un Papa diverso, che stia finalmente dalla parte degli ultimi. D'accordo. Ma non credete sia un idealista: alla fine anche lui insegue il potere, i soldi, ed è la chiave (insieme alla sorella, scomparsa misteriosamente) delle corsa all'appalto per il nuovo stadio di Roma che vede tutti i contendenti in corsa. Federigo Ceci (visto di recente nelle serie Circeo e Il nome della rosa) è bravissimo nel tratteggiare il ritratto di un personaggio odioso, scostante. Quel grugno serrato, quel muso duro sembrano dare ragione a chi crede che in una parte della Chiesa di oggi ci sia ben poco del messaggio di Cristo. Ma il suo rivale, il vecchio Cardinal Nascari non è affatto meglio di lui. Là dentro, il più pulito ha la rogna.
4. Miriana Murtas (Giorgia Spinelli)
Ma chi era quella donna che stava facendo sesso con Ercole Bonatesta? Anche per lei l'ingresso in scena è di quelli coraggiosi: completamente nuda in un momento di passione. Pochi minuti dopo, la vediamo entrare nel suo ruolo. Si sta ricomponendo, truccando, e indossando dei seri e castigati tailleur pantalone che sono perfetti per entrare in un personaggio, quello della politica. O meglio, quelli di chi sta dietro le quinte dei grandi politici ma tesse le trame e muove i fili. Trentenne ambiziosa e carismatica, Miriana Murtas ufficialmente è la capo di gabinetto del sindaco. Ufficiosamente è il braccio destro di Cinaglia in Campidoglio. Amedeo è il suo mentore, le ha insegnato come destreggiarsi in politica e come manovrare le situazioni a proprio vantaggio. E Miriana ha imparato in fretta, e quando le cose cominceranno a mettersi male il suo intervento sarà fondamentale per gli equilibri in campo. A interpretare Miriana è Giorgia Spinelli, bellezza classica, d'altri tempi. Il volto austero e spigoloso, il fisico tonico e sinuoso la rendono una figura che non sarebbe stata male nei film di una volta, quelli del Neorealismo o della Commedia all'Italiana, quella scritta con le iniziali maiuscole. Avevamo visto Giorgia Spinelli nei film The Power Of Rome, di e con Edoardo Leo, ne L'uomo senza gravità e nella serie Netflix La legge di Lidia Poët. Speriamo di rivederla ancora, nel prosieguo di Suburræterna (una serie dove non è facile restare vivi) e in altri ruoli.
5. Giulia Luciani (Yamina Brirmi)
Altra grande sorpresa di Suburræterna, Giulia, per tutti "Giuliè", entra in scena con un monologo ad effetto. Giulia è la sorella gemella di Damiano e Cesare, ed è la testa matta del trio. Molto istintiva, molto fumantina, non ha mai davvero superato la morte dei genitori. Nella prima scena in cui la vediamo è in pescheria, che poi è una copertura del traffico di droga, mentre apostrofa Damiano e Cesare, che incalza con i suoi "eh, Cè". Lei insiste a far risorgere i Luciani, a sconfiggere gli Anacleti, a prendersi tutto. L'unica cosa che le ha impedito di sprofondare nella propria rabbia è l'amore incondizionato che prova per i suoi fratelli. Ma quando Damiano ha deciso di trasferirsi proprio a casa della famiglia responsabile della morte dei loro genitori, sposando una donna che fino a poco tempo prima era addirittura la moglie di Alberto Anacleti, lei proprio non è riuscita ad accettarlo. Ed ora è pronta a fare di testa sua, senza più freni. Yamina Brirmi, attrice di origine tunisina, si getta anima e corpo, e soprattutto volto, nel ruolo di Giulia. Guardate quegli occhi spalancati, da folle, quella faccia deformata da un ghigno, una sorta di Joker al femminile: il taglio di capelli rasati ai lati con la sfumatura altissima, la tuta da ginnastica sul fisico asciutto e sportivo fanno il resto. Il ruolo le impone delle facce eccitate, che lei fa benissimo. Ma quel ruolo, e quel look, nasconde un volto pulito, regolare, e molto bello. Seguitela sul suo profilo Instragram (yayapuntoebasta) e capirete che è un'attrice che ci sembra molto versatile. E in grado di dare molto al cinema italiano. E, ovviamente, alla serialità.
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6. Cesare Luciani (Morris Sarra)
Quegli "eh, Cè" di Giulia sono rivolti a lui. Cesare è il più pacato dei tre gemelli Luciani. Quando Damiano e Giulia litigano, lui è sempre pronto a fare da paciere. L'unica cosa che vuole è vedere la sua famiglia unita, vedere i suoi fratelli felici. Ma, pur nell'atteggiamento più bonario, se ora è il momento di alzare la testa per riconquistare quello che gli è stato tolto quando erano ancora bambini, lui è pronto a qualunque scontro. Il fisico corpulento (Morris Sarra ha dovuto prendere peso per il ruolo), il volto pacioso fanno di Cesare Luciani un personaggio molto particolare nel romanzo criminale di Suburra. E anche per questo a Cesare vogliamo un po' più bene di... uguale (come diceva la nonna di Non ci resta che piangere).
7. Victor Anacleti (Gabriele Di Stadio)
Altra sorpresa di Suburræterna è Victor, il figlio adolescente di Manfredi Anacleti. Rimasto orfano tre anni prima, da allora è stato cresciuto dalla nonna Adelaide a cui è molto legato. Ha un'indole ribelle e un carattere difficile, ma in fondo è ancora un ragazzino a cui è mancata la figura paterna. Quando lo zio Alberto, il responsabile della morte di suo padre, tornerà a casa, emergeranno in lui sentimenti contrastanti. Gabriele Di Stadio dà vita al personaggio in maniera interessante: una faccia da schiaffi, i capelli con rasatura da un lato e lunghi dall'altra, pettinati di lato, che gli danno un'aria immediatamente coatta. E quello sguardo sempre un po' verso l'alto, quell'aria da sufficienza, strafottente e impunita.