Il momento tanto atteso è arrivato: Suburra 3 è disponibile dal 30 ottobre su Netflix, con gli ultimi sei episodi. Prima serie originale italiana prodotta dal colosso dello streaming, Suburra è sempre stata presentata come un prequel dell'omonimo film di Stefano Sollima, uscito nel 2015. Protagonisti Aureliano e Spadino, interpretati da Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, che nel 2017 hanno ripreso i rispettivi ruoli già affrontati sul grande schermo.
Fin dal primo episodio della serie è stato evidente che il rapporto tra i due è il vero cuore pulsante del film: non tanto gli intrighi politici e criminali, non il potere conteso tra famiglie rivali (certo, anche quello, come in ogni dramma shakespeariano che si rispetti), ma il desiderio di rivalsa e riscatto personale che l'alleanza con l'altro riesce a tirare fuori da entrambi. Aureliano e Spadino sono due che si vogliono emancipare: da genitori ingombrati, da una generazione che non vuole lasciare spazio ai giovani, da un quartiere, da una condizione che impedisce loro di capire chi sono veramente.
Ecco perché il pubblico ha immediatamente empatizzato per loro, facendo il tifo per questa coppia strana, che nelle traversate in macchina sulla litoranea dà il meglio di sé. In Suburra 3 il loro rapporto diventa ancora più stretto, tanto da far azzardare il paragone con una coppia famosa del cinema, Jack e Rose in Titanic: "Io non vedo l'ora di fare un film come DiCaprio, quindi ne ho approfittato!" ci ha detto ridendo Alessandro Borghi, che abbiamo raggiunto in collegamento insieme a Giacomo Ferrara e Filippo Nigro. L'attore ha continuato: "Abbiamo deciso di mettere davanti a tutto l'affetto e l'amore tra i nostri personaggi: tra loro due si è formata una dipendenza che diventa a tutti gli effetti l'elemento chiave della terza stagione."
La video intervista Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara e Filippo Nigro
Suburra 3, la recensione: Una tragedia elisabettiana spietata e pop
La politica corrotta e le origini che ci segnano
Filippo Nigro ha il ruolo più ambiguo di tutta Suburra 3: il suo politico è forse il personaggio più inquietante di tutti. Motivo per cui a Roma ormai il suo cognome, Cinaglia, potrebbe essere usato al posto della parola "infame". L'attore ne è consapevole: "Già me lo dicevano parecchio per strada dopo la seconda stagione! Quindi chissà cosa succederà adesso dopo la terza. Però c'è un'altra dinamica particolare: questo dirmi infame nasconde un certo compiacimento, come a dire Cinaglia è uno di noi. È un po' inquietante: il fatto che Cinaglia rompa male, _breaks bad, lo rende uno del gruppo, viene quasi apprezzato di più. Una cosa un po' impressionante, ma è così_."
Suburra 3, Alessandro Borghi: "La terza stagione è una storia d'amore"
Nella serie c'è un forte senso di destino, di ineluttabilità: come se il luogo in cui siamo nati, addirittura il quartiere, ci condizionasse per sempre. È davvero così? Non possiamo sfuggire alle nostre origini? Secondo Giacomo Ferrara: "Vengo dalle montagne abruzzesi: questo mi ha caratterizzato molto e mi caratterizza tutt'oggi. Sicuramente, nel mio caso, la forza dei sogni mi ha portato a venire a Roma, a seguire quello che è il lavoro che voglio fare. Quindi personalmente lo vedo in maniera positiva: se hai la forza di fare determinate scelte non è detto che tu rimanga nel posto dove vivi. Però l'origine è sempre quella: ti determinerà sempre."