Stucky, l'ispettore di cui avevamo bisogno: il perché di un successo (in)aspettato

Visione rilassata, personaggi ben scritti, immediatezza narrativa: tutti i motivi dietro all'ottimo riscontro della serie gialla in onda su Rai2.

Giuseppe Battiston è Stucky

Formato ristretto, appena un'ora, e visione immediata. Una chiave che, a giudicare dalla qualità, e a giudicare dal riscontro Auditel, pare aver premiato la serie diretta da Valerio Attanasia e liberamente ispirata ai romanzi di Fulvio Ervas. Un milione e mezzo di telespettatori, con l'8% di share per Stucky, il nuovo detective televisivo interpretato da Giuseppe Battiston.

Stucky Battiston Marinarocco
Giuseppe Battiston e Marina Rocco

Serie gialla tout court, umorismo pregnante, e una nuova chiave di narrativa: la differenza, infatti, è che in Stucky l'omicidio, e di conseguenza il colpevole, viene mostrato subito. Le sei puntate, il mercoledì su Rai2 e in streaming su RaiPlay, si concentrano infatti sulle indagini del commissario, definito "sorionone" dallo stesso Battiston.

Stucky, un nuovo detective in tv

Stucky Battiston
Battiston è Stucky

Ma chi è Stucky? Di origini persiane, è ispettore capo della Polizia per la Questura di Treviso. Odia la vista dei cadaveri, non porta armi, né spara, non tira pugni né è votato all'azione. Stucky però è un pensatore, e organizza le indagini a modo suo, ponendosi le giuste domande, ascoltando, ricomponendo i pezzi di ogni caso, passeggiando tra le vie di Treviso, assoluta protagonista della serie. Un profilo che sta convincendo il pubblico, risollevando di netto gli ascolti di Rai2. Anzi, potremmo dire che Stucky è una sorta di alternativa a quello che fu il detective per eccellenza della seconda rete pubblica: L'ispettore Coliandro.

I personaggi della serie

Se ogni episodio è, per così dire, antologico, con il caso di puntata che si apre e si chiude nell'arco dei sessanta minuti, agevolando lo spettatore attraverso una visione rilassata, sono invece costanti i personaggi che ruotano attorno a Stucky. C'è Marina, interpretata da Barbora Bobulova, ossia il determinato medico legale che, con l'ispettore, ha una sorta di "corrispondenza". Tra i due c'è una forte intesa, bilanciandosi a vicenda: lui gioca d'istinto, lei di testa. Sembrano la coppia perfetta, nonostante siano solo grandi amici.

A proposito di amici, ecco Secondo, ossia l'oste, il punto di riferimento di Stucky. Interpretato da Diego Ribon, Secondo gestisce l'osteria in cui il detective si rifugia, ragionando sui casi e chiedendo consigli. Tra un piatto gustoso e un buon bicchiere di vino rosso.

L'azione, o per così dire, è poi affidata ai due poliziotti che accompagnano Stucky sul campo. Ilaria Landrulli e Fabio Guerra (Laura Cravedi e Alessio Praticò, che bravi). Lei, sempre sul pezzo, pronta e sferzante, lui, sbadato, approssimativo ma anche preparato e disponibile. Una coppia volutamente mal assortita che rende poi lo show prodotto da Rai e Rosamont un divertissement a tutto tondo, nonché adatto ad un pubblico trasversale.

E attenzione: se ogni puntata cambia i personaggi di contorno, il cast che si alterna è di assoluto rilievo: abbiamo visto Thomas Trabacchi e Marina Rocco nella prima puntata, ma ecco anche Michele Eburnea, Astrid Casali, Paola Sambo, Roberto Citran, Stefano Dionisi.

Stucky, c'è un nuovo ispettore in tv: Giuseppe Battiston nella serie Rai ispirata ai gialli di Fulvio Ervas

I segreti del successo

Stucky Scena Serie
Un momento della serie

Ma com'è spiegato il successo della fiction? Semplicità narrativa, ottimi interpreti, una regia cinematografica (fotografia di Sandro Chessa, scenografia di Laura Boni, le musiche di Fabio Massimo Capogrosso). E poi i personaggi, ben scritti, puliti, congrui al bisogno di un pubblico generalista che, però, si rivela anche pretenzioso (giustamente) rispetto alle proprie scelte di visione. L'altro elemento che contraddistingue Stucky è poi la location. Una città poco inflazionata come Treviso. "Era arrivato il momento di dare una rinfrescata: Treviso è un luogo interessante, placido, limpido", spiega Battiston, durante la presentazione della serie. "Un'immagine della classica città tranquilla. E degli efferati omicidi in una città così crea un netto contrasto. Inquietudine e serenità, un bel contrasto".

La città, e poi il genere. Il giallo, del resto, è da sempre la prima scelta del pubblico. "Difficile incuriosire gli spettatori, ma il giallo funziona sempre", prosegue Giuseppe Battiston. "Sono un amante. Faccio audio libri, e ho al mio attivo più di trenta titoli del ciclo di Maigret. Il giallo nella sua struttura ha la bellezza del metodo deduttivo, e si vede ingegno e intelligenza degli ispettori. È uno scontro di psicologia".