Le riprese dell'ultima stagione di Stranger Things stanno per terminare e i fan non possono che attendere per scoprire in che modo si concluderà la storia di Undici e dei suoi amici. Qualche interessante dettaglio della storia ideata dai fratelli Duffer arriva tuttavia da The First Shadow, lo spettacolo teatrale in scena a Londra, sul palco del Phoenix Theatre, e prossimamente a Broadway.
Come accaduto in precedenza con Harry Potter e la Maledizione dell'Erede, il progetto si rivolge ai fan della saga e anche a chi non sa nulla degli eventi ambientati a Hawkins, proponendo una storia in grado di arricchire l'esperienza degli spettatori dello show Netflix e introdurre con efficacia l'atmosfera e alcuni dei protagonisti a chi non ha mai visto una puntata.
Cosa racconta The First Shadow
Stranger Things: The First Shadow è uno spettacolo ideato come prequel delle stagioni che prende il via in modo incredibilmente spettacolare nel 1943, quando una nave della marina americana si ritrova al centro di un esperimento che si conclude in modo terrificante, venendo catapultata in una dimensione parallela. Gli eventi compiono quindi un salto temporale di 16 anni, mostrando quello che accade a Hawkins nel 1959, quando il giovane Henry Creel (Louis McCartney), figlio dell'unico sopravvissuto alla tragedia, si trasferisce con la famiglia a Hawkins, in Indiana.
Il ragazzo ha dei poteri sovrannaturali che cerca di gestire mentre prova a integrarsi nel nuovo liceo, stringendo amicizia con Patty (Ella Karuna Williams). Nel frattempo Joyce (Isabella Pappas) si occupa della recita scolastica, e Hopper (Oscar Lloyd) unisce le forze con Bob Newby (Christopher Buckley) per indagare sullo strano caso di alcuni animali domestici uccisi in modo drammatico. Non manca nella trama nemmeno il Dottor Brenner (Patrick Vaill) mentre si avvicina alla famiglia Creel.
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Un tuffo nel passato di Hawkins
La storia originale scritta dal team composto dai fratelli Duffer, Jack Thorne e Kate Trefry trasporta i fan di Stranger Things nel passato, permettendo di offrire un approccio nuovo al mondo sovrannaturale creato per il piccolo schermo e, al tempo stesso, rendendo omaggio ai cult cinematografici di genere e offrendo un'interessante prospettiva ad alcune tematiche sociali che appaiono particolarmente rilevanti nella società contemporanea. Risulta infatti assolutamente facile capire i problemi affrontati da Henry nel provare ad ambientarsi in una nuova scuola, senza dimenticare i tentativi di Joyce di crearsi un futuro migliore e lottare contro i limiti imposti alle giovani donne, arrivando poi allo stress post traumatico legato a una guerra che ha lasciato il segno sugli adulti.
Il rapporto tra genitori e figli, inoltre, viene esplorato in modo accurato e ricco di sfumature, portando in scena adolescenti che devono fare i conti con quanto vissuto dalla generazione precedente mentre vanno alla ricerca di sé stessi e si confrontano con il desiderio di essere 'normali' in un contesto in cui ogni diversità rischia di essere considerata una maledizione, non un dono.
Gli elementi più seri e i tanti momenti dark sono ben equilibrati grazie all'umorismo e alla leggerezza, seppur non privi di una certa malinconia, che circondano le indagini di Hopper, Joyce e Bob, personaggio che si ritaglia ben presto un ruolo da assoluto protagonista con la sua vulnerabilità e la sua personalità luminosa. Proprio Newby è uno degli elementi migliori del racconto proposto in scena, rendendo più significativo il personaggio dopo la versione proposta nella serie. Buckley è particolarmente convincente, anche se l'intero cast offre delle interpretazioni di alto livello, in particolare McCartney con il suo tormentato Henry e Vaill che rende il suo Brenner inquietante e spaventoso in egual misura.
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Una spettacolarità al servizio delle emozioni
La regia dell'esperto Stephen Daldry e Justin Martin è attenta a valorizzare ogni colpo di scena e momento emozionante, sfruttando il lavoro compiuto con le scenografie da Miriam Buether, in grado di trasformare rapidamente e in modo convincente gli spazi in cui si svolgono gli eventi, e gli effetti visivi, davvero di grande impatto, curati da 59 Productions e dal team composto da Jamie Harrison e Chris Fisher.
Le luci curate da Jon Clark permettono poi di creare la giusta atmosfera per accompagnare le diverse situazioni, suscitando tensione e timore nelle sequenze più dark e la giusta quantità di calore in quelle maggiormente divertenti. La colonna sonora, inoltre, spazia dai classici dell'epoca a brani strumentali elettronici che rendono sequenze come i titoli di testa particolarmente suggestivi ed efficaci.
La spettacolarità creata per Stranger Things: The First Shadow non mette comunque mai in secondo piano il dramma vissuto da Henry e il suo tentativo di gestire dei poteri che possono rappresentare la sua condanna nonostante il tentativo di vivere un'esistenza normale, anche grazie al legame che stringe con Patty (Ella Karuna Williams). L'inevitabile discesa verso gli inferi vissuta dal giovane coinvolge gli spettatori durante le oltre due ore di spettacolo in cui non ci sono mai tempi morti.
Il gran numero di personaggi coinvolti a tratti appare eccessivo, rendendo davvero difficile non lasciarne alcuni in secondo piano e renderne altri un semplice cameo. Lo show ha comunque il merito di soddisfare i fan che conoscono alla perfezione la storia raccontata nella serie e anche gli spettatori che vogliono semplicemente godersi una produzione teatrale originale e realizzata da un team tecnico e artistico di alto livello. Gli ultimi minuti di The First Shadow, inoltre, regalano degli interessanti dettagli legati alla storia dei protagonisti che arricchiscono l'esperienza della visione sugli schermi televisivi, permettendo di avvicinarsi in modo più consapevole all'ultima stagione di Stranger Things in arrivo su Netflix nel 2025.