Dopo cinque settimane di attesa, ci siamo e possiamo finalmente scrivere la recensione del volume 2 di Stranger Things 4, gli ultimi due episodi in catalogo dal 1 luglio. Si tratta, è bene dirlo subito, di due capitoli ricchi e corposi, per un totale di quasi quattro ore, che chiudono con coerenza tematica e narrativa quando visto lo scorso maggio. Ovviamente ne parleremo senza spoiler, perché per entrare nel dettagli e commentare singole svolte della storia ci sarà tempo e modo nei prossimi giorni. Ora ci limitiamo a raccontarvi il nostro entusiasmo e la nostra emozione per la chiusura della penultima stagione di una delle serie Netflix più popolari e amate.
Prendersi il proprio tempo
Ma affrontiamo subito l'elefante, o il demorgorgone, nella stanza: sono giustificate quasi quattro ore per chiudere quanto visto cinque settimane fa? In apertura abbiamo parlato di coerenza tematica e narrativa, quindi la risposta breve è "sì", ma espandiamo il concetto. Più volte nel corso della visione di questi ultimi due episodi ci siamo chiesti se non ci fosse troppo materiale a sostenere quella che è, di fatto, una conclusione di quanto già visto. Ci siamo interrogati, abbiamo avuto dubbi, ma alla fine ci è venuto in mente lo stacco netto notato per le ultime stagioni de Il trono di spade dopo la ricchezza di dettagli e sfumature delle precedenti.
Se anche in questo caso si fosse andati dritti al punto, allo scontro finale con Vecna senza troppi fronzoli, avremmo avuto la stessa sensazione di un evidente cambio di passo. Non c'è questa sensazione in Stranger Things 4, non c'è l'effetto trono di spade, perché i fratelli Duffer continuano a ricamare storyline con la stessa perizia e ricchezza di dettagli, anche a costo di dare l'impressione di girare a vuoto. Non è così, non è una corsa sul posto, non è un muoversi fine a se stesso, ma la necessità di costruire basi solide su cui poggiare i momenti più intensi e carichi, di tensione ed emozione, che aspettano protagonisti e spettatori negli ultimi due episodi.
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Forze e debolezze
Si riparte, ovviamente, laddove eravamo rimasti a fine maggio, con i protagonisti divisi in gruppi e impegnati a portare avanti lo scontro con il villain che chiamano Vecna seguendo diverse vie e strategie. Percorsi diversi che porteranno a quello che sarà il confronto finale e che ci sono sembrate la naturale evoluzione di quanto visto nei precedenti episodi. Nel bene e nel male, perché continuiamo a pensare che almeno una delle storyline coinvolte, quella relativa alla Russia e la liberazione di Hopper, avrebbe giovato di qualche sfoltita. Nulla di drammatico, nulla che possa rovinare la visione, ma è una debolezza che ci sentiamo di menzionare, soprattutto in presenza di un minutaggio complessivo già così elevato.
Ma ci sono tanti punti di forza a bilanciare questa debolezza, in modo non dissimile dal Vecna che i protagonisti affrontano nel finale di stagione di Stranger Things 4. Ed è proprio su questo che si regge il piano che andrà messo in pratica: se il loro avversario è come Undici, allora avrà debolezze simili e sarà più vulnerabile mentre è mentalmente impegnato a mettere in pratica i suoi attacchi. Va però capito dove e soprattutto quando colpirà. E per questo serve un'esca, un bersaglio, qualcuno che abbia ancora un vincolo mentale con lui. Qualcuno come Max.
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Oltre Kate Bush: l'arma nella musica
Quello che ci viene raccontato è uno scontro su più fronti, che nella sua incarnazione onirica ricorda quello dei perdenti contro It nel capolavoro di Stephen King, ma che ha anche altre anime più materiali e concrete, portate avanti nella nostra realtà così come nel sottosopra. Uno scontro in cui la musica continua ad avere un ruolo importante, ribandendo la centralità di Running Up the Hill che ha scatenato una vera mania dall'uscita dei primi sette episodi, ma aggiungendo altri elementi di interesse e altre sequenze in cui la componente musicale è preponderante, tra le quali ci sentiamo di citare e omaggiare una con protagonista Eddie a ritmo di metal.
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Costruire il puzzle di Stranger Things 4
Con tutto questo materiale a disposizione da dover veicolare al pubblico, fondamentale è il ruolo della costruzione narrativa dei singoli episodi, dell'intreccio tra le diverse storyline, ma anche del lavoro artistico fatto al montaggio, delle scelte nella costruzione delle singole scene che rappresentano i tasselli di questo epico puzzle di storie, tensione ed emozioni che è stata Stranger Things 4. È encomiabile e sorprendente come le tante anime di questa stagione si alternino e bilancino (quasi) alla perfezione, montando verso i momenti di maggior intensità ed emozione senza perdere mordente e tensione narrativa nonostante l'impegno che la visione rappresenta in termini di tempo e attenzione da parte dello spettatore.
Un piccolo miracolo che funziona perché siamo alla quarta stagione e l'investimento da parte del pubblico può essere proporzionale all'affetto che già provava per i protagonisti della storia. Ora non resta che aspettare per la stagione finale per la quale si è già anticipato che ci sarà un salto in avanti, che porrà rimedio a un problema altrimenti non risolvibile che già quest'anno ha creato qualche momento di difficoltà: la crescita dei ragazzi, inevitabile ma evidente dalla terza alla quarta stagione. È tempo che i rispettivi personaggi crescano con loro.
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Conclusioni
Un viaggio lungo e ricco di emozioni. Di questo abbiamo parlato nella nostra recensione del volume 2 di Stranger Things 4, ovvero gli ultimi due episodi della penultima stagione della serie Netflix. I Duffer Brothers hanno chiuso questo opulento e spaventoso cammino con due capitoli che chiudono con coerenza tematica e narrativo quanto impostato cinque settimane fa, regalando ai fan di Stranger Things altre quattro ore in compagnia dei propri beniamini. Ora inizia l’attesa per la stagione conclusiva.
Perché ci piace
- La coerenza, tematica e narrativa, con cui gli ultimi due episodi chiudono quanto impostato dai primi sette.
- La portata epica del racconto dei fratelli Duffer, che si prendono i loro tempi per costruire la tensione emotiva necessaria per il finale.
- La costruzione delle diverse storyline relative ai gruppi di personaggi…
Cosa non va
- … al netto di qualche momento che risente di una maggior sensazione di stanchezza.