21 settembre 1947: giorno di nascita di Stephen King, l'insegnante divenuto scrittore che, dal 1974 a oggi, ha terrorizzato lettori in tutto il mondo: Carrie, Shining, Misery, L'ombra dello scorpione, La zona morta, Christine - La macchina infernale, It e molti altri romanzi (senza dimenticare varie raccolte di racconti e novelle) hanno riscontrato un successo clamoroso, rendendo il loro autore una delle firme più note e popolari della letteratura mondiale (basti pensare che nel periodo degli esordi King ricevette 400.000 dollari per i diritti di Carrie in edizione tascabile). Per certi versi il 2017 è l'anno dell'autore, tra cinema (It e La Torre Nera), televisione (The Mist e l'avvio della produzione di Castle Rock) e Netflix (Gerald's Game e 1922), e in occasione del suo settantesimo compleanno abbiamo voluto festeggiarlo con alcune curiosità sul creatore di Jack Torrance, Johnny Smith e Pennywise.
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1. Al passo coi tempi
King è uno scrittore attento all'evoluzione delle tecnologie: è passato dalla macchina a scrivere al computer (ma dopo l'incidente che rischiò di costargli la vita nel 1999 è stato costretto a scrivere parte de L'acchiappasogni a mano) e ha scritto testi appositamente per la lettura digitale, o per il Kindle o sul suo sito internet personale. L'eccezione notevole alla sua affinità per la tecnologia è l'uso del telefono cellulare, che lui stesso ammette di non possedere nel libro Cell, incentrato su un'apocalisse zombie provocata da un virus veicolato dal segnale dei telefonini.
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2. Passione grafica
Oltre ad un amore dichiarato per l'horror letterario e cinematografico (con una particolare ammirazione per H.P. Lovecraft), King ha anche una grande passione per i fumetti, omaggiando la celebre produzione della EC Comics quando ha scritto Creepshow. È anche un grande fan della Marvel (che pubblica i fumetti de La torre nera), per la quale ha contribuito a una storia degli X-Men realizzata per beneficenza nel 1985, mentre l'anno successivo ha firmato l'introduzione del numero 400 di Batman, spiegando quanto il personaggio in questione sia importante per lui. Infine, nel 2010 ha partecipato ai primi cinque numeri di American Vampire, scrivendo la storyline che racconta l'origine del protagonista Skinner Sweet.
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3. Un compleanno speciale
Nel settembre del 1997 King ha festeggiato i suoi cinquant'anni sul set de Il miglio verde, il film che Frank Darabont ha tratto dal romanzo a puntate ambientato nel braccio della morte. Oltre a poter interagire con Tom Hanks, Michael Clarke Duncan e gli altri attori, l'autore ha avuto la possibilità di vedere il penitenziario degli anni Trenta ricostruito per l'occasione, e ha chiesto di potersi sedere su Old Sparky, ossia la sedia elettrica. Stando alle sue dichiarazioni dopo l'esperienza in questione, non è stato un momento particolarmente piacevole.
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4. La necessità di ritrattare
Le opinioni dell'autore su Shining, il film realizzato da Stanley Kubrick sugli orrori all'interno di un albergo isolato, sono ben note, dalle licenze poetiche che hanno rimosso parte della componente personale del romanzo (King, come Jack Torrance, ha avuto problemi legati all'alcool) alla scelta di Jack Nicholson e Shelley Duvall per i ruoli principali. La situazione è leggermente cambiata negli anni Novanta, quando King e Mick Garris hanno deciso di realizzare una trasposizione più fedele sotto forma di miniserie televisiva. Per procedere era necessaria l'autorizzazione di Kubrick, ottenuta in cambio del silenzio ufficiale dello scrittore sul film del 1980, con la sola eccezione della critica nei confronti di Nicholson. King è però riuscito a inserire una frecciatina parziale nella post-fazione di Doctor Sleep, precisando che si tratta del sequel del libro, che lui considera la vera storia della famiglia Torrance.
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5. Camei eccellenti
Oltre ad apparire spesso negli adattamenti cinematografici e televisivi dei propri lavori, King si è anche prestato a camei in prodotti come Knightriders - I cavalieri, film diretto dall'amico George A. Romero, e come se stesso ne I Simpson. La sua ospitata più curiosa è però quella nella terza stagione di Sons of Anarchy, nei panni di un motociclista specializzato nella pulizia di scene del crimine. L'aspetto più curioso del personaggio è il suo nome: Bachman, omaggio allo pseudonimo Richard Bachman che King ha usato per diversi anni.
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6. Da un regno all'altro
Durante la preparazione di Shining per il piccolo schermo, King e il suo produttore di fiducia Mark Carliner si imbatterono nella miniserie danese The Kingdom - Il Regno, creata da Lars von Trier. Affascinato dal mondo malato (in tutti i sensi) presente nella serie, lo scrittore cercò di ottenere i diritti per fare una trasposizione americana, per poi scoprire che erano già in mano alla Columbia Pictures che intendeva realizzare un lungometraggio di due ore. Una volta sfumato quel progetto, la major accettò di cedere i diritti a King, che poté così realizzare Kingdom Hospital, in cambio di quelli della novella Finestra segreta, giardino segreto, arrivata al cinema con il titolo Secret Window.
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7. Figlio d'arte
Joseph Hillstrom King, secondogenito di Stephen, è anch'egli scrittore, come entrambi i genitori e i fratelli, ma per evitare paragoni poco lusinghieri con il padre, data la specializzazione comune a livello di genere letterario, ha adottato lo pseudonimo Joe Hill, che continua a usare anche dopo essere stato "smascherato" nel 2007. L'indizio più significativo circa la sua vera identità era contenuto in Shining, libro dedicato a "Joe Hill King" (la forma abbreviata del nome era un omaggio a un noto attivista di inizio Novecento). Da allora padre e figlio si aiutano a vicenda (stando a Stephen, il finale di 11.22.63 fu suggerito da Joe), al punto che, stando a King, eventuali romanzi incompiuti al momento della sua morte potrebbero essere completati da Hill. È invece scritto a quattro mani con il terzogenito Owen il nuovo romanzo Sleeping Beauties, in uscita a fine settembre.
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8. La vita è una palla
Come si può evincere anche da parte dei suoi testi, King è un grande appassionato di baseball, e dei Boston Red Sox in particolare. Questa squadra era famosa per non aver più vinto la World Series dal 1918, una situazione che rimase invariata fino al 2004. Prima che avesse luogo questa inaspettata vittoria, lo scrittore aveva una richiesta molto semplice e irriverente per quello che voleva sulla propria lapide: una calza bianca e la scritta "Non durante la mia vita, e nemmeno durante la vostra."
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9. Che bugiardo!
Avere la fama di autore horror può avere conseguenze abbastanza spassose, come quando King, facendo la spesa, è stato avvicinato da una signora anziana che l'ha criticato per le cose orrende che succedono nei suoi libri, chiudendo con un esempio delle proprie preferenze: "storie che ti fanno sentire bene, come Le ali della libertà". King, logicamente divertito poiché il film è basato su una delle sue novelle (guarda caso contenuta nella raccolta Stagioni diverse, la cui post-fazione contiene una riflessione sui preconcetti sulla carriera dello scrittore), ha risposto "Guardi che l'ho scritto io." La signora, incredula, ha continuato a criticarlo, accusandolo anche di essere un bugiardo.
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10. Mondi condivisi
Che i romanzi e i racconti di King siano praticamente tutti situati nello stesso universo, con la Torre Nera al centro di tutti i mondi possibili, è cosa abbastanza nota. Ma lo scrittore del Maine ha anche, in alcune occasioni, incrociato le proprie creazioni con quelle di altri autori. Nello specifico, in anni recenti ha inserito nei suoi romanzi degli omaggi ai libri del figlio Joe, il quale ha ricambiato il favore citando La torre nera, It e Doctor Sleep in NOS4A2. Ancora più sorprendente, forse, è un cameo che ha luogo in Under the Dome, poiché in tal caso siamo completamente fuori dall'ambito del paranormale: viene infatti menzionato più volte Jack Reacher, celebre personaggio creato da Lee Child e interpretato al cinema da Tom Cruise. Scelta piuttosto logica, poiché King ha esplicitamente scritto che secondo lui Reacher è "il miglior personaggio di una serie letteraria al giorno d'oggi".