Star Wars: le guerre dei Cloni, recensione del finale: l’ultima, drammatica battaglia

La recensione del finale di serie di Star Wars: le guerre dei Cloni, il serial animato disponibile su Disney+.

65386650 7Fb3 11Ea A9E5 1369B319Ab25 800 420
Star Wars: Le guerre dei Cloni - Un'immagine dell'ultima stagione

Ci siamo: con la recensione del finale di Star Wars: le guerre dei Cloni si arriva al capolinea, alla conclusione della serie animata che, per otto anni, ha approfondito diversi aspetti della mitologia lucasiana e dato il via a un'espansione catodica molto interessante del franchise, il tutto sotto l'egida creativa di Dave Filoni. È un finale che ha un che di miracoloso perché inizialmente non doveva mai essere realizzato: la settima stagione era in pre-produzione quando la Lucasfilm decise di cancellare la serie nel 2013, facendolo migrare su Netflix per la sesta annata, in realtà una sorta di bonus per i fan noto come "Le Missioni Perdute", ossia gli episodi già completati all'epoca. Poi, con l'annuncio della creazione di Disney+, Filoni ha ricevuto l'opportunità di portare a termine la storia, raccontando la fase finale del conflitto situato tra gli Episodi II e III della Skywalker Saga.

Terminata, la guerra dei Cloni è

Tcw S7 Ep7 14
Star Wars: Le guerre dei Cloni - Un'immagine dell'ultima stagione

La settima stagione di Star Wars: le guerre dei Cloni è costituita da tre archi narrativi di quattro episodi ciascuno: il primo pone le basi per ciò accadrà con i Cloni, programmati dalla nascita per eseguire l'Ordine 66 (evocato nel penultimo capitolo tramite audio, presumibilmente d'archivio, di Ian McDiarmid), mentre il secondo, criticato da molti fan per la sua natura in apparenza riempitiva, mostra come Ahsoka Tano si stia abituando a una vita fuori dall'ordine dei Jedi, che lei ha lasciato un paio di stagioni addietro. E poi c'è il terzo, dedicato all'assedio di Mandalore, con il destino "finale" (prima degli eventi di Star Wars Rebels) di tre personaggi-chiave del serial: Ahsoka, il Comandante Rex (leader dei Cloni che hanno combattuto al fianco di Ahsoka e Anakin Skywalker) e Maul, non più Darth, alle prese con le manipolazioni di Palpatine e in cerca di vendetta. Un arco narrativo che va dritto al sodo: i titoli di testa, che iniziano con il logo vintage della Lucasfilm, omettono la classica massima filosofica Jedi che cambia da un episodio all'altro e propongono solo il titolo, nudo e crudo. Particolarmente significativo quello del finale: Victory and Death , un contrasto che si riferisce anche alla difficoltà di costruire una conclusione emozionante per una storia di cui conosciamo già l'esito, grazie ai film e alle serie successive.

Star Wars Rebels, stagione 3: passato, presente e futuro all'insegna della (nuova) speranza

Gndgqaipymgjfzv4Jbirpb
Star Wars: Le guerre dei Cloni - Un'immagine dell'ultima stagione

È un finale sorprendentemente intimista, con solo quattro persone a prestare le loro voci: Ashley Eckstein (Ahsoka), Dee Bradley Baker (Rex e gli altri Cloni),Sam Witwer (Maul) e lo stesso Dave Filoni (uno dei droidi). L'assedio finale non è su Mandalore, bensì sull'astronave che trasporta l'armata, ora vittima dell'Ordine 66 e costretta a uccidere l'ex-padawan di Anakin, aiutata solo dai droidi e da Rex, privato del chip inibitore che lo renderebbe uno schiavo della volontà di Darth Sidious. Non è un caso che i tre protagonisti di questa ultima storyline siano loro, tutti espulsi dalle rispettive comunità e costretti ad affrontare da soli circostanze che vanno ben oltre ciò per cui erano stati addestrati. Particolarmente notevole, sin dal suo ingresso nella serie al termine della terza stagione, è stata l'evoluzione di Maul, una delle più grandi figure tragiche del franchise grazie alla reinvenzione ad opera di Filoni (come ben sa anche chi ha visto l'altra serie, ambientata qualche anno prima degli eventi di Guerre stellari). E proprio nel suo caso è un bene che la settima annata sia giunta solo ora, con la possibilità di sfruttare al meglio le nuove tecnologie e unire due mondi: la voce è quella di Witwer, ma per i duelli si è fatto ricorso alla motion capture e al corpo di Ray Park, interprete fisico del personaggio al cinema. Il risultato è un arco narrativo dove le scene d'azione sono più tattili, più viscerali, più autentiche.

Star Wars: le guerre dei Cloni, una grande serie da (ri)scoprire su Disney+

Morte e rinascita

Clone10
Star Wars: Le guerre dei Cloni - Un'immagine dell'ultima stagione

Maul fugge, e Ahsoka e Rex si salvano in extremis, lasciando gli altri Cloni a bordo dell'astronave che si schianta sulla superficie di un pianeta nelle vicinanze, senza lasciare superstiti. E qui inizia la parte più tragica, malinconica e sottilmente poetica dell'episodio, che estende l'idea narrativa di base della saga, dove la sequenza finale è solitamente priva di dialoghi. Qui il medesimo principio è ancora più potente, poiché l'assenza di voci rende ancora più fondamentale l'elemento visivo, a cominciare dalla vista di Ahsoka davanti al sepolcro collettivo dei Cloni, con l'elmo di Jesse a simboleggiare in primo piano la morte di tutti. I due se ne vanno, lasciando lì anche la spada laser dell'ex-Jedi. Passa il tempo, e le truppe imperiali visitano quel luogo, ora sotto la neve. E per la scena di commiato Filoni chiama in causa l'unico personaggio dei prequel che non avevamo ancora veramente visto nella serie: Darth Vader. Un cameo muto (salvo il classico effetto sonoro) e potente, con lui che si impossessa della spada di Ahsoka e lascia trasparire, per un attimo, l'umanità sotto la maschera cibernetica (e pone le basi per il loro scontro due decenni dopo). Il che ci lascia all'inquadratura di commiato, riassunto perfetto dello spirito dell'episodio e della serie: Vader si allontana, e lo vediamo riflesso nel primo piano di uno degli elmi. La guerra è finita, e i Cloni hanno servito il loro scopo, permettendo a Sidious di corrompere Anakin dopo anni di attesa. Non c'è, come in Star Wars ep. III - La vendetta dei Sith, il momento finale di speranza, su Tatooine, con Luke Skywalker e il doppio sole. Perché per i Cloni, ma anche per Ahsoka e il fuggitivo Maul, la speranza non esiste più. Ci sono solo morte e distruzione, e la rinascita di Anakin come strumento dell'Impero. La guerra riprenderà, ma in questo preciso istante la serie ci dice di identificarci con i protagonisti e di non farci illusioni: il Lato Oscuro ha vinto. O per lo meno lo ha fatto nella serie, poiché nella realtà la possibilità di vedere la chiusura naturale dello show è il trionfo definitivo del Lato Chiaro.

Conclusioni

È con un po' di malinconia che ci congediamo definitivamente dalla serie e chiudiamo questa recensione di Star Wars: le guerre dei Cloni, che ci lascia con un finale epico ed intimo, drammatico e spettacolare. Dispiace che la serie sia giunta a termine, ma allo stesso tempo è un piccolo miracolo che sia stato possibile chiuderla come previsto, dopo la doppia cancellazione negli anni passati.

Movieplayer.it
5.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • La sequenza finale è mozzafiato.
  • L'equilibrio tra azione e pathos è perfetto.
  • La decisione di concentrarsi su pochi personaggi è molto saggia.

Cosa non va

  • Anche se è la conclusione giusta, dispiace un po' che la serie sia finita.