I nostri occhi bombardati di immagini sono. La nostra meraviglia diminuita è. Probabilmente Yoda oggi la penserebbe così, ammettendo con un pizzico di amara nostalgia che molti spettatori hanno smarrito la sorpresa di una volta. Come assuefatti dal continuo riconcorrersi e sovrapporsi di film spettacolari e blockbuster dominati dal digitale, siamo tutti diventati più insensibili e difficili da stupire, almeno dal punto di vista estetico. Sarà per questo che tanti non hanno perdonato a Peter Jackson l'abuso di effetti posticci nella trilogia de Lo Hobbit, malinconici dei set costruiti a mano ne Il Signore degli Anelli; sarà per questo che molti rinfacceranno per sempre allo stesso George Lucas il delirio digitale visto nella trilogia prequel.
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Ed è sicuramente per lo stesso motivo che l'impronta realistica fortemente voluta da J.J. Abrams è tra gli elementi più incoraggianti di Star Wars: Il risveglio della forza. Il backstage proiettato allo scorso Comic-Con di San Diego è stato un vero e proprio atto d'amore per lo spirito originale della saga: set veri, non digitali, con "un piede nel mondo pre-digitale". E poi una frase, rassicurante e astuta, direttamente dalla bocca di Mark Hamill: "È cambiato tutto, ma non è cambiato niente". Quello che è cambiato davvero è il nostro approccio alle immagini in movimento, e ce ne stiamo accorgendo tutti in questi giorni, rivedendo l'intera saga di Star Wars.
Ammettiamolo: la bulimia di artifici tecnologici è diventata per molti quasi nauseante e gli effetti artigianali di quasi quarant'anni fa risultano più accoglienti e credibili dei freddi sfondi post-prodotti visti da Star Wars ep. I - La minaccia fantasma in poi. Perché Star Wars, oltre a frasi memorabili e personaggi più che tridimensionali, è stato soprattutto meraviglia per lo sguardo, una trascinante avventura fatta di musica ispirante e scorci splendidi anche perché mai visti prima; un equilibrio tra duelli luminosi e peripezie in mezzo agli asteroidi.
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Stiamo per ripercorrere questo viaggio stellare in rigoroso ordine cronologico narrativo, cercando l'estetica dentro l'epica jedi, andando oltre le parole e i caratteri, per soffermarci sulla bellezza dell'azione. Sul cinema puro, bello anche solo da guardare. Per far ricredere, anche solo per un attimo, il nostalgico Yoda di cui sopra.
1. Duellare in tre
La minaccia fantasma è senza dubbio l'episodio più sfortunato di Star Wars. Lucas appare accecato dalle potenzialità digitali e annacqua la storia con la comicità a dir poco fastidiosa di Jar Jar Binks. Ma per fortuna il carisma di Liam Neeson non viene intaccato dal Lato Oscuro e regala al suo maestro jedi grande credibilità. Per questo lo scontro triplo tra Qui-Gon Jinn, il giovane padawan Obi-Wan Kenobi e il tanto amato sith Darh Maul è forse il primo sussulto dei prequel. Agevolato da un alone di mistero e da uno dei character design più riusciti dell'intera saga (la doppia lama, il volto da demonio maori), Darth Maul si destreggia con un'agilità quasi coreografica. Un diavolo tatuato affrontato con dinamismo e un ritmo spezzato dalla bellissima sequenza di soli sguardi tra lui e Qui-Gon. A sugellare il tutto, Duel Of The Fates in sottofondo: un concentrato di epica lirica.
2. Cominciata la Guerra dei Cloni è
Eccoci alla fine de Star Wars ep. II - L'attacco dei cloni, dove ci accorgiamo di quanto sia impossibile non provare un pizzico di pelle d'oca davanti ai primi contatti con la trilogia originale. Per la prima volta ascoltiamo per intero il tema solenne della Marcia Imperiale, mentre una carrellata ci mostra gli albori del male sotto forma di cloni. E poi Yoda, come sempre ieratico, sentenzia il tutto con una frase incisiva: "Cominciata la Guerra dei Cloni è"
3. Ordine 66
Nelle grandi storie il tradimento è un grande classico. Dal cavallo di Troia a Giuda, il male si intrufola, mellifluo, nei posti più improbabili, pronto a colpire alle spalle. Esperto dell'arte manipolatoria e di travestimenti, il perfido Darth Sidious dà il via libera al celebre Ordine 66, ovvero l'anticamera delle Grande Purga Jedi. Di colpo i clone troopers si rivoltano contro i loro vecchi alleati e iniziano a massacrare e colpire alle spalle tutti i cavalieri jedi. La colonna sonora e il tono di tutto il film si incrinano da questo in momento in poi, procedendo, senza sosta, verso il drammatico finale.
4. L'incrocio delle quattro spade
L'ascesa del male, passata persino dall'uccisione di piccoli aspiranti jedi, scomoda il quieto Yoda, vessato da Darth Sidious che lo istiga e lo irride (chiamandolo "piccolo, verdastro amico"). Dall'altra parte l'anima sempre più consumata di Anakin, ormai vinto dal Lato Oscuro, affronta un dolente Obi-Wan. Hanno così inizio due duelli fondamentali per la saga, tra maestri potenti, mentori delusi e allievi accecati. Un intreccio di spade e di parole che finalmente eleva la qualità drammaturgica della trilogia prequel.
5. Il primo fiato di Darth Vader
Il dubbio, l'ambizione, il tracollo morale. Sulla pelle di Anakin abbiamo assistito al male che rosica la purezza passo dopo passo, poco per volta e senza alcuna pietà. Poi, lo strazio dilaniante smette di essere solo psicologico e diventa anche fisico. Amputato e ustionato, del giovane padre di Luke e Leia non è rimasto neanche il nome. Lucas ci regala una sequenza emozionante con l'inquadratura in soggettiva sulla maschera di Dath Vader che scende lentamente per poi soffocarlo. Ecco la nascita di un villian prigioniero di se stesso, chiuso ermeticamente nel proprio dolore. Il primo respiro artificiale poi, chiude alla perfezione questo battesimo maledetto.
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6. Il tramonto e l'alba di un eroe
La sorte di un eroe spiegata in pochi secondi. L'immagine più poetica dell'intera saga arriva presto, all'inizio di Guerre stellari. Metaforico, malinconico e denso di significato, lo sguardo di Luke Skywalker verso un orizzonte di luci e di ombre preannuncia la vastità a cui la sua piccola esistenza di contadino è destinata. Un ultimo saluto a Tatooine prima di imbarcarsi verso l'impresa stellare, mentre nei nostri timpani scorre potente il The Force Theme del magistrale John Williams. Ed è subito mito.
7. La facilità del male
Dopo aver delineato i tratti del Bene, Lucas decide di porre equilibrio nella storia mostrando le potenzialità distruttive del malefico Impero. "L'abilità di distruggere un pianeta è insignificante in confronto alla potenza della Forza". Evidentemente le parole di uno spietato Darth Vader non bastano, così, dopo l'apparizione imponente dello Star Destroyer in apertura, sta a Willhuff Tarkin dare sfoggio dei prodigi della Morte Nera. Qualche tasto spinto, qualche leva spostata e in pochi secondi l'intero pianeta di Alderaan viene spazzato via. La facilità di un Male disarmante, ma tutt'altro che disarmato.
8. Morte Nera, fine certa
Una lunga sequenza finale che di fatto battezza il titolo stesso della saga, con la prima guerra stellare vera e propria. Ribelli fronteggiano l'Impero sull'asse lucasiano, composto da X-Wing e Y-Wing, delineando traiettorie spettacolari, tra inquadrature fisse sui piloti, raggi laser e volteggi nello spazio. Una scena madre sugellata dall'attimo fatidico in cui la voce di Obi-Wan Kenobi ricorda a Luke di usare la Forza. Da quel momento in poi non resta che godersi un fragoroso fuoco d'artificio.
9. A qualcuno piace Hoth
Se L'impero colpisce ancora è l'episodio più amato dai fan è anche merito del suo essere visionario e spiazzante a livello di ambientazioni e di design dei personaggi. E lo fa sin dalla scena d'apertura. Dopo aver conosciuto a fondo ogni pietra del sabbioso Tatooine, Lucas abbassa la temperatura e ci catapulta di colpo sul glaciale Hoth. Una scorpacciata visiva fatta di nuovi scenari, creature inedite (i tauntaun e i Wampa) e mezzi nemici mai visti. A fare breccia nella memoria saranno soprattutto i camminatori AT-AT, macchine elefantiache passate alla storia come il marchio di fabbrica della celebre Battaglia di Hoth.
10. La follia del Millenium Falcon
"Fatelo stare zitto o spegnetelo". Destinatario: C-3PO. Mittente: Han Solo, naturalmente. Anche nei momenti di maggiore tensione il capitano del Millenium Falcon non perde occasione di fare il gradasso. Ma questa volta, oltre alle frecciatine, Solo si destreggia in una folle e sfrontata manovra tra gli asteroidi per sfuggire ai caccia imperiali. Spettacolarità alle stelle, nel vero senso della parola.
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11. Caverne da incubo
Nuovo salto spaziale che ci porta sul palustre Dagobah, nell'umida tana del maestro Yoda. Qui, nel bel mezzo dell'addestramento di Luke, assistiamo ad un'altra scena assai significativa, dove le armi non servono e quello che conta è soltanto la dimensione psicologica del protagonista. Invitato da Yoda a spingersi negli anfratti di una caverna, luogo primordiale per antonomasia, Luke incontra per la prima volta una proiezione di Darth Vader. Un preludio alquanto disturbante che crea un primo, inaspettato contatto tra la luce e la tenebra.
12. Grafite indelebile
Per far tacere Han Solo c'è bisogno di raffinate tecniche di congelamento. Sotto gli occhi ansiosi di Chewbecca e Leia, Darth Vader ordina di ibernare il bel contrabbandiere, che si congeda a modo suo con l'indimenticabile "lo so", in risposta al "ti amo" della sorella di Luke. La smorfia di dolore di Han immortalata sulla grafite è senza dubbio una delle immagini più iconiche di Star Wars, finita dietro custodie di smartphone e persino sopra ad alcuni frigoriferi.
13. Addio, mostri
Il ritorno dello Jedi si apre con una lotta a più riprese contro esseri mostruosi. Mentre Jabba the Hutt giganteggia nei panni di fetido mattatore, riecco Luke con inedite vesti scure, costretto a lottare contro il Rancor. Senza un attimo di fiato, il nuovo nemico da fronteggiare diventa il Sarlacc nel pozzo di Carkoon, ma a dispetto delle enormi dimensioni, la scena gli viene rubata da due eventi fondamentali: lo strangolamento di Jabba da parte di Leia e la morte del mitico Boba Fett.
14. A cavallo degli speeder
Sulla luna di Endor, tra i versi dei poco amati Ewok, ci troviamo davanti all'ennesimo momento-chiave da un punto di vista puramente scenografico. L'inseguimento a bordo degli speeder non solo introduce un nuovo mezzo frutto della fantasia di Lucas ma, attraverso la regia dinamica di Richard Marquand, ci catapulta all'interno di un videogame. Era il 1983 e la cifra stilistica dello spettacolo veniva ancora una volta ridefinita.
15. In fondo al Male
Fronteggiare il male riconoscendolo dentro di sé. La profonda contraddizione messa in scena da George Lucas trova la sua apoteosi nel lungo e sofferto confronto finale con Darth Vader, sotto lo sguardo compiaciuto del Signore dei Sith. Mentre stentiamo a riconoscere la violenza negli occhi di Luke, Darth Sidious continua a tentarlo. Fino a quando il grande protagonista di questa grande storia, ritrova un assopito barlume di umanità e salva suo figlio. Era destinato a portare equilibrio nella Forza. Il cerchio si chiude, senza più maschere, alla perfezione. Eppure non vediamo l'ora che si riapra.
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