Le prime giornate di Lucca Comics and Games 2017 sono state all'insegna di Netflix, che ha portato tra le mura della cittadina toscana sia una rappresentanza del cast di Stranger Things 2 che della nuova serie Star Trek: Discovery, prodotta insieme a CBS e presentata al pubblico del canale streaming un episodio a settimana (siamo appena arrivati all'ottavo episodio di una prima stagione da 15). A rappresentare la nuova serie ispirata all'universo di Gene Roddenberry sono arrivati lo sceneggiatore Aaron Harberts e tre importanti membri dell'equipaggio della Discovery, dal capitano Jason Isaacs a Sonequa Martin-Green e Shazad Latif.
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Calorosissima l'accoglienza del pubblico dell'evento, che ha riempito platea e palchetti del Teatro del Giglio creando una cornice di entusiasmo per circondare la simpatia e disponibilità degli attori per un incontro che è stato insieme simpatico ed interessante, moderato da Gianmaria Tammaro e chiuso dalla consegna del poster firmato dal cast al presidente di Lucca Comics and Games. Un ennesimo cimelio e traguardo per una manifestazione che continua a crescere ed imporsi nel settore, con un'Area Movie che si consolida anno dopo anno.
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Far parte dell'universo di Star Trek
Nel caloroso incontro di Lucca, si è parlato ovviamente di cosa significa entrare a far parte di un universo consolidato come quello di Star Trek e Sonequa Martin-Green ha sottolineato quanto sia importante poter trovare una propria libertà creativa, esigenza aiutata dal girare un prequel della serie classica, ambientato dieci anni prima delle avventure di Kirk e compagni. Per questo motivo "abbiamo scelto un cast che fosse rispettoso della tradizione, ma che si sentisse libero di osare", ha spiegato lo sceneggiatore Aaron Harberts. Jason Isaacs in particolare ha spiegato come abbia evitato di riguardare i precedenti capitani, ricordando un aneddoto riguardo Heath Ledger, al quale chiese se avesse guardato Jack Nicholson in Batman dopo aver avuto il ruolo del Joker. "Ma sei pazzo?!" gli rispose Ledger e Isaacs ha seguito questa linea guida nell'approcciarsi al ruolo. Ci deve essere però una continuità importante e la spiega lo stesso Jason Isaacs: _"Quando Star Trek è arrivato per la prima volta in TV, ha trattato temi importanti, diritti civili e femminismo, ed anche oggi abbiamo problemi con cui confrontarci, come la Brexit o quel pazzo che siede alla Casa Bianca, e il mondo è più diviso che mai. Ed è il momento giusto per una nuova serie di Star Trek."
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Le anime di Star Trek
Se però una serie come Discovery funziona è per il lavoro sui personaggi e ai membri del cast è stato chiesto di descriverli, a cominciare da Jason Isaacs: "Se volessi raccontarvi il capitano Lorca non vi basterebbero quindici ore." Tale è infatti la complessità di una figura più articolata di alcuni dei suoi predecessori, che però prova comunque a sintetizzare: "È un uomo che cerca di vincere la guerra contro un nemico feroce... ed è circondato da idioti ed hippie!". Per questo ha scelto la miglior tecnologia possibile e soprattutto alcune figure per affiancarlo in questo percorso, qualcuno "capace di pensare fuori dagli schemi" come i due personaggi interpretati dagli attori al suo fianco. Uno di questi è Ash Tyler, interpretato da Shazad Latif, "un prigioniero di guerra che diventa capo della sicurezza. Non il classico macho, ma un uomo capace di essere all'altezza della situazione in cui si trova."
Un personaggio complesso, sfaccettato, per il quale il web sta ipotizzando alcune svolte importanti. Una però è evidente, la relazione impostata con la Michael Burnham di Sonequa Martin. Quest'ultima è forse il vero motore narrativo di Star Trek: Discovery, un personaggio che la stessa attrice fatica a descrivere, "perché lei stessa è in una profonda crisi di identità." La domanda che Michael si pone è "Chi sono io?". È molte cose insieme, "è umana e Vulcaniana, sta vivendo il contrasto tra la sua natura ed il modo in cui è stata cresciuta" a causa delle situazioni in cui si è trovata coinvolta. Personaggio intelligente, dotato di principi, con una profonda mente matematica, che deve capire chi è e chi vuole diventare. Una complessità che coinvolge tutte le figure principali della storia, perché, ci spiega Harberts, "la serie parla dell'esplorazione di sé e ogni personalità va esaminata" creando un universo complesso e ricco di sfumature, "perché tramite questi personaggi parliamo di noi stessi".
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A bordo della Discovery, l'esperienza sul set
"Ogni persona che lavora dietro le quinte lo fa con infinita passione" ha spiegato Aaron Harberts e questa dedizione traspare dai racconti del cast presente, dalla complicità tra di loro e dall'entusiasmo nel raccontare anche momenti divertenti del dietro le quinte. Si è indagato dell'esperienza di lavorare in una serie sci-fi che abbonda di effetti digitali, e quindi di blue screen, ma nel mostrarci il modo in cui, tutti insieme, si coordinano per reagire a qualcosa che non si vede ("l'immaginazione è tutto nel raccontare", spiega Sonequa Martin-Green), sottolineano anche come in definitiva quello che appare su schermo sia anche molto concreto e tangibile, a cominciare dai set elaborati e complessi ed ai fantastici oggetti di scena. Un "parco giochi complesso e ricco" che prende vita attraverso la scrittura e la bravura degli interpreti che rendono reale il racconto. Sia Isaacs che la Martin hanno però ironizzato sui costumi, da una parte elogiandone la cura e la concezione, dall'altra raccontandone gli aspetti più scomodi dal punto di vista pratico. "Una cosa che non sapevo dello spazio," ha scherzato Isaacs, "è che gli abiti sono sempre perfettamente stirati!"
Come ci è capitato più volte di notare al cospetto con un cast affiatato, gli attori di una serie sono spesso come una grande famiglia e la sensazione è che Star Trek: Discovery non faccia eccezione in tal senso.