Star Trek: Discovery 3x11, recensione: l’origine del fuoco

La recensione dell'undicesimo episodio della terza stagione di Star Trek: Discovery, che pone le prime basi per il finale.

Star Trek Discovery S3 2
Star Trek: Discovery - una foto di scena della terza stagione

Con la recensione di Star Trek: Discovery 3x11 torniamo alla trama orizzontale della terza annata della serie, dopo il bipartito escamotage per far uscire di scena Philippa Georgiou. Un escamotage che ha talmente rallentato la progressione delle varie storyline che, per legge del contrappasso, questo episodio procede in modo eccessivamente veloce, andando a un ritmo sfrenato per arrivare al sodo - cosa ha causato il Grande Fuoco, l'evento che ha segnato il futuro remoto in cui si trovano i protagonisti - e avere tutti i pezzi disposti in vista del finale, che ormai è alle porte (mancano solo due capitoli alla conclusione dell'attuale ciclo di episodi). E così facendo lo show ci ricorda, purtroppo, il suo difetto peggiore, che è tornato con una certa prepotenza dopo una prima metà di stagione molto promettente: la tendenza a trattare il tutto con una certa superficialità, inserendo idee forti e interessanti per poi non sapere come elaborarle al meglio, anche al costo di sacrificare la progressione dei personaggi (ci sono due momenti in particolare in questo episodio in cui il comportamento di Saru - il personaggio migliore del serial - è ai limiti dell'illogico, e chiaramente sottomesso alle esigenze del copione).

Qualcuno pensi ai bambini!

Stark Trek Discovery The Sounds Of Thunder 1
Stark Trek Discovery: Doug Jones durante una scena nell'episodio The Sounds of Thunder

Il nuovo episodio di Star Trek: Discovery si chiama Su'Kal, ed è il nome dell'unico superstite di un incidente legato al Grande Fuoco, incidente che ebbe luogo su un'astronave il cui messaggio di aiuto la Discovery ha cercato di decifrare negli ultimi tempi. Michael, Saru e Hugh Culber decidono di indagare, e si ritrovano all'interno di una gigantesca simulazione olografica che, per tutelare il giovane, dà a ciascuno dei tre un aspetto diverso (tra cui fattezze umane per Saru, il che significa che per una volta Doug Jones può recitare senza essere sepolto sotto infiniti strati di trucco). E mentre loro tre cercano di capire come il Kelpiano sia sopravvissuto al cataclisma che ha stravolto la Federazione e la Flotta Stellare, Tilly deve assumersi le responsabilità da capitano provvisorio, compito tutt'altro che facile dal momento che la Discovery è una delle poche astronavi rimaste in grado di compiere viaggi interplanetari e, per giunta, si trova attualmente in prossimità della materia prima necessaria. Una combinazione irresistibile per la malavita locale, che ha già avuto modo di interagire con alcuni dei nostri eroi in precedenza...

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Tutto qui?

William Shatner, Leonard Nimoy, DeForest Kelley, Nichelle Nichols e George Takei in una foto promozionale della serie Star Trek
William Shatner, Leonard Nimoy, DeForest Kelley, Nichelle Nichols e George Takei in una foto promozionale della serie Star Trek

Mancano ancora due episodi, quindi è possibile che ci siano delle sorprese dietro l'angolo, ma al momento la rivelazione principale - il Grande Fuoco è il risultato di una sfuriata di Su'Kal, la cui fisiologia è stata alterata dalle radiazioni del pianeta dove è cresciuto - è la risposta più banale possibile al quesito su cosa ci fosse dietro il contesto inedito in cui si muovevano i personaggi in questo futuro remoto. Non solo perché, a questo punto, è ipotizzabile che la cosa sia reversibile senza particolari difficoltà, ma anche perché è indicativo del ritorno di una certa pigrizia narrativa da parte degli autori: i ragazzini onnipotenti non sono una novità nell'universo di Star Trek (basti pensare al secondo episodio della serie originale), ma si trattava generalmente di una cosa da un episodio, senza ripercussioni a lungo termine, e rientrava più facilmente nella logica di una produzione anni Sessanta che puntava su una certa varietà tonale. Gli spin-off hanno invece quasi sempre optato per un minimo di uniformità all'insegna della verosimiglianza, evitando virate eccessive al di fuori di ciò che era scientificamente plausibile (difatti quando Star Trek: The Next Generation ha introdotto l'entità Q nel primo episodio è stato chiarito fin da subito che Picard e compagnia non dovevano contare su di lui per risolvere problemi seri).

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Star Trek: Discovery, un'immagine della serie
Star Trek: Discovery, un'immagine della serie

In questa sede, quindi, svelare che un capriccio divino è sostanzialmente alla base di un cataclisma che ha cambiato per sempre il modo in cui intendiamo il mondo del franchise è quasi un tradimento nei confronti dello show (diciamo "quasi" perché non sappiamo ancora tutto al riguardo e aspettiamo la spiegazione definitiva). Perché dopo aver introdotto un concetto intrigante come quello di un universo dove ognuno sta praticamente per i fatti propri, senza potere - ma a volte anche volere - interagire con altre culture, un'idea che ha consentito alla serie di costruirsi un'identità propria e lasciarsi alle spalle il peso del passato (dentro e fuori dallo show), liquidare il tutto con una spiegazione che si rifà agli aspetti sbagliati di ciò che è venuto prima sa un po' di un team di sceneggiatori rimasti a corto di idee mentre pianificavano la fase finale della stagione. Forse i due episodi rimanenti smentiranno questa impressione, ma per ora l'amaro in bocca c'è, perché siamo di nuovo tornati in territori dove altri sono già stati.

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Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Star Trek: Discovery 3x11, un episodio che sembra gettare al vento le promesse della terza stagione con una svolta banale e legata ai peggiori istinti nostalgici del franchiste.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Vedere Doug Jones senza trucco è sorprendente e intrigante.
  • Il cliffhanger legato alla Discovery è gestito bene.

Cosa non va

  • La scrittura vacilla in più punti, in particolare con Su'Kal.