Speravo de morì prima: Francesco Totti tra reazioni e (possibili) polemiche

Speravo de morì prima - La serie su Francesco Totti, una dramedy in sei episodi targata Sky Original in arrivo il 19 marzo alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV, è un racconto pop, ironico e onirico; abbiamo incontrato i protagonisti.

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Speravo de morì prima: Pietro Castellitto in una scena della serie

"Uno può anche avere la storia più bella del mondo. Ma se rovini il finale, la rovini tutta". È una frase che pronuncia Francesco Totti, impersonato da Pietro Castellitto, in Speravo de morì prima - La serie su Francesco Totti, una dramedy in sei episodi targata Sky Original e tratta da Un capitano di Francesco Totti e Paolo Condò, in arrivo il 19 marzo alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV. Diretta da Luca Ribuoli, la serie vede Pietro Castellitto nei panni di Francesco Totti e si concentra sull'ultimo anno e mezzo di carriera dell'ex capitano della Roma. Speravo de morì prima si presenta come un prodotto complementare al documentario di Alex Infascelli Mi chiamo Francesco Totti. Lo è nel racconto, perché si concentra soprattutto sugli ultimi due anni della storia, con brevi flashback a fare da contrappunto, mentre il film di Infascelli, preso l'addio al calcio come cornice, viaggia lungo tutta la carriera quasi in ordine cronologico. Ma i due prodotti sono complementari anche nel tono: molto epico, commovente, nostalgico quello del documentario, ironico e onirico, tragicomico e immaginifico quello della serie. E lo sono, ovviamente, nel linguaggio, che è quello del cinema del reale nel caso di Infascelli, e quello del prodotto di finzione nel caso della serie, che comunque inserisce molto spesso immagini di repertorio per ricostruire le - irripetibili - gesta sportive del Capitano. Speravo de morì prima - La serie su Francesco Totti è prodotta da Mario Gianani per Wildside, del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment di Virginia Valsecchi, The New Life Company e Fremantle.

Totti contro Spalletti: ci saranno polemiche?

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Speravo de morì prima: un'immagine della serie su Francesco Totti

Quella che vediamo in Speravo de morì prima è "chiaramente la versione di Totti" come ci conferma il produttore Marco Gianani. Quegli ultimi due anni di carriera del campione li vediamo come lui li ha raccontati nel suo libro. E se la disfida Totti - Spalletti noi l'avevamo seguita fuori dal campo, attraverso le interviste ai protagonisti, qui la viviamo anche nello spogliatoio: parole forti, sfoghi, e anche un non detto tra due grandi personaggi nel cui rapporto qualcosa si era rotto. Vista l'attenzione mediatica su Francesco Totti e sulla Roma abbiamo chiesto al regista e ai produttori se si aspettano polemiche. "Mi aspetto qualunque cosa" ci ha risposto il regista Luca Ribuoli. "La serie farà parlare tanto. Cerca di rappresentare una persona che pensavamo di conoscere anche nella sua vita privata. Di Totti ognuno una sua versione: due fratelli, a una cena hanno anche litigato fra loro. Ogni tifoso potrebbe fare una regia originale ed esclusiva". "Facciamo questi lavori perché siano oggetto di discussione" ci ha risposto Nicola Maccanico di Sky. "È un effetto collaterale che ci aspettiamo. Ma credo che tutta questa storia sia stata narrata con un profondo rispetto per tutti i personaggi. Ogni commento sarà il benvenuto perché abbiamo lavorato nel massimo rispetto". In questo senso è interessante l'opinione di Gianmarco Tognazzi, che è un Luciano Spalletti sobrio, dubbioso, silenzioso. "Avendo un'altra fede calcistica ho affrontato in maniera neutrale la diatriba" ci spiega. "A Roma siamo come l'uomo impossibile di una pubblicità: fai una cosa e va bene il contrario. È difficile accontentare tutti ma una storia va raccontata". "Ho cercato di trovare un filo conduttore nel disagio" aggiunge Tognazzi. "Non solo quello di Spalletti, ma quello di una società, di una squadra, di un gruppo, dello stesso Totti. Il disagio di dover riprendere in mano le fila di un rapporto interrotto anni prima, dove ci sono stati dei malintesi, dei non detti che si sono portati dietro. È importante quello che si sono detti attraverso lo sguardo, senza trovare la capacita di confrontarsi come volevano".

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Nicola Maccanico: Francesco Totti in un tono pop

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Speravo de morì prima: una scena della serie

Speravo de morì prima colpisce per il tono surreale, ironico, onirico. Per alcune trovate gustose, come l'apparizione in sogno di Antonio Cassano, o l'incubo della ferramenta durante l'anestesia, per gli aneddoti sugli zerbini trafugati dai tifosi nel suo vecchio condominio e su quel detenuto che non è uscito di prigione per incontrare il Capitano. E il tormentone mediatico "Quello te fa smette" che diventa un tormentone sonoro, come quelli estivi. "Sapevamo sa subito che volevamo girare questa serie ma non sapevamo come farla" svela Maccanico. "La scelta è stata prendere una parte della vita di Totti, quella in cui esce il lato umano. E abbiamo scelto di farlo con uno dei nuovi toni di Sky, un tono pop, più leggero". "Era difficile" aggiunge Gianani. "È la storia del presente, è accaduta talmente poco tempo fa che rimaneva scolpita, l'immaginario era molto fresco. La strada era intuire lo spirito di questa persona e questa città". "Abbiamo deciso di non fare il classico biopic fiction ma far intrecciare diversi generi" continua Virginia Valsecchi. "Dramma, commedia, epica sportiva, comicità. La vita di Francesco è stata tutto questo". "Uno dei tratti fondamentali di Francesco è la leggerezza, il gioco" conferma il regista Luca Ribuoli. "Il fatto che Francesco sappia farti stare sempre sereno, a tuo agio".

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Speravo de morì prima: una scena nello spogliatoio della Roma

Pietro Castellitto: ho creato una maschera che evocasse Totti e che lo stupisse

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Speravo de morì prima: Pietro Castellitto nei panni di Francesco Totti

Il compito, per niente facile, di dare un volto e una voce a un personaggio così scolpito nell'immaginario collettivo è toccato a Pietro Castellitto, uno che da bambino aveva il poster di Francesco Totti in cameretta e, a nove anni, scriveva felice sul diario di aver trovato la sua figurina nella prima bustina di figurine comprata quell'anno. "Rivedendosi, Francesco ha visto aspetti della propria personalità che non sapeva di avere" ha svelato l'attore. "Ho cercato di creare una maschera che lo evocasse, lo ricordasse, ma che lo stupisse". "Totti è incredibilmente loquace" rivela l'attore. "Per giocare così bene a pallone devi essere intelligente, avere un cervello che metabolizza i dati in modo veloce, ma non è detto che uno lo sia anche con le parole. È consapevole del mito che è, e fa di tutto per metterti a tuo agio, è una persona libera, se si accorge che ci sono le premesse per divertirsi lo fa".

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Greta Scarano: L'ho vissuto come un dramma shakespeariano

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Speravo de morì prima: Greta Scarano in una scena della serie

Non è stato facile neanche il compito di portare sullo schermo Ilary Blasi, moglie di Francesco Totti e volto notissimo della tv. Ci è riuscita l'intensa Greta Scarano. "Abbiamo tentato di raccontare un grande amore" ci ha spiegato. "Mi piace immaginare sia simile a quello che Totti prova per la Roma, quella coerenza nello stare insieme, anche in un momento così difficile. L'ho vissuto come un dramma shakespeariano: chiedere a un uomo di lasciare un mondo in cui è sempre vissuto è molto duro, e per la donna che gli sta accanto non è facile". "Ilary è un personaggio conosciuto, pop, è molto esposta" continua l'attrice. "Ma nella sua intimità ho ravvisato tanta normalità: è una madre, è una moglie. E questa normalità è la forza della loro relazione".

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Speravo de morì prima: Pietro Castellitto interpreta Francesco Totti

Calcio e serialità: un nuovo inizio

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Speravo de morì prima: un'immagine della serie

Speravo de morì prima racconta la fine della carriera sportiva di Totti. Ma può essere un nuovo inizio per il nostro cinema e la nostra serialità. Finora avevano raccontato poco il calcio e la potenza delle storie che ci sono dietro. E la serie Sky potrebbe dare il là a una nuova stagione di racconti sportivi (Il Divin Codino, su Roberto Baggio, è intanto in arrivo su Netflix ad aprile). "Sì, può essere una serie che apre un filone" commenta Nicola Maccanico. "Ma la serialità può narrare lo sport quando c'è qualcosa oltre il calcio, quindi la ricerca deve essere su tutto quello che c'è fuori dal campo, scommettere sulla vita privata di uno sportivo. Sky è felice di inaugurare questo rapporto tra calcio e serialità".

Totti e Ilary, ironici e capaci di prendersi in giro

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Speravo de morì prima: una foto di scena

Il titolo della serie tv nasce da un famoso striscione apparso allo Stadio Olimpico (da dove oggi abbiamo seguito, in streaming, la conferenza stampa di lancio della serie), che sta a significare che l'addio di Totti al calcio è qualcosa che nessun tifoso avrebbe mai voluto vedere. L'autore dello striscione è stato contattato e gli sono stati riconosciuti i diritti di copyright. "Con quello striscione ha avuto una sintesi perfetta" commenta Gianani. "Quel titolo è la voce del pubblico" aggiunge Virginia Valsecchi. Un'altra curiosità riguarda Francesco Totti e Ilary Blasi, che hanno visto la serie insieme ai produttori, al regista e agli attori. "I primi due episodi li ho visti con loro" svela Pietro Castellitto. "Mi mettevo dietro di loro e assistevo alle loro reazioni. Erano molto toccati e molto partecipi, curiosi, alla fine di ogni puntata spingevamo per vederne un'altra". "Avevo un po' d'ansia" aggiunge Greta Scarano. "Neanche per un secondo mi hanno dato la sensazione che non gli piacesse. Totti era molto divertito dal fatto che ci fossimo noi, scherzava sul fatto di essere seduto in mezzo a due Ilary. Anche in quel caso ho avuto il modo di vedere che coppia fossero, molto ironici, molto capaci di prendersi in giro".

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