Sono solo fantasmi, la recensione: Commedia horror solo a metà

La recensione di Sono solo fantasmi: film diretto da Christian De Sica, con Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi, una commedia horror che omaggia il cinema degli anni '80.

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Sono solo fantasmi: Christian De Sica, Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi in una scena del film

Prima di addentrarci in questa recensione di Sono solo fantasmi, nono film da regista di Christian De Sica realizzato anche stavolta con la preziosa collaborazione del figlio Brando, va fatta una doverosa premessa: oltre che all'ingombrante cognome del padre Vittorio, Christian De Sica ha legato il suo nome alla comicità scollacciata dei cinepanettoni. Ma non solo: alle spalle ha oltre un centinaio di film dominati dal suo istrionismo, perché è indubbio, gusti a parte, che De Sica sia un mattatore delle scene, simbolo della vecchia e complessa arte del comico che negli ultimi anni, soprattutto nei lavori da lui diretti, ha ceduto il passo ad un tono addirittura malinconico.

Succede allora che il comico romano si spinga oltre e sperimenti il genere della commedia horror infilandoci dentro le sue riconoscibilissime gag pecorecce, ma anche spaventose presenze che tornano dall'aldilà a dannare i vivi. Un'operazione non semplice, alla ricerca costante di una misura tra i toni comici e quelli horror, e sicuramente inedita nel panorama della comicità seriale dei nostri tempi, che però nel tentativo di non scontentare la parte di pubblico affezionata alla commedia più leggera e disimpegnata, rischia di non percorrere fino in fondo l'altra strada, quella delle presenze demoniache o delle storie fantasy degli anni '80.

Una trama da horror comedy

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Sono solo fantasmi: Christian De Sica, Gianmarco Tognazzi e Carlo Buccirosso in una scena del film

Se ci si sofferma sui protagonisti e le suggestioni della storia di Sono solo fantasmi, risulterà immediata l'eco di un immaginario che trova la sua espressione più emblematica nei celebri Ghostbusters di Ivan Reitman. Nel film gli acchiappafantasmi sono tre fratelli spiantati e al verde, che dopo molti anni si rincontrano a Napoli al funerale del padre Vittorio: Thomas (De Sica), ex mago ormai in declino, Carlo (Carlo Buccirosso), succube di una moglie e un suocero settentrionali e Ugo (Gian Marco Tognazzi), da tutti considerato un po' fuori di testa, un povero matto, ma in realtà un piccolo genio. Il tentativo di incassare una cospicua eredità sfuma, visti i debiti lasciati dal padre; gli rimane solo la vecchia casa di famiglia a condizione però di estinguerne l'ipoteca. È a quel punto che l'improbabile trio si improvviserà nell'arte di cacciare i fantasmi. Tutto funziona fino a quando non risveglieranno la Janara del Vesuvio...

Sono solo fantasmi si regge nel complesso su una trama esile e sulla riproposizione di alcuni modelli narrativi che non riescono a compiersi mai completamente: da un lato incombe il faceto, la dimensione in cui allo spettatore risulterà facile ritrovare il Christian De Sica della gag fisica e godereccia, dall'altro il tono horror, quello più nero della superstizione napoletana, delle storie di vecchie megere e fantasmi che, complice l'uso di effetti speciali, infestano le strade del capoluogo partenopeo, ma non abbastanza da far rabbrividire.

I personaggi e l'omaggio a papà Vittorio De Sica

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Sono solo fantasmi: Carlo Buccirosso, Christian De Sica, Gianmarco Tognazzi in una scena del film

A voler guardare oltre le imperfezioni della storia, il film di De Sica si rivela però coraggioso nella sua volontà di far dialogare diversi livelli e immaginari: la dimensione horror annunciata dal prologo, gli anni '80 evocati da incursioni musicali, da buffe scene fantasy o dalle immagini dei vecchi numeri del mago Thomas (ispirato a Giucas Casella) che ogni tanto passano in tv. Su tutto prevale una riflessione nostalgica sul cinema di ieri e di oggi, e sulla propria carriera attraverso citazioni autoironiche ("Signora, non mi scivoli sul pecoreccio", dirà De Sica in una delle battute del film) o mediante l'impietosa rievocazione del passato, che qui assume le sembianze di un omaggio al padre Vittorio De Sica ricordato dal fantasma del film, donnaiolo, giocatore incallito ed egoista, che ne assumerà anche le fattezze.

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Sono solo fantasmi: Christian De Sica in una scena del film

A prestargli il volto è lo stesso Christian De Sica, in un saluto finale commovente. Un film sui padri e sui figli: non è un caso ad esempio che il personaggio interpretato da Gianmarco Tognazzi si chiami Ugo. I siparietti divertenti non mancano, merito degli attori membri del cast, maestri nel dettarsi tempi comici perfetti: Carlo (Buccirosso) posseduto dal fantasma del padre Vittorio , che parla con la voce di De Sica, è uno di questi. Il resto è un rimando di suggestioni e immagini incompiute: commedia horror, ma solo a metà.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Sono solo fantasmi riconoscendo a Christian De Sica, e alla squadra di co-sceneggiatori (Andrea Bassi e Luigi Di Capua) che lo ha accompagnato, il merito di aver tentato una strada inedita nel panorama della comicità italiana. Un horror comedy che, nonostante le imperfezioni, si lascia vedere con piacere. Dentro le suggestioni e l'immaginario del fantasy anni '80, oltre all'omaggio malinconico a papà Vittorio.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
1.9/5

Perché ci piace

  • Un esperimento che, forse per la prima volta in Italia, apre al genere dell'horror comedy.
  • Tempi comici perfetti grazie a dei veterani della comicità. I momenti divertenti non mancano.
  • Le suggestioni della Napoli più superstiziosa e ancestrale.
  • L'omaggio a Vittorio De Sica.

Cosa non va

  • Un ibrido che rischia di far ridere a metà e di provocare appena qualche brivido.
  • Un rimando di suggestioni e immagini incompiute e discontinue, incapaci di amalgamarsi.