So cosa hai fatto, recensione: sì, finalmente è tornato il 1997

Estivo, leggero e divertente: il sequel del cult uscito nei 90s è una convincente visione slasher, anche capace di riflettere sul senso di colpa. Al cinema.

I personaggi di So cosa hai fatto

È tutto al posto giusto. L'iconica golden hour della East Coast, che accarezza le lussuose barche ormeggiate; un gruppo di personaggi efficaci e meravigliosamente stereotipati; il sangue che scorre, denso e impetuoso; il finale sorprendente e soddisfacente, per quanto probabilmente previsto. Se c'è un genere cinematografico capace di resistere al tempo, restando immutato e immutabile, quello è lo slasher. E allora, in questo costante revival della Decade più entusiasmante di tutte, ecco tornare un marchio di garanzia: So cosa hai fatto. A dirigere il sequel diretto del cult datato 1997 (scritto dal geniale Kevin Williamson) c'è Jennifer Kaytin Robinson, che ha co-scritto la sceneggiatura con Sam Lansky, partendo da un soggetto di Leah McKendrick. Il risultato? Esattamente quello che speravamo fosse.

So cosa hai fatto: ritorno a Southport

So Cosa Hai Fatto Chase Sui Wonders
Chase Sui Wonders contro il killer

So cosa hai fatto ci riporta dove tutto è cominciato: Southport, Carolina del Nord. Una di quelle location che accendono le vibrazioni giuste, giocando con il senso della nostalgia riletto secondo una chiave contemporanea. Oggi come ieri è il 4 luglio, e oggi come ieri un gruppo di ragazzi (ad interpretarli ci sono Chase Sui Wonders, Madelyn Cline, Sarah Pidgeon, Tyrq Withers e Jonah Hauer-King) ne combinano una grossa: inavvertitamente, causano un incidente stradale mortale. Sconvolti, stringono un patto: nessuno li ha visti, nessuno deve parlare.

So Cosa Hai Fatto Cast
So cosa hai fatto: Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Jonah Hauer-King, Sarah Pidgeon, Tyriq Withers

Un anno dopo si ritrovano al matrimonio di Danica che, scartando i regali di nozze, trova anche una lettera. Il messaggio è inequivocabile, e a modo suo leggendario: "so cosa hai fatto la scorsa estate". Da lì, si apre la porta dell'incubo: una misteriosa figura armata di uncino braccherà i cinque ragazzi. Ad aiutarli Julie James (Jennifer Love Hewitt), la final girl sopravvissuta al massacro di ventotto anni prima.

Un sequel che convince

So Cosa Hai Fatto Jennifer Love Hewitt Foto
Il ritorno di Jennifer Love Hewitt

So cosa hai fatto, in quasi due ore (visto il ritmo e l'umore, una durata non eccessiva), ha la capacità di acchiappare sia i nuovi spettatori che (soprattutto) i fan della saga. Un sequel legacy a tutti gli effetti, che non fa nulla per nascondere la poca plausibilità (ma cos'è la plausibilità al cinema?) né le diverse storture di uno script funzionale all'effetto cercato: intrattenere. Un corollario generale che si aggancia agli stilemi classici del genere, senza aver mai la smania di modificare una ricetta di per sé perfetta. È questo il colpo vincente di So cosa hai fatto, ieri come oggi, nella sua eredità e nei suoi derivativi ammiccamenti al miglior slasher di sempre, ossia Scream. Cinema estivo, bollente e divertente, da consumare come si consumavano i film a cavallo tra i 90s e i 00s: pop-corn al burro, Coca-Cola ghiacciata, ultima fila, stretti in una spensieratezza ormai rara anche in sala.

Torniamo nel 1997

Una leggerezza d'intenti, gli indizi sul colpevole disseminati in bella mostra, ma intanto lo stupore che prende il sopravvento, e l'inquietudine che attanaglia. Enorme il rispetto di Jennifer Kaytin Robinson nei confronti della saga (bisogna dire non molto fortunata in Italia, nonostante le molte parodie, da Scary Movie a I Simpson), ed enorme la reverenza verso la silhouette del killer uncinato, inquadrato e quindi raccontato infarcendolo di un'efficace aurea epica. Insomma, So cosa hai fatto è un ritorno agli anni Novanta - e già questo ce lo fa particolarmente apprezzare -, a quel tempo ormai andato che, grazie al cinema, riesce a tornare sotto forma di tangibili ricordi, nonostante un inside joke affidato direttamente a Jennifer Love Hewitt che dice: "la nostalgia è sopravvalutata".

So Cosa Hai Fatto Madelyn Cline
So cosa hai fatto: Madelyn Cline in una foto

Ma attenzione, So cosa hai fatto è anche un'abbozzata disamina sul concetto di gentrificazione ideologica. Interessante, infatti, il discorso rispetto al luogo. Southport, teatro di efferate mattanze cinematografiche, non può essere avulso dal passato, essendo parte integrante della sua storia. Impossibile cancellare "ciò che è stato fatto". In questo senso, si incrocia anche l'altro spunto, leggibile nel senso di colpa, da espiare facendo innanzitutto pace con i propri demoni. Allora sì, So cosa hai fatto è cinema dai gusti saturi, decisi e appaganti; uno slasher volutamente coerente con sé stesso e coerente con il concetto di nostalgia, rifugio perfetto per evadere e scappare da quei killer che continuano ad inseguirci.

Conclusioni

So cosa hai fatto è un sequel legacy, rivolto sia ai fan del cult del 1997 sia ai nuovi spettatori. Slasher puro, in cui gli elementi del genere sono tutti al proprio posto. Approccio che punta all'intrattenimento, personaggi standard funzionali all'uso, e un finale che punta alla sorpresa. Insomma, una perfetta visione senza pensieri, da gustare insieme ai pop-corn e bibita ghiacciata. Proprio come si faceva negli anni Novanta.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • I personaggi funzionano.
  • Un sequel che riprende gli spunti dell'originale.
  • La location.
  • Il finale soddisfa.

Cosa non va

  • Alcune svolte ampiamente prevedibili.
  • Ci mette qualche scena di troppo per ingranare.