Slam – Tutto per una ragazza: Andrea Molaioli e Jasmine Trinca a Torino con l'adattamento di Nick Hornby

Il 34° Torino Film festival ospita l'anteprima assoluta del film. Il regista, Jasmine Trinca e i giovani interpreti ci raccontano cosa significhi trasporre Nick Hornby nella Capitale.

Slam – Tutto per una ragazza: cast e regista a Torino 2016
Slam – Tutto per una ragazza: cast e regista a Torino 2016

Nel 2008 Nick Hornby ha raccontato una gravidanza tra adolescenti a suon di skateboard e rapporti conflittuali con le famiglie in Tutto per una ragazza. Otto anni dopo Andrea Molaioli ha recuperato l'opera di Hornby per raccontare uno spaccato di amore e gioventù calandolo in un contesto familiare. Il risultato è Slam - Tutto per una ragazza, pellicola energetica che vede nel cast Jasmine Trinca e Luca Marinelli. Il film, prodotto da Indigo con Rai Cinema, uscirà in sala il 23 marzo distribuito da Universal, ma ha scelto il Torino Film Festival per il lancio in anteprima.

A Torino, insieme a Molaioli, è presente gran parte del cast capitanato da una sorridente Jasmine Trinca che sfoggia un'inedita acconciatura bionda. Per interpretare i giovanissimi Sam e Alice, la coppia di sedicenni protagonisti della storia, Molaioli ha cercato a lungo scegliendo infine Ludovico Tersigni e Barbara Ramella, esordienti o quasi nel mondo del cinema. "Jasmine era il punto fermo nel cast" racconta il regista. "Quando ho iniziato a pensare al film, l'ho coinvolta immediatamente e l'ho utilizzata molto in fase di selezione dei ragazzi. Lei è stata determinante per trovare le persone giuste, anche perché è un'attrice e una persona straordinariamente intelligente".

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Genitori e figli: istruzioni per l'uso

Slam – Tutto per una ragazza: Jasmine Trinca e Barbara Ramella in conferenza a Torino 2016
Slam – Tutto per una ragazza: Jasmine Trinca e Barbara Ramella in conferenza a Torino 2016

La storia di Sam, in origine, si svolge a North London, location con un bagaglio culturale e antropologico profondamente diverso da quello di Roma, in cui Molaioli ha scelto di ambientare il suo film. Il regista spiega la genesi di questo curioso progetto: "Era un po' che volevo raccontare il mondo dell'adolescenza. Il tema viene trattato di frequente, ma a me non interessava raccontare l'adolescenza corrotta dall'ambiente sterno, non volevo parlare di droga o criminalità. Volevo raccontare l'adolescenza in quanto tale con le sue problematiche e quando ho letto il libro di Nick Horby ho trovato temi e tono giusti per quello che volevo fare". Andrea Molaioli ha contattato Nick Horby per i diritti e la risposta dell'autore di culto è stata più che positiva. "Nick è stato molto disponibile. Ha lasciato completamente liberi me e gli sceneggiatori. Non abbiamo avuto restrizioni né indicazioni, anche perché abbiamo cercato di rispettare le intenzioni del romanzo sia nello script che nel film".

Slam - Tutto per una ragazza: una scena del film
Slam - Tutto per una ragazza: una scena del film

Dalla nebbia di Londra al traffico e ai sanpietrini di Roma il passo è breve per Andrea Molaioli, che giustifica il cambio di location spiegando: "Avrei potuto scegliere un'altra città, ma Roma è il posto in cui sono stato adolescente, è stata una scelta più emotiva che necessaria. Volevo avere una vicinanza fonetica, sentire la parlata a cui sono abituato per avvicinarmi ai giovani che conosco". E una vicinanza, in primis anagrafica, è quella tra Sam e la madre trentaduenne, anche lì rimasta incinta in giovane età. L'attrice spiega che "la vicinanza d'età tra madre e figlio aiuta a eliminare le distanze generazionali e gerarchiche. I genitori non devono essere giudicanti, semmai indicanti. Mostrandosi umani si incoraggia un rapporto, uno scambio. Non è detto che la capacità di assumersi delle responsabilità coincida sempre con l'età anagrafica".

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Skateboard alla romana

Slam - Tutto per una ragazza: Ludovico Tersigni e Barbara Ramella in un momento del film
Slam - Tutto per una ragazza: Ludovico Tersigni e Barbara Ramella in un momento del film

Andrea Molaioli racconta di aver avuto un vero e proprio colpo di fulmine per i suoi due giovani protagonisti, ma come hanno vissuto l'esperienza sul set Sam e Alice? "Abbiamo lavorato tantissimo, ma non ho mai cercato di fare colpo su Andrea" racconta Ludovico Tersigni. "Ho cercato di seguire i suoi consigli, calandomi nella storia, cercando di comprendere a fondo come si potesse sentire un ragazzo in una situazione di questo tipo. Quello tra me a Andrea è stato uno scambio continuo. L'aspetto più difficile del lavoro è stato trasporre un adolescente londinese in uno romano. Occorreva tradurre un mondo intero. Per quanto riguarda la storia di Sam, non so dire come mi comporterei al suo posto. Come si fa a dire se si può diventare genitori a sedici anni? Ci vorrebbe una materia apposta al liceo per insegnare come diventare genitori. La morale del film, secondo me, è 'Prendete precauzioni'". Barbara Ramella aggiunge: "E' stato uno scambio continuo, abbiamo creato insieme il mio personaggio. I provini prima e le prove poi si sono rivelati una vera scuola. Questa per me era la prima esperienza sul set e mi ha insegnato moltissimo".

Slam - Tutto per una ragazza: Ludovico Tersigni in azione con lo skate in una scena del film
Slam - Tutto per una ragazza: Ludovico Tersigni in azione con lo skate in una scena del film

A fianco di Sam e Alice, l'altro protagonista di Slam - Tutto per una ragazza è lo skateboard. Nel film udiamo perfino la voce di Tony Hawk, idolo di Sam, la cui biografia lo guida nei momenti più difficili. Al riguardo Molaioli confessa: "Non ero molto ferrato sulla cultura degli skaters, ma mi sono avvicinato a questo mondo con molto piacere. Abbiamo cercato di coinvolgere la scena romana degli skaters il più possibile per capirli meglio. Lepre, che vedete nel film, è un vero skater. A Roma ci sono due skate park, quello privato di Viale Kant, e quello pubblico di Cinecittà, che abbiamo usato per le riprese. Era abbandonato a se stesso. Abbiamo cercato degli sponsor per riqualificarlo e lasciare ai ragazzi un segno del nostro passaggio. Gli skater hanno una filosofia forte, fare skate vuol dire cadere, farsi male, faticare per raggiungere un obiettivo e non arrendersi mai. Pensando a Roma, i sanpietrini sono trappole mortali per gli skaters, però andare in skate con il Colosseo alle spalle è un'esperienza unica. Volevamo mostrare la fatica nel vivere lo sport in condizioni naturali avverse, proprio per esprimere al meglio questa filosofia".

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