Sheldon Cooper sta tornando! Doppio appuntamento questo mese su Infinity TV il brillante, ma socialmente impedito, scienziato di The Big Bang Theory, che non si limita a tornare, dal 24 gennaio, con l'undicesima stagione della serie che lo vede protagonista da oltre un decennio, ma anche con il debutto italiano dello spin-off che lo vede ugualmente mattatore, quel Young Sheldon che racconta le vicissitudini del personaggio da bambino, che, dopo aver visto la luce in patria lo scorso ottobre, arriva anche in Italia, sul canale streaming dal 31 gennaio.
A dar continuità ai due progetti c'è lui, Jim Parsons, l'unico ed inimitabile Sheldon Cooper, l'attore che con la sua interpretazione ha reso il personaggio nato dalla mente di Chuck Lorre e Bill Prady il vero cuore pulsante di una serie che in lui ha trovato la sua vera ragion d'essere, e che si è prestato a dargli voce, ancora una volta e fuori campo, nello spin-off sul suo alter ego bambino, portando così, ci scommettiamo, più di uno spettatore alla nuova produzione targata CBS. Se il fascino di Sheldon è tale, è anche grazie a lui, ma non solo. Vediamo insieme perché si tratta di un personaggio così iconico e rappresentativo dell'ultimo decennio.
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The Big Jim Parsons
A chi, come chi scrive, ha guardato il pilot di The Big Bang Theory all'epoca della sua prima trasmissione americana, avvenuta il 24 settembre del 2007, è subito stata chiara una cosa: tra i nerd che ruotavano attorno alla normale Penny ce n'era uno che spiccava, che con la sua caratterizzazione estrema emergeva tra i suoi pur bizzarri compagni. Se Leonard era il personaggio più caratterizzato, più complesso e stratificato, quello che doveva rappresentare la normalità tra i diversamente sociali accanto a un Raj con evidenti problemi di interazione (non parlava con membri dell'altro sesso) e un Wolowitz palesemente più eccentrico nella costruzione, gli faceva da contraltare l'apoteosi dell'anormalità, quello Sheldon Cooper che concentrava ossessività, tic, incapacità di relazionarsi e passioni da nerd.
Si trattava di un personaggio estremo, quasi una macchietta che tale sarebbe stata se non fosse stato affidato ad un interprete in grado di capirlo e canalizzarne gli estremi in una figura odiosa in modo adorabile. Jim Parsons ha fatto suo Sheldon e l'ha reso quello che è, il vero protagonista di uno show che, nelle intenzioni dei suoi autori, avrebbe dovuto ruotare attorno alla figura più ansiosa di essere normale ed al suo rapporto con Penny. Parsons, e quindi Sheldon, ha invece rubato la scena, diventando il cuore di ogni episodio, al punto da migliorare anche i propri compagni d'avventura: ogni personaggio ha senso soprattutto nelle sue interazioni con Parsons, che è insieme protagonista e spalla perfetta. Una rarità.
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Siamo tutti disadattati
Questo perché, diciamocelo, siamo tutti un po' disadattati nel nostro piccolo. Chi più, chi meno, abbiamo tutti i nostri tic, le nostre ossessioni e le nostre manie. Non arriveremo agli estremi di Sheldon, ma è forse più facile vedere in lui lo specchio di alcuni propri comportamenti che nella timidezza tipicamente nerd di Leonard, in quella esotica e selettiva di Rajesh o nella variopinta sfacciataggine di Wolowitz. Ridiamo di lui, e un po' di noi o di qualcuno che conosciamo, ma lo guardiamo con una certa morbosa curiosità, quella con chi si osserva una essere vivente esotico e particolare. La stessa che ha spinto la CBS a mettere in cantiere una serie spin-off di The Big Bang Theory ed incentrata su uno Sheldon bambino.
Young Sheldon è una serie molto diversa da quella da cui nasce, a cominciare dalla tecnica di lavorazione che passa da multi camera a single camera: meno teatrale, più costruita, più varia nelle ambientazioni, e soprattutto con la voce narrante di Jim Parsons in persona, per seguire la nascita, o meglio la formazione, di un disadattato per come lo conosciamo, attraverso quegli aneddoti e quelle figure che conoscevamo dalla serie madre e tanti altri che vanno a comporre la tessitura degli episodi che vedono protagonista il giovane interprete Iain Armitage.
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La rivincita nerd
Ma i quattro protagonisti di The Big Bang Theory, con Sheldon in testa, si sono fatti portavoce di una certa cultura nerd, dandole visibilità con il loro successo e portandola in primo piano. In questo sono stati aiutati (o, chissà, ne sono stati tra i fautori) dall'aumento di popolarità di tanti fenomeni prima appannaggio quasi esclusivo della cultura nerd. Nel decennio di vita della sit-com CBS, infatti, la Marvel e i cinecomic sono diventati i blockbuster di riferimento, la saga di Star Wars è tornata con decisione ad essere protagonista delle sale, i i videogiochi hanno aumentato raggiunto fette di pubblico nuove ed in generale tante caratteristiche nerd sono state sdoganate. Sheldon e The Big Bang Theory sono da considerarsi oggi meno strambi di quanto potessero apparire al loro esordio e più di un nerd considera la loro influenza sul grande pubblico un danno più che un vantaggio. Ma l'influenza e l'impatto che hanno avuto sull'ultimo decennio resta innegabile.