Saltburn: spiegazione del finale, la scena della vasca e il ballo di Barry Keoghan

Saltburn: la spiegazione del finale non basta. Il film di Emerald Fennell è pieno di scene simboliche, come quella della vasca, della tomba e il ballo di Barry Keoghan. Capiamo qual è il significato.

Saltburn: spiegazione del finale, la scena della vasca e il ballo di Barry Keoghan

Saltburn è uno dei titoli più divisivi del 2023. C'è chi si è fatto immediatamente travolgere dall'anima pop e feroce del nuovo film di Emerald Fennell e chi invece ha urlato alla confezione curata ma vuota. Senza dubbio, dopo l'ottimo esordio Una donna promettente, premiato nel 2021 con l'Oscar alla migliore sceneggiatura, la curiosità per il progetto successivo dell'autrice inglese era notevole.

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Saltburn: una foto del film

Emerald Fennell si è fatta conoscere prima come attrice: è la giovane Camilla Parker Bowles nella serie The Crown e quest'anno l'avete sicuramente vista in Barbie (recensione qui), in cui è Midge, la Barbie incinta. Non essendo digiuna di recitazione, la regista e sceneggiatrice sa dunque perfettamente come dirigere i suoi interpreti. Sarà anche per questo che è riuscita a convincere Barry Keoghan a fare diverse scene disturbanti in Saltburn.

La trama di Saltburn ruota infatti attorno al suo personaggio, Oliver Quick (nome che richiama, non a caso, Oliver Twist): studente a Oxford grazie a una borsa di studio, al contrario dei suoi facoltosi compagni di corso non veste alla moda, non è cool, non è popolare. Sicuramente non come Felix Catton (Jacob Elordi), che, come lo definirebbe Derek Zoolander, è "bello, bello, bello in modo assurdo". Per lui Oliver sviluppa una vera e propria ossessione. Ossessione che diventa importante per decifrare diversi passaggi del film. Analizziamoli prima di arrivare alla spiegazione del finale di Saltburn, che è l'apice del percorso ossessivo del protagonista. Se non avete visto la pellicola ve lo scriviamo a lettere maiuscole: da qui in poi ATTENZIONE SPOILER!

Saltburn: il formato 4:3 e la fotografia di Linus Sandgren

Saltburn è girato in 4:3. Ovvero un formato quadrato, lo standard dei vecchi televisori. Una scelta che ad alcuni è sembrata "fighetta" e basta, ma invece è molto importante. La storia è infatti ambientata nei primi anni 2000, ormai 20 anni fa (concediamoci un attimo di raccoglimento per incassare il colpo), periodo in cui Instagram e i social erano ancora lontani. Ma non per questo l'ossessione per le vite degli altri era meno forte. Anzi. Tutto era più misterioso, perché non offerto in pasto a chiunque ogni secondo del giorno. Qual era la vita dei ricchi? Delle persone popolari? Di "quelli con gli occhi azzurri", come li avrebbe definiti il Tonio Kröger di Thomas Mann?

Oliver Quick ci pensa continuamente. Quindi, quando viene invitato da Felix a passare l'estate con lui nella tenuta di famiglia, la Saltburn del titolo, accetta subito. Appena il personaggio entra in quella magione gigantesca, sappiamo che è lei l'altra grande protagonista del film di Emerald Fennell. La regista utilizza gli spazi in modo superbo: è quasi come se la casa fosse un vampiro, che attira a sé Oliver.

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Saltburn: una scena

Al contrario dei Catton però, ormai rammolliti dal lusso e dalla ricchezza, dal non doversi sforzare per ottenere ciò che desiderano, Oliver ha fame. Una fame insaziabile. Mano a mano che l'estate va avanti, il ragazzo scopre di avere molto in comune con Saltburn: Oliver è un vampiro a sua volta. E, proprio come la casa ha sedotto lui, Oliver Quick seduce uno a uno i Catton. Li seduce nel senso latino del termine, che ha diverse sfumature: li conduce a sé, attirandoli con il sesso e la sua fisicità, ma allo stesso tempo trae ognuno di loro in disparte, li disunisce, insinuandosi tra le maglie che tengono insieme la famiglia.

Il formato 4:3 è quindi importante per riflettere questo senso di oppressione, di trappola in cui inizialmente sembra sia finito Oliver e invece, come scopriamo presto, è proprio la famiglia Catton a essere imprigionata. Usando una battuta di Watchmen, detta da Rorschach: "Non lo avete ancora capito? Non sono io rinchiuso qui con voi... Siete voi rinchiusi qui con me"!

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Saltburn: una foto

Anche la fotografia di Linus Sandgren diventa quindi essenziale: tutto è caldo in Saltburn. Si richiama l'estate, certo, ma anche lo stile dei video musicali anni 2000. Come quello di Mr. Brightside dei Killers, che non a caso è nella colonna sonora di Saltburn. Il passo appena prima i filtri di Instagram. Il direttore della fotografia e la regista sono riusciti a creare una sorta di spazio fuori dal tempo, un "non luogo", e, contemporaneamente, a dargli un forte legame con il periodo storico che racconta.

Saltburn e il feticismo per gli oggetti

Emerald Fennell l'ha detto subito a Linus Sandgren: bisognava riprendere tutto, casa, oggetti, persone, con un occhio feticista. Sì, in Saltburn c'è un dichiarato feticismo per gli oggetti. Fa parte dell'ossessione di Oliver per la ricchezza, per ciò che quelle cose rappresentano. Il potere, l'antico titolo nobiliare ormai sbiadito e anacronistico, il prestigio sociale sono tutti in quelle suppellettili che riempiono la casa. Alcuni straordinari: quando Felix fa fare a Oliver il tour delle stanze, a un certo punto dice, quasi distrattamente: "Ecco dei quadri di Rubens orribili". Così, come se fosse normale.

Saltburn, Archie Madekwe e Alison Oliver e i loro ricchi maledetti

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Saltburn: un'immagine

Il feticismo per gli oggetti mostrato nel film non è soltanto ostentazione, superficialità. Se facciamo un balzo a oggi, ormai è qualcosa di sdoganato, quotidiano. Intrinsecamente patologico. Quando a Chiara Ferragni facciamo fare milioni di visualizzazioni con i suoi tour della cabina armadio o della nuova casa, quando le facciamo fare perfino ai Me contro Te, che realizzano contenuti per bambini, per video in cui mostrano sui social il nuovo Rolex, o quando ci appassioniamo ai dispetti reciproci a base di furto di orologi e scarpe dell'ormai ex coppia formata da Francesco Totti e Ilary Blasi, siamo come Oliver. Si spera senza la parte omicida.

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Saltburn: una scena

Fennell racconta benissimo la normalizzazione moderna del feticismo per le cose. Nel romanzo di Verga La roba era qualcosa di mostruoso, oggi invece è un modello a cui aspirare. Siamo tutti immersi in una continua pubblicità, nel consumismo più sfrenato. Il passo successivo raccontato qui è come "la roba" sia non soltanto desiderabile, ma eccitante. Anche sessualmente. L'evoluzione estrema è il piacere quasi erotico che molti provano contando like e followers. Un ossimoro folle, che rende sempre meno reali le persone e più presenti gli oggetti. O meglio, la loro ostentazione e l'idea che rappresentano.

Saltburn: che significa la scena della vasca

La scena della vasca di Saltburn è fondamentale. Per diversi motivi. Prima di tutto è proprio a partire da questa immagine che Emerald Fennell ha concepito il film. La regista ha dichiarato di cominciare le sue storie sempre con un'immagine in testa. Per Saltburn è stata quella di qualcuno che lecca il buco di una vasca.

Il significato della scena della vasca in Saltburn cambia con l'avanzare del film: inizialmente pensiamo che Oliver sia così disperatamente voglioso di avere un rapporto sessuale con Felix da arrivare a bere l'acqua della vasca in cui il ragazzo si è appena masturbato. Così da berne indirettamente anche il liquido seminale. Ripeterà poi questa cosa con la sorella di Felix, Venetia (Alison Oliver), con cui ha un rapporto orale nonostante lei abbia il ciclo mestruale. Non importa quale sia la natura del fluido corporeo, se sperma o sangue mestruale: Oliver li vuole bere per possedere meglio la famiglia Catton.

Saltburn Felix Oliver
Saltburn: Jacob Elordi e Barry Keoghan

Poi però, nel finale, capiamo che non era il desiderio sessuale la sua spinta maggiore. Come fatto da Nicolas Winding Refn in The Neon Demon, in cui delle modelle gelose della giovinezza dell'ultima arrivata finiscono per mangiarla, così da impossessarsi della sua bellezza, Fennell qui mostra un atto di vampirismo, come dichiarato dallo stesso Oliver. Per lui quello è nutrimento: vuole possedere in senso assoluto quelle persone. Tenerle dentro di sé, per assimilarle. Per assorbire la loro sostanza e diventare più forte, prendendo così il loro posto.

Poi c'è anche un significato metatestuale: ciò che più spiazza gli spettatori dei film di Emerald Fennell è il loro cambiare continuamente genere. I film della regista sono fluidi: si passa dalla commedia al thriller, al dramma, all'horror. Per alcuni questo si traduce in "un'idea confusa", "una sceneggiatura abbozzata". Invece, come dichiarato in diverse interviste dalla stessa autrice, è proprio uno dei suoi scopi. Per lei il cinema deve essere come una montagna russa, deve poter suscitare emozioni contrastanti, abbandonare bruscamente una strada per abbracciare improvvisamente un altro genere. Fennell vuole scardinare l'idea che un film debba essere per forza una certa cosa, raccontata in un certo modo.

Saltburn: la lunga estate calda di un film fascinoso e imperfetto

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Saltburn: una sequenza

Nel suo essere barocco, Saltburn è anche una provocazione per quanto riguarda i capisaldi del cinema, qualcosa che quest'anno hanno fatto diverse registe: Greta Gerwig ha ironizzato su Stanley Kubrick e Francis Ford Coppola in Barbie. Anche Sofia Coppola ha utilizzato il brano Così parlò Zarathustra di Strauss, presente in 2001: Odissea nello spazio, per parlare di mascolinità tossica in Priscilla (recensione qui). Fennell invece tira in ballo direttamente Alfred Hitchcock. Non soltanto per la scena della doccia di Psycho, ma anche nelle atmosfere voyeuristiche. Niente è intoccabile, nemmeno i grandi maestri. E un film può cambiare quanto vuole, avere tutti i "buchi di trama" che vuole. Per la regista l'importante è scatenare sensazioni forti. E in questo è bravissima.

Saltburn: che significa la scena della tomba

Arriviamo al momento che forse più di tutti ha sconvolto il pubblico. Il significato della scena della tomba di Saltburn è una diretta conseguenza di quelle della vasca e del ciclo mestruale. Come scopriremo poco dopo, è Oliver che ha ucciso Felix, mettendogli delle droghe nella bottiglia di chamapagne. È lui la sua prima vittima. Perché, come dirà direttamente allo spettatore, e a sé stesso, lui odia Felix e tutta la sua famiglia. Il suo vero unico amore è infatti per la casa, per Saltburn, e per ciò che rappresenta. A Oliver interessa il potere.

Saltburn e l'evoluzione del mostro secondo Emerald Fennell

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Saltburn: una scena del film

E in effetti sembra quasi ricambiato: è come se Saltburn stesse aspettando qualcuno come lui, non ancora infiacchito dal privilegio, in grado di fare scelte forti, di avere il quadro completo della situazione. Il potere non ammette debolezza. E i Catton, dopo decenni di agiatezza, sono diventati, da predatori, prede. Sono tutti come figurine vuote: lo stesso Felix, è bello, è ricco, è popolare, è l'oggetto del desiderio sessuale di donne e uomini. E questo gli basta: Felix è la percezione che gli altri hanno di lui.

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Saltburn: Rosamund Pike in una scena

Allo stesso modo i componenti della sua famiglia sono gusci vuoti: la madre, Lady Elspeth Catton (Rosamund Pike, meravigliosa), non riesce a stare in presenza di persone brutte e tiene tutti a distanza con il suo senso dell'umorismo gelido. Il padre, Sir James Catton (Richard E. Grant), è trincerato dietro la sua compostezza, dietro la dignità a tutti i costi. Venetia soffre per essere sempre in secondo piano rispetto al fratello Felix. Tutti sono condannati: perché non provano emozioni, perché non si curano di niente e nessuno. Nemmeno se stessi. Oliver invece è un concentrato di pulsioni fortissime: rabbia, amore, odio, desiderio, ambizione.

Saltburn Jacob Elordi
Saltburn: un'immagine di Jacob Elordi

Qui però arriva il bello: Saltburn in realtà non è un film che parla di lotta di classe come si potrebbe pensare. Perché, lo scopriamo, Oliver non è figlio di tossicodipendenti. Non ha avuto un'infanzia difficile. Semplicemente viene dalla classe media. Non ha mai vissuto in un castello, ma non è nemmeno un disagiato. La disgrazia più grande per i personaggi del film è, dopo la povertà - ça va sans dire - la noia. I Catton ne sono ormai assuefatti, Oliver cerca in tutti i modi di evitarla trasformandosi in qualcun altro. La noia è il grande male dei nostri tempi: la maggior parte di noi ha troppo tempo libero. Da qui il successo degli scroll infiniti su Instagram e TikTok.

Quindi: perché Oliver ha un rapporto sessuale con la tomba di Felix? Perché ha raggiunto il suo scopo: ha preso il suo posto. Ride mentre lo fa. Finalmente il suo duro e paziente lavoro ha dato i primi frutti. E in qualche modo è come se gli fosse anche riconoscente.

Saltburn: che signfica la scena di ballo finale

La scena di ballo di Barry Keoghan in Saltburn è già cult. Eliminata tutta la famiglia Catton, Oliver adesso è finalmente solo con la casa. Perfettamente a suo agio, con il controllo totale e ottenuto il potere, balla nudo per le stanze. Come ci ha detto l'attore nella nostra intervista, ha conquistato tutto quello che voleva. È talmente sicuro che balla nudo sulle note della canzone Murder on the Dancefloor di Sophie Ellis-Bextor: un ritornello che è tutto un programma.

Anche Emerald Fennell ha parlato del significato della scena di ballo di Saltburn: è come se fosse un ballo post coito. Quasi come se Oliver avesse avuto un rapporto sessuale con la casa. Il ragazzo infatti, che nel corso del film si è mostrato come bisessuale, in realtà è davvero eccitato da quelle pareti. È Saltburn la sua vera ossessione.