Correva l'anno 1959, e il grande Eduardo De Filippo portava sul palcoscenico una nuova commedia, talmente apprezzata da essere stata più volte adattata per lo schermo, in particolare quello televisivo: nel 1990 ci mise le mani Lina Wertmüller, con il figlio di Eduardo, Luca De Filippo, nei panni del protagonista Peppino Priore, mentre nel 2004 il testo è stato adattato da Paolo Sorrentino per il sodale e amico Toni Servillo; oggi, invece, come leggerete in questa recensione di Sabato, domenica e lunedì, ci pensa Edoardo De Angelis, con quello che è il secondo dei suoi tre adattamenti eduardiani interpretati da Sergio Castellitto e concepiti per la prima serata di Rai 1, anche se prima di debuttare in TV i due film del 2021 (uno in onda il 14 dicembre, l'altro il 27) hanno avuto l'onore di una proiezione speciale, fuori concorso, all'interno del Torino Film Festival, tornato in presenza dopo l'edizione speciale online del 2020 dovuta alle esigenze sanitarie.
Tutta colpa del ragù
Sabato, domenica e lunedì si svolge nel corso di un fine settimana qualsiasi, nei primi anni Sessanta, a casa Priore: Donna Rosa (Fabrizia Sacchi) è occupata con la preparazione del suo celebre ragù, elemento indispensabile del pranzo domenicale che riunisce tutta la famiglia e al quale partecipano anche i vicini, i coniugi Ianniello. Suo marito, Don Peppino (Sergio Castellitto), se ne sta in disparte a leggere il giornale, e nei rari casi in cui apre bocca è per esprimere il suo recente disprezzo nei confronti di tutto e tutti, esacerbato dai primi moti di crisi intorno a lui, con i figli che hanno problemi personali che si riversano all'interno dell'altrimenti pacifica atmosfera casalinga. Ma la vera esplosione arriva il giorno successivo, quando tutti sono riuniti intorno al mitico ragù e Peppino rimane attaccato al suo cinismo, portato al punto di rottura quando assiste alle interazioni fra la consorte e Luigi Ianniello (Giampaolo Fabrizio), il cui carattere naturalmente espansivo viene scambiato dal padrone di casa per indizio di una "tresca schifosa" di cui Peppino farà pubblica accusa davanti all'intero gruppo. E poi arriva il lunedì, con un interrogativo sulla bocca di tutti: la famiglia Priore sarà mai più come prima?
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Divertimento festivo
Il film rientra nel progetto che Edoardo De Angelis ha avviato lo scorso anno con Natale in Casa Cupiello, realizzato per omaggiare i 120 anni dalla nascita di Eduardo, e a suo modo fa parte di un ciclo più vasto che include i recenti Qui rido io, sul padre del grande drammaturgo, e I Fratelli De Filippo. Una congiunzione astrale che riconferma il grande impatto dell'autore e attore napoletano sulla cultura italiana, e la grande attualità dei suoi testi, sempre pronti a essere adattati per gli schermi. La scelta dei tre testi da parte di De Angelis non è casuale, poiché i due film già citati e Non ti pago, che chiude il trittico, sono tutti e tre incentrati sulla famiglia, la chiave di lettura tramite la quale il regista si avvicina al mondo di Eduardo (come hanno fatto anche, a modo loro, Mario Martone e Sergio Rubini con i loro progetti succitati). E in questo caso specifico, come spiegato nelle note di regia mandate alla stampa, il perno principale è la questione dell'intesa tra i due coniugi: "Se dico a qualcuno che ti amo, lo faccio con raziocinio. Se invece mi confido e dico che ti odio, è un gesto che trascende ogni mio controllo. La sintesi è forse ancora più brutale della dicotomia che sottintende."
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Ed è proprio nelle interpretazioni principali che il lungometraggio, altresì segnato da una regia che è calibrata per il passaggio televisivo e non abbandona mai l'origine teatrale del testo, rimanendo all'interno di una casa la cui natura a tratti è volutamente artificiale, trova la sua vera forza. In particolare, dei tre titoli portati sullo schermo da De Angelis, è quello che maggiormente mette in rilievo la versatilità e la generosità di Castellitto come attore, dato che egli passa praticamente tutto il primo tempo a lavorare di sottrazione, facendosi rubare la scena dai colleghi e in particolare da Sacchi, anima dolente e passionale di un film che forse non diventerà una pietra miliare dei palinsesti festivi Rai (anche perché, rispetto all'inauguratore del progetto eduardiano, non c'è la cornice natalizia insita nel racconto), ma si fa comunque guardare e apprezzare per la sincerità con cui vuole aggiornare per il pubblico odierno uno dei capisaldi del teatro nostrano. E quando viene inquadrato il famoso ragù di Donna Rosa, l'acquolina in bocca è inevitabile.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Sabato, domenica e lunedì, ribadendo come il secondo dei tre adattamenti televisivi che Edoardo De Angelis ha realizzato a partire dalle commedie di Eduardo De Filippo abbia portato sullo schermo il testo con rispetto ma senza particolari guizzi creativi.
Perché ci piace
- Sergio Castellitto e Fabrizia Sacchi sono eccellenti insieme.
- Il cast di contorno diverte.
- Le punte amare del testo di Eduardo hanno ancora una forte carica di attualità.
Cosa non va
- Visione sconsigliata a stomaco vuoto.
- L'adattamento non è particolarmente creativo a livello formale.