Rosso, Bianco e Sangue Blu, la recensione: la rom-com LGBTQ+ bestseller del NY Times sbarca su Prime Video

Prime Video si tinge di Rosso, Bianco e (Sangue) Blu grazie alla nuova rom-com LGBTQ+ di cui vi parliamo in questa recensione.

Rosso, Bianco e Sangue Blu, la recensione: la rom-com LGBTQ+ bestseller del NY Times sbarca su Prime Video

La Storia, eh? Scommetto che potremmo scriverne un po', noi due

È una delle citazioni più amate dai fan di Red, White & Royal Blue (Rosso, bianco e sangue blu in italiano), il libro di Casey McQuiston che tanto successo ha riscosso fin dalla sua pubblicazione nel 2019, scalando anche le classifiche dei bestseller del NY Times. E dopo aver conquistato i lettori in forma cartacea, è proprio la storia d'amore di Alex e Henry che sta per debuttare anche in versione cinematografica grazie a Prime Video. Andiamone alla scoperta in questa recensione di Rosso, Bianco e Sangue Blu.

Il vero amore non è sempre diplomatico

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Rosso, Bianco e Sangue Blu: un frame del film

Impossibile non inaugurare la nostra recensione con la tagline del libro, specialmente considerato il fatto che Rosso, Bianco e Sangue Blu è è un'opera che fa delle battute memorabili, dei giochi di parole e dell'ironia uno dei suoi più grandi punti di forza. È infatti una storia carica (a volte, forse, anche troppo) di humor e citazioni di ogni tipo quella di Alex Claremont Diaz (Taylor Zakhar Perez), il figlio della Presidente degli Stati Uniti, e Henry George Edward James Hanover Stuart Fox (Nicholas Galitzine) - era giusto precisare - il Principe d'Inghilterra. Due figure politiche di spicco, ma soprattutto due giovani uomini che si ritrovano a dover soppesare i propri sentimenti assieme ai loro doveri, e che tra un incontro di Stato e l'altro, tra un messaggio e un'email, una catastrofe dolciaria e uno scandalo mediatico, costruiranno uno dei rapporti più idealizzati dai lettori odierni.

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Rosso, Bianco e Sangue Blu: una scena del film

Perché anche se abbiamo ormai superato la soglia del ventennio degli anni 2000, quella in cui viviamo resta una società dalle mille contraddizioni, e per quanto si possa andare avanti, ci sarà sempre qualcosa in cui non saremo mai davvero tutti al passo. Il discorso LGBTQ+ in Rosso, Bianco e Sangue Blu ha ovviamente la sua rilevanza, e viene contrapposto alla tradizione più nel caso di Henry e della monarchia che in quello di Alex (figlio di un Presidente donna e di un Senatore di origini latinoamericane), ma è la ricerca di sé stessi e della propria identità, la volontà di ascoltare e comprendere il proprio cuore, a rappresentare l'elemento centrale del racconto.

Rosso, Bianco & Sangue Blu: il trailer dell'adattamento del romanzo mostra la nascita di un amore

Spazio, dunque, alle domande sulla propria sessualità, anche se i protagonisti sembrano avere già un'idea abbastanza chiara alla fin fine. Spazio anche alla conversazione generata da tali "rivelazioni" che, fedele all'opera originale, non occupano in verità più di qualche pagina, come nel caso del coming out di Alex con sua madre, ma soprattutto ci si concentra sullo sviluppo del rapporto tra i due e sulle possibili implicazioni, in ambito politico e quotidiano, di una relazione tra figure di rilievo quali sono.

Certo, il rischio di risultare eccessivamente didascalici è in agguato, e non sempre si riesce ad evitarlo, ma nel grande schema delle cose, sta a voi decidere quanto andrà ad influire sul vostro godimento dell'opera.

Dalla pagina allo schermo

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Rosso, Bianco e Sangue Blu: un'immagine del film

Uno degli aspetti su cui la trasposizione di Rosso, Bianco e Sangue Blu diretta da Matthew López sembra aver riversato maggior impegno è stato rendere il più tangibile possibile il legame che man mano si viene a creare tra Alex e Henry, trovando anche interessanti soluzioni registiche nella realizzazione degli scambi di battute tra i due durante la corrispondenza virtuale che solidifica la loro semplice attrazione prima, vera e propria relazione poi. Funzionano le personificazioni dei messaggi, e in generale gli espedienti grafici adottati, che poggiano molto sul lavoro dei due interpreti, la cui chimica è abbastanza evidente; tutavia a volte sono presenti momenti un tantino troppo melensi. Sebbene il regista abbia indicato Zakhar Perez come l'attore in partenza più simile al suo personaggio, è Galitzine quello che sembra essersi calato davvero alla perfezione nel ruolo, aiutato forse anche dal fatto che di principi (e di Queen... continuano a dargli brani dei Queen da cantare), ormai, sta diventando abbastanza esperto (ve lo ricordate nell'ultimo adattamento di Cenerentola?).

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Rosso, Bianco e Sangue Blu: un momento del film

Può lasciare, invece, perplessi la gestione dei tempi, con i primi 40 minuti del film occupati da un susseguirsi di eventi presentati in maniera alquanto sbrigativa, come se non si vedesse l'ora di lasciarsi alle spalle i "convenevoli" e dedicarsi al resto della narrazione (anche in questo caso l'adattamento è fedele al romanzo d'origine). A risentirne è però il pacing della pellicola che, a causa di tale sbilanciamento, può creare scompenso nella percezione dello spettatore (quasi quanto l'accento di Uma Thurman). Saranno forse anche le scelte di montaggio che non contribuiscono a un risultato perfettamente omogeneo in alcuni casi, ma queste potrebbero magari rappresentare un plus per alcuni.

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Rosso, Bianco e Sangue Blu: una foto del film

La maggior parte delle dinamiche e le interazioni tra i vari personaggi (almeno quelli che son stati mantenuti), a ogni modo, trovano con facilità la loro strada per il piccolo schermo, come ad esempio quella tra il braccio destro del Presidente Zahra (Sarah Shahi) e Alex, o quella tra quest'ultimo e l'agente della sicurezza Amy Gupta, sempre in grado di strappare un sorriso.

Conclusioni

La nostra recensione di Rosso, Bianco e Sangue Blu termina qui, e non innalza a capolavoro né demonizza la nuova produzione targata Prime Video, che fa il suo senza infamia e senza lode. Ma se, alla fine della visione, ciò che più vi sono rimasti sono l'umanità e il calore che il film si prefigge di trasmettere allo spettatore, allora la si può definire una rom-com piuttosto riuscita, al netto di tutti i difetti che può presentare.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • La sensazione di tenerezza che è in grado di trasmettere.
  • Le trovate registiche utilizzate per rendere determinati passaggi della storia.
  • Buona chimica tra gli attori.

Cosa non va

  • Utilizzo dei tempi filmici e pacing del racconto.
  • Scelte di montaggio opinabili.
  • A volte eccessivamente didascalico, a volte un po' (troppo) melenso e artificioso.