Romeo è Giulietta: Pilar Fogliati, Sergio Castellitto e un film sul potere della contraddizione

"Dove c'è contraddizione c'è creatività". Giovanni Veronesi, Pilar Fogliati e Sergio Castellitto raccontano Romeo è Giulietta, riflettendo sul valore dell'arte (e del trucco prostetico!)

Romeo è Giulietta: Pilar Fogliati, Sergio Castellitto e un film sul potere della contraddizione

Un palco, e sotto un borioso regista. Intransigente verso gli interpreti, severo e arrabbiato con se stesso. Sopra il palco, un'attrice che diventa... un attore. Perché deve dimostrare di essere ancora ciò che sognava da bambina. Nonostante uno sbaglio che l'ha allontanata dalle scene. In mezzo, l'opera immortale di William Shakespeare, che Giovanni Veronesi rivede cambiano il senso del titolo. Da congiunzione a verbo essere. Ecco Romeo è Giulietta (qui la nostra recensione) che, oltre essere una riuscita commedia (nel senso largo del termine), è anche un'interessante lettura del mestiere dell'arte, e di quanto oggi sia assoggettato a regole di mercato che poco hanno a che fare con la creatività.

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Pilar Fogliati in Rome è Giulietta

Da una parte Vittoria, interpretata da Pilar Fogliati (anche sceneggiatrice), dall'altra Federico Landi Porrini, con il volto di Sergio Castellitto. Un'attrice vs. un regista, e il cambio di prospettiva quando Vittoria si finge uomo per interpretare la parte di Romeo (dopo essere stata respinta per il ruolo di Giulietta). Un duetto formidabile, che abbiamo poi ritrovato durante la nostra video intervista, nella quale Pilar Fogliati, Sergio Castellitto e Giovanni Veronesi hanno affrontato i temi di Romeo è Giulietta. A cominciare da un elemento che viene portato in risalto dal film. Ovvero, il valore della contraddizione.

Romeo è Giulietta: video intervista a Giovanni Veronesi, Pilar Fogliati, Sergio Castellitto

A tal proposito, Pilar Fogliati spiega che "Bisogna andare contro le proprie idee per trovare qualcosa di più bello e di più interessante. Solo così si fanno dei passi avanti". Per Sergio Castellitto, "La contraddizione è una buona base di partenza quando leggo una sceneggiatura, soprattutto se consideriamo la capacità di cambiare opinioni rispetto alle intenzioni iniziali". Anche perché, secondo Giovanni Veronesi, "Le contraddizioni sono stimolanti, e dove c'è contraddizione c'è creatività".

Se di contraddizioni si tratta, Romeo è Giulietta dimostra ancora una volta la bravura di Pilar Fogliati, che gioca proprio con un doppio ruolo, alternando sul palcoscenico due visioni diverse. E ve lo garantiamo, nella parte del ragazzo, è credibilissima, lavorando tanto sulla voce quanto sulle movenze. Ma come ha reagito, la prima volta che si è vista allo specchio, mascherata da ragazzo? "Beh, il mio fidanzato, dopo avergli fatto vedere la foto, mi ha pregato di non fargliela più vedere. Comunque, mi dimenticavo di avere quell'immagine lì. Ed è un sogno ribaltare sul set i generi. Abbiamo fatto un grande lavoro per trovare la misura giusta". Per Giovanni Veronesi, "Quando ho visto le prove trucco, ero convinti fosse stata un bell'uomo. Il lavoro di trucco è stato importante: non abbiamo esagerato, è rimasta donna, ma anche ragazzo".

"La cosa più difficile? Restare se stessi"

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Romeo è Giulietta: Pilar Fogliati e Domenico Diele in una scena

All'inizio di Romeo è Giulietta, Sergio Castellitto è protagonista di un monologo in cui affronta il ruolo dell'artista. L'arte deve spostare le ottiche, e guardare il mondo con i proprio occhi. Quant'è difficile, oggi, spostare le ottiche, in un'epoca di paraocchi? "La cosa più difficile è restare se stessi, e il film parla anche della questione identitaria. Ed è paradossale essere se stessi, ma cercando però l'essenza. È un argomento attuale, ed universale", dice Pilar Fogliati a Movieplayer.it.

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Romeo è Giulietta: Sergio Castellitto in una foto

Per Sergio Castellitto, "Il problema del nostro lavoro, è che si lega anche alla volontà degli altri. Il cinema è poesia che costata tanti soldi, ed è ancora più meritevole quando si mette in scena qualcosa che si vuole raccontare davvero, e non quello che si aspetta poi il pubblico o il mercato". Lavoro, appunto. Il film di Veronesi riflette sulle figure degli attori e dei registi, nonostante "Gli artisti in Italia sono la categoria tratta e peggio e meglio in Italia. Ad alcuni si concede tutto, ad altri niente. Si è tutto e nulla nello stesso momento", dice lo stesso Veronesi. "C'è la tendenza italiana a non prendersi sul serio. Abbiamo una qualità simpatica nel non prenderci sul serio. A volte bisogna essere esaltati, e crederci di più", conclude Pilar.