Roma Fiction Fest 2010: al via la quarta edizione

Steve Dalla Casa, alla presenza degli ospiti Michael Vartan e Marc Wootton, ha dato il via al RFF 2010 del Festival romano dedicato alle produzioni televisive, presentando le novità del ricco programma di quest'anno, con un pensiero alla recente scomparsa di Pietro Taricone, a cui idealmente va dedicata questa edizione.

Si è aperta con la conferenza tenuta da Steve Dalla Casa e dal presidente della Fondazione Rossellini Francesco Gesualdi l'edizione 2010 del Roma Fiction Fest, la quarta della sua breve vita. Un'edizione che non può non essere ricollegata alla recente ed improvvisa scomparsa di Pietro Taricone, che lo stesso Dalla Casa definisce "un amico del Roma Fiction Fest. Un attore che ha dimostrato quanto sia la forza che uno ha dentro ad essere capace di trasformare un personaggio noto in una vera star. E' senza dubbio la persona a cui idealmente, senza atti formali che lui non amava, vorremmo dedicare questa edizione del Roma Fiction Fest. E' un gesto fatto in segno di saluto ad un amico che è stato presente a tutte le edizioni". Per lui è stato organizzato un tributo alla presenza di tutto il cast di Tutti pazzi per amore, di cui l'attore campano ha fatto parte.
Gli organizzatori si sono fatti accompagnare nella presentazione da due dei numerosi ospiti di quest'anno, dal Michael Vartan di Alias - qui per promuovere la nuova serie Hawthorne, in cui recita accanto a Jada Pinkett Smith - a Gabriel Garko, che presenterà Il peccato e la vergogna, all'inglese ed esplosivo Marc Wootton, protagonista di La La Land, unica serie proiettata al festival nella sua interezza, nella quale interpreta tre personaggi diversi tra loro che vanno ad Hollywood a cercare fortuna, mettendoli faccia a faccia con persone reali, sfruttando le sue capacità d'improvvisazione per generare situazioni imbarazzanti.

Una piccola parentesi per il corto La città di Asterix di Leonardo Cinieri Lombroso, vincitore di MyRome, prima edizione del concorso organizzato dalla Camera di Commercio di Roma per raccontare la capitale attraverso piccole storie quotidiane, storia dell'incontro di due culture, tra quattro ragazzi afghani giunti a piedi dal loro paese e Carlotta, una donna romana che riflette sul loro mondo.
Annunciate anche le aggiunte dell'ultim'ora per quanto riguarda gli ospiti, da Ugo Pagliai, al Festival per commentare Il segno del comando, a Claire Danes che presenterà il film TV Temple Grandin.
Inevitabili i ringraziamenti di rito a tutte le figure e gli enti coinvolti, per un RFF 2010 "in cui ci si diverte e si riflette", che si presenta al pubblico con un programma vasto, forse privo dei nomi di primissimo piano della scorsa edizione, ma ricco di novità ed ospiti per tutti i gusti, sul quale spendono parole sia Gesualdi che Dalla Casa.

Francesco Gesualdi: Quest'anno abbiamo messo in piedi un programma sempre più di qualità, capace di catturare l'interesse degli appassionati. Abbiamo consolidato la sezione Industry, dopo il numero zero dello scorso anno, che quest'anno cercherà di lavorare per far conoscere il prodotto italiano, promuovendo incontri tra produttori nostrani ed internazionali per verificare la possibilità di lavorare con maggior intensità nelle co-produzioni. In tempo di crisi come questi, crediamo che sia la miglior risposta ad eventuali tagli, andando a cercare risorse all'esterno per prodotti che abbiano la capacità di superare i confini italiani. Novità di quest'anno, è il Villaggio della fiction, allestito sotto Castel Sant'Angelo, in cui gli appassionati possono incontrare i propri beniamini e curiosare sul dietro le quinte delle produzioni. Qualcosa in più per cercare di unire sempre di più e rendere sempre più popolare il festival, per creare un continuo rapporto tra spettatore appassionato e protagonisti, che è la forza del successo della fiction.
Steve Dalla Casa: Il programma di questa edizione è amplissimo e per metterlo in piedi abbiamo fatto scouting in tutto il mondo, per trovare le cose più significative di ogni paese. E' stato un lavoro di squadra, a cui hanno contribuito in tanti e che riesce anche a mostrare le fiction del prossimo anno, senza trascurare gli investimenti verso il futuro.

Signor Wootton, cosa le ha dato l'esperienza di attore?

Marc Wootton: E' stata un'esperienza interessante, perchè interagivo con persone reali, che mi ha costretto ad improvvisare. Scrivevamo una parte, poi uscivamo per verificare cosa sarebbe accaduto.

Signor Vartan, quali sono le novità del suo medical drama?.
Michael Vartan: Prima di tutto lasciatemi dire che sono onorato di essere qui e che mi dispiace per l'Italia ai Mondiali. Io sono francese, quindi capisco benissimo la situazione italiana, visto che abbiamo condiviso lo stesso dramma. Quanto alla serie, è incentrata su un'infermiera e ci piace pensare che sia diversa da altri concorrenti: mentre di solito i protagonisti sono chirurghi, che hanno potere di dare e togliere la vita, noi vediamo tutto attraverso gli occhi di un'infermiera, di una persona che tiene veramente ai suoi pazienti.

Signor Garko, lei è qui con la fiction che chiuderà il ciclo di anteprime di questa edizione, nella quale interpreta un personaggio cattivissimo. Gabriel Garko: Ho ordini dall'alto di non rivelare niente della fiction prima che sia proiettata, ma posso dire che per quanto sia negativo il mio personaggio, si è trattato di un'esperienza positiva, perchè mi ha fatto capire che i mostri esistono ed uno è quello che ho interpretato.

La fiction è ambientata negli anni delle leggi razziali, prima della Seconda Guerra Mondiale, quindi è un melodramma, ma approfondimento di un periodo storico? Gabriel Garko: Si tratta di un periodo molto triste della nostra storia, visto quello che succedeva. Sul set tutto è stato ricreato in maniera veritiera. Quello che mi ha fatto impressione è come si fosse arrivati al punto in cui la vita umana non valeva più nuilla e bastava dire una parola sbagliata per essere uccisi.

Una domanda per il signor Vartan: che ne pensa delle voci sul reboot di Alias? Michael Vartan: Ne ho sentito parlare e ne sono scioccato, ma non credo sia vero. Si parla di un nuovo cast, ma sinceramente non credo di essere così vecchio, posso ancora intepretare il mio ruolo! Così come gli altri miei colleghi, ma non credo che sia possibile perchè Jennifer fa i suoi film ed è una star, Victor è a New York... Insomma credo sia solo una voce, ma magari ne potranno fare un film.

Una domanda per il per il presidente della fondazione Rossellini: su Repubblica l'assessore Croppi lanciava idea di accorpare il Festival di Roma con quello della fiction, sottolineando il fatto che due eventi dedicati all'audiovisivo nel giro di qualche mese sono troppi. Che ne pensa?

Francesco Gesualdi: Credo che rispetto a queste dichiarazioni dell'assessore al comune di Roma, ci dovrà essere una risposta politica da parte della regione e della provincia, perchè il festival del cinema di Roma vede le tre entità unite nel sostenere l'evento. Non credo ci siano le condizioni per fare un'unica manifestazione, perchè sono due pubblici diversi, ma anche produttori diversi, nonostante si tratti di un confine tenue rispetto al passato. Fermo restando che si tratta di una proposta politica e richiede una risposta politica, io credo che un'idea su come questi festival debbano essere fatti può essere tenuta in considerazione, trovando delle sinergie su alcune parti dell'organizzazione. E' un ragionamento che ha una sua validità e va approfondito insieme al mondo del cinema e della produzione televisiva ed insieme alle istituzioni che sostengono questi eventi.

Signor Vartan: tra Vaughn e il dottor Wakefield, qual è il ruolo nel quale si è immedesimato maggiormente? Michel Vartan: Mi piacciono entrambi per motivi diversi. Il personaggio di Alias portava una pistola ed è stato molto divertente perchè potevo sparare ai cattivi e far finta di essere una spia. Ora che sono invecchiato non posso più fare tanta azione e penso che il nuovo ruolo sia più adatto a me stesso come sono ora.

Se potesse scegliere se lavorare con Jada Pinkett Smith o Jennifer Garner?

Michael Vartan: Il mio sogno sarebbe di lavorare con tutte e due insieme, perchè sono due personaggi carismatici. Spesso mi chiedono come si forma la sintonia su schermo: E' semplicissimo, perchè sono talmente talentuose che mi basta imparare le mie battute e far fare tutto il lavoro a loro.

Nel programma ci sono due film sulla pop music, Lennon Naked e Stones in Exile. Non sarebbe stato possibile portare ospiti del settore al festival? Steve Della Casa: In realtà c'è un'intera sezione Music Files dedicata a questo tipo di produzioni, ma non è facile portare ospiti dell'ambiente. Abbiamo provato prima di tutto con Mick Jagger, ma non è stato possibile.

L'impressione è che la fiction sia calata di contenuto e che quest'anno ci siano ospiti meno popolari, che ne pensa? Steve Della Casa: Vorrei sottolineare una cosa che contrasta con quello che dice, perchè le fiction di quest'anno raccontano temi importanti, da Il sorteggio, a Il peccato e la vergogna e Le ragazze dello swing. Ci sono molti temi che vanno cercati e bisogna saper guardare a fondo. E' sempre stata una caratteristica del grande cinema italiano il raccontare temi importanti in forma di commedia e credo che la fiction stia iniziando ad avere questo ruolo, quindi da questo punto di vista vedo dei segnali incoraggianti.