Era l'ottobre del 2004 quando usciva nelle sale americane il primo capito di Saw - L'enigmista e da allora si sono succeduti ben sette sequel fino all'ultimo Saw 3D uscito come tutti gli altri sempre nel mese di ottobre, ma del 2010. Dietro la macchina da presa di quel geniale thriller horror il ventisettenne James Wan, che insieme allo sceneggiatore suo ex-compagno di studi Leigh Whannell mette in piedi quella che diventerà negli anni a venire la saga horror di maggior successo al botteghino. Sette anni dopo lo ritroviamo in Italia a presentare il suo nuovo film Insidious, una storia di fantasmi vecchio stile che omaggia i grandi classici del brivido e narra la disavventura di una famiglia che si trasferisce in una vecchia villetta di periferia e che si troverà ad affrontare un difficile trauma e cioè la caduta accidentale del loro figlio maggiore con conseguente inspiegabile coma. In concomitanza con questo tragico evento iniziano a verificarsi strani eventi in casa, eventi terrificanti che seguiranno la famiglia anche nella nuova casa. L'intervento di una medium porterà alla luce una verità agghiacciante e quella che era iniziata come una storia di fantasmi si trasformerà in qualcosa di diverso.
Appesi coltelli, motoseghe e trappole al chiodo, Wan abbandona la violenza e il sangue e opta per la suggestione emotiva o per situazioni piene di realismo che potrebbero accadere a tutti. Nel cast del film Rose Byrne e Patrick Wilson, i genitori del piccolo protagonista interpretato da Ty Simpkins mentre la nonna ha il volto di Barbara Hershey. La proiezione di Insidious, presentato come Evento Speciale per il pubblico del Festival Internazionale del Film di Roma 2011, sarà preceduta da una Lezione di Horror che il regista terrà al Festival a partire dalla mezzanotte della Notte delle Streghe, ma il film arriverà in sala a partire da venerdì 28 ottobre distribuito da Filmauro.
Quanto dell'ispirazione per Insidious le è venuta daPoltergeist ? James Wan: Non penso che sia stato quello il film da cui lo sceneggiatore (Leigh Whannell ndr.) abbia preso maggiore ispirazione, una volta sviluppata l'idea della proiezione extra-corporea siamo partiti subito con lo sviluppo della narrazione, ci sono sì moltissimi collegamenti con l'horror anni '50 e '60 da Gli Invasati di Robert Wise fino ad arrivare a Carnival of Souls, un piccolo film cult americano uscito nel 1962 che ha avuto su di me e sulla lavorazione di Insidious una grandissima influenza. Consiglio a tutti gli amanti del genere horror di vederlo.
Però non ci sono dubbi sul fatto che si sia ispirato a Nightmare - Dal profondo della notte di Wes Craven, l'artiglio che ad un certo punto spunta nell'ombra è inconfondibile... James Wan: Considero il primo Nightmare di Wes Craven come uno dei veri capolavori indiscussi del cinema dell'orrore, non potevo non farmi influenzare da uno dei cattivi più cattivi mai visti in un horror, tra l'altro uno di quelli che ha a che fare di più proprio con i bambini.
Quanto è importante credere che le cose che vediamo in Insidious possano accadere veramente ad ognuno di noi? James Wan: Nel cinema, nell'horror in particolare, è sempre molto importante riuscire a creare delle situazioni in cui le persone possano identificarsi, le cose che viviamo tutti noi ogni giorno e che per un motivo qualsiasi diventano improvvisamente strane sono poi quelle che ci fanno più paura. In particolare quando si parla di case stregate, tutti noi viviamo tra le pareti della nostra casa, cerchiamo rifugio in essa e cerchiamo di proteggere i nostri cari in ogni modo. Come fai a difendere qualcuno che ami se non sai cosa effettivamente sta accadendo loro?
Dove avete preso l'ispirazione per tutti questi 'strani' accadimenti? James Wan: Sia io che lo sceneggiatore Leigh Whannell nel corso degli anni abbiamo messo insieme tante piccole storie che riguardavano eventi simili a quelli che vediamo nel film, piccoli incidenti, spaventi, imprevisti accaduti a noi stessi, ai nostri familiari o agli amici ed alla fine abbiamo deciso di farne un film. Sono del parere che affinché una storia possa dare realmente i brividi e fare paura deve essere fondata su una situazione di vita reale. Attraverso questo escamotage abbiamo voluto dare al solito sfruttatissimo filone delle case stregate quel quid in più, rinnovarlo e rimodernarlo.Mr. Bishara, quali sono state le sue fonti di ispirazione in fase di scrittura della musica di Insidious?
Joseph Bishara: Ho scritto le musiche ancor prima di iniziare a girare il film, sono stato coinvolto dall'inizio del progetto e sin da subito insieme a James abbiamo deciso quale doveva essere il tono del film, fissato le scelte strumentali e buttato giù l'idea del quartetto di archi affiancati al piano, strumento che predomina nelle musiche di tutto il film.
Quella di Joseph Bishara, compositore delle musiche del film, nel ruolo del demone è stata una scelta casuale oppure mirata ad una maggiore fusione tra musica e immagini? James Wan: No, mi serviva un attore calvo (ride). In realtà il film ha una grande anima indipendente, era mio a tutti gli effetti e proprio per questo volevo che fosse uno dei miei amici a interpretare il demone, uno che fosse già coinvolto nel progetto, un attore che capisse in fondo il mio desiderio visivo e quello che volevo raccontare con questa storia. Ho pensato che avere lui nel ruolo del cattivo fosse molto importante per il film e che questo suo ulteriore ruolo sarebbe servito anche a lui a capire meglio il contesto. Ero sicuro che avrebbe capito prima di un qualsiasi altro attore il modo in cui muoversi sul set, è stato strano averlo nella parte del cattivo ma anche molto bello.
Il compositore dal canto suo si è ingolosito nel ruolo dell'attore? Le piacerebbe continuare? Joseph Bishara: Credo proprio che continuerò a vestire i panni della creatura se mi verrà ancora proposto da altri registi o sempre da James. Interpretando il ruolo del demone ho capito cosa significhi indossare un costume per tante ore, essere truccato e dipinto e poi recitare e muoverti nello stesso momento in cui pensi alle musiche e prendi appunti sul tuo blocco da musicista.Come si è sentito nel ruolo del cattivo? Joseph Bishara: So soltanto che ho trovato oltremodo divertente terrorizzare quel ragazzino, farlo piangere mi ha divertito molto, essere sul set del film (ride), questa opportunità che James mi ha dato una prospettiva diversa, era come se mi sdoppiassi ad un certo punto, ho raggiunto un livello di coinvolgimento assai più profondo. Io e James condividiamo più o meno le stesse fonti di ispirazione, ci piacciono gli stessi film e gli stessi generi, anche io sono un grande fan dell'horror e vorrei continuare a scrivere musiche per i film, è una cosa che ho molto amato.
Quanto è importante per James Wan il sound design in un film? A giudicare dall'efficacia della colonna sonora e del suono di Insidious e Saw moltissimo... James Wan: E' uno degli aspetti fondamentali nella realizzazione di un film dell'orrore in particolare, ma anche in altri generi. Prendete ad esempio Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair, non vedi nulla di terrorizzante nel film ma è quello che senti a farti venire il cuore in gola, e questo accade soprattutto per i film low-budget. E' stato recentemente fatto uno studio psicologico sulle persone che vanno al cinema a vedere i film horror, quando la gente ha paura la prima cosa che fa è tapparsi le orecchie non gli occhi. Questo perchè il suono evoca molto più disturbo e paura a livelo emotivo, quel che si riesce a mostrare a livello di immagini non riesce mai ad essere così forte e spaventoso quanto ciò che puoi evocare con un suono o una musica. Lo ammetto, è uno degli 'arnesi' che uso di più nel mio mestiere di cineasta.
Tra i produttori del film c'è anche Oren Peli , regista di Paranormal Activity. Che rapporto avete? Cosa ne pensa della saga di Paranormal Activity? James Wan: Oren con Paranormal Activity ha raggiunto un livello successivo a quello di The Blair Witch Project, anche perché credo che questo modo fintamente amatoriale di raccontare con una specie di home video delle storie molto spaventose sia oggi il più grosso strumento che hanno in mano i giovani registi di genere. E' uno stile che riesce a proiettare lo spettatore istantaneamente nelle situazioni in cui si trovano i protagonisti, una cosa che non accade sempre nei film tradizionali. Personalmente sono un grande fan della saga di Paranormal Activity, ma se c'è da attribuire il merito di aver inventato questo filone questo va a Ruggero Deodato, regista di Cannibal Holocaust.Conosce l'horror italiano? James Wan: Sono un grande amante del cinema italiano in generale, dello spaghetti western in particolare, e poi ovviamente adoro l'horror made-in-Italy, su tutti Dario Argento, che mi ha molto ispirato durante le riprese di Saw, Mario Bava e Lucio Fulci. Quello che amo in particolare dei registi italiani è il loro modo di raccontare le storie, riescono a rendere sempre nuove e originali anche storie già ampiamente inflazionate.
Ci sarà un sequel anche di Insidious come è avvenuto per Saw? James Wan: Credo che il finale del film sia quello giusto, credo che il genere richiedesse tutto fuorchè un happy end. Non guardo mai alle storie raccontate nei film come a un qualcosa che debba avere per forza un seguito tanto meno quando sono io a dirigerlo, non sarei in grado di pensare un film e allo stesso momento proiettarmi in un sequel. Quando dirigi un film horror il tuo obiettivo principale far uscire il pubblico dalla sala con i brividi e fare in modo che tutti si portino a casa una sensazione di paura, un brivido che rimanga attaccato addosso. Ripensando al finale di Saw per esempio, a mio avviso era il finale giusto quello della porta che si chiude, poi visti gli incassi i produttori l'hanno voluta riaprire ma io non avevo scritto film in funzione di uno strascico.
Il suo modo di vedere l'altro mondo, l'aldilà, pieno di pupazzi, marionette e bambole ci ha fatto tornare in mente Jigsaw, da dove viene questa sua ossessione per i giocattoli? James Wan: Questi oggetti, proprio come accade per i bambini, rappresentano qualcosa di bello e puro che tendenzialmente non dovrebbe far paura, e quando vengono 'usati' nei film dell'orrore c'è un grande contrasto tra bene e male e spaventano di più proprio per questo. Chi di noi non ha mai pensato che avessero un'anima? Magari è proprio nel momento in cui non li guardiamo che si animano. Poi esistono anche delle versioni non horror di questo concetto, ed è così che nascono capolavori come Toy Story...