Ci sono detective televisivi che oramai sono un tutt'uno con i propri interpreti, ed è difficile coglierne la differenza per quanto abbiano donato ai propri personaggi, o immaginare qualcun altro che avrebbe potuto portarli in scena. Dopo il Montalbano di Zingaretti, sicuramente Rocco Schiavone fa rima solo e solamente con Marco Giallini.
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Un vicequestore trasferito ad Aosta per motivi disciplinari che vuole scoprire la verità sulla morte della moglie, che gli appare ancora in sogno e in alcune visioni, e che col suo fare burbero e anticonformista, sempre al limite della legge, si è distinto nel panorama delle serie poliziesche italiane. Non a caso, a co-produrre, è ancora una volta Cross Productions.
Rocco Schiavone in trasferta nella sesta stagione
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C'è una novità per il protagonista nato nei romanzi di Antonio Manzini, che firma ancora una volta la co-sceneggiatura delle quattro puntate, dal 19 febbraio su Rai2 e interamente disponibile su RaiPlay. In questo le puntate si basano sui libri Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Sud America? e Le ossa parlano, particolarmente cruento, e su un racconto inedito scritto appositamente per la serie tv.
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Al centro una novità. Il doppio viaggio che compirà il personaggio nel corso degli episodi: prima a Roma per testimoniare ad un processo che potrebbe fargli chiudere definitivamente le questioni irrisolte col passato - ovvero la morte della moglie Marina, ancora una volta interpretata da Miriam Dalmazio dopo il precedente cambio di cast. Si tratta del processo contro Mastrodomenico, il dirigente degli Interni implicato nella morte di Baiocchi, che riporta a galla il doppio gioco dell'ispettrice Rispoli, di cui inizialmente si fidava. Rivedrà molte persone dopo lungo tempo in quell'aula. Sta anche per vendere la casa in cui hanno abitato nella capitale. La seconda indagine lo farà rivivere quei climi e quelle atmosfere che quasi aveva dimenticato, facendolo riflettere su quale sia la sua nuova casa.
Tutti in Argentina nella serie Rai2
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Ma sarà un'altra ricerca, più personale, a mettere ancora più alla prova Rocco Schiavone. Il vicequestore insieme agli amici di sempre, Brizio (Tullio Sorrentino) e Furio (Mirko Frezza), volerà infatti oltreoceano, a Buenos Aires, per ritrovare l'amico fuggito Sebastiano (Francesco Acquaroli) ora che hanno scoperto li ha traditi causando la morte di Marina. Un'altra occasione per Rocco per riflettere sulla propria maturità raggiunta, all'oscurità interiore che forse si fa un po' più diradata. Senza dimenticare i propri metodi al limite della legge, le canne, la lavagna con le rotture di scatole, e la new entry nella sua vita, il cane Lupa a mantenere la sua romanità verace. I casi della stagione riguarderanno anche un bambino, finendo per parlare di possibile pedofilia tra le tematiche affrontate.
La storyline di Italo Pierron
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C'è una storia parallela a quella di Schiavone che troverà compimento in questa stagione e che vede l'ennesimo cambio di cast a cui hanno assistito gli spettatori nella fiction. Italo Pierron è interpretato da Paolo Bernardini e non più da Ernesto D'Argenio per impegni di set di quest'ultimo, ma sarà anche l'ultima volta che vedremo l'agente valdostano. Del resto, la dipendenza sempre più crescente dal gioco d'azzardo, che lo fa trascurare sempre più il lavoro (così inizia la stagione) ed essere irascibile ed intrattabile coi propri colleghi, lo porterà in un baratro da cui sarà difficile uscire, trasformandosi da vittima a carnefice. Purtroppo, a parte lui, continuano a vivere tutti all'ombra di Rocco, diventando quasi macchiettistici, compresi alcuni personaggi femminili e nonostante il ritorno in auge della viceispettrice interpretata da Claudia Vismara.
Conclusioni
Rocco Schiavone si fa internazionale. Potremmo riassumere così la sesta stagione con protagonista il vicequestore più borderline della tv. Al carisma respingente oramai rodato del protagonista interpretato da Marco Giallini si aggiunge la storia speculare dedicata ad Italo Pierron (gli spettatori dovranno fare pace con un cambio di interprete) e la doppia trasferta del personaggio titolare prima nella capitale e poi in Argentina, alla ricerca di un amico perduto. Forse l’occasione per non vivere più costantemente nel passato e andare finalmente avanti.
Perché ci piace
- Marco Giallini e Rocco Schiavone, oramai un tutt’uno.
- Le nuove location e il contrasto visivo e narrativo con Roma e Buenos Aires.
- La maturità del personaggio e la sua voglia di ricominciare per davvero.
- La storia di Italo Pierron…
Cosa non va
- …che però deve affrontare un cambio di cast.
- Gli altri personaggi, quasi tutti dimenticati in favore dell’ingombrante protagonista.
- I personaggi femminili, meno sviluppati in questo ciclo.