Da sempre le sue frequentazioni abituali sono Silver Surfer, Dottor Strange, Sub Mariner, Ghost Rider e Batman. Nato come scrittore di fumetti e arrivato al cinema grazie al ritorno del supereroe sul grande schermo, lo sceneggiatore David S. Goyer deve però gran parte delle sue soddisfazioni professionali alla rivisitazione moderna di Christopher Nolan del misterioso Bruce Wayne. Indubbiamente, l'aver collaborato al soggetto di Batman Begins e Il cavaliere oscuro - Il ritorno, deve aver consolato lo sceneggiatore de Il Corvo 2, Blade e Jumper - Senza confini del non pienamente riuscito esperimento televisivo FlashForward, basato sul romanzo fantascientifico di Robert J. Sawyer. Oggi, a due anni dalla cancellazione ufficiale del progetto da parte della ABC dopo solo una stagione, Goyer arriva al RomaFictionFest per dimostrare di essersi ripreso dalla delusione tentando una nuova avventura a puntate. Così, in attesa di ammirare sul grande schermo il suo L'Uomo d'acciaio, reboot dedicato al personaggio di Superman prodotto da Nolan e diretto da Zack Snyder (300, Watchmen), accompagna Da Vinci's Demons, serie di cui firma la sceneggiatura focalizzando la sua attenzione sugli anni giovanili del geniale artista italiano impegnato a vedere e costruire il futuro attraverso una personalità passionale e idealista. Primo esperimento della collaborazione tra il network Starz e la BBC Worldwide, entrambe unite in nella produzione, il progetto verrà mandato in onda in otto puntate sul canale Fox orientativamente ad aprile del 2013.
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La serie è frutto di una collaborazione tra la BBC Worldwide e Starz ed ha una ambientazione ovviamente italiana. Perché avete deciso di girare tutto in Inghilterra? David Goyer: Prima di iniziare le riprese abbiamo esaminato diversi luoghi. Uno dei produttori esecutivi, però, aveva molti contatti in Galles dove è stato incredibilmente semplice ottenere tutti i permessi. In quella regione ci sono una serie di castelli e il governo ci ha offerto completa libertà oltre ad una serie di incentivi fiscali che hanno reso l'operazione più attraente. Non nego che mi sarebbe piaciuto organizzare le riprese direttamente a Firenze, ma a causa della burocrazia avremmo avuto tempi molto lunghi. In compenso abbiamo passato dieci giorni in città per ottenere almeno le immagini degli esterni. Abbiamo avuto la possibilità di girare nel Duomo e nei luoghi dove ancora si sente il passaggio della famiglia Medici. E' stata un'esperienza incredibile che ha rafforzato il mio desiderio di portare la seconda serie direttamente sul territorio italiano.
Oltre l'incredibile genialità, quali tratti caratteriali di Leonardo ha deciso di utilizzare per caratterizzare il personaggio? David Goyer: Credo di essere rimasto colpito dalla sua natura controversa. Dal mio punto di vista ci troviamo di fronte ad un uomo affetto da bipolarità, tendenzialmente inaffidabile e autodistruttivo. Penso che, in realtà, fosse molto più interessato ad essere uno scienziato che un artista. Dai suoi diari, inoltre, è possibile scoprire quanto lui odiasse il padre. Era un figlio illegittimo che per tutta la vita non ha desiderato altro che essere riconosciuto. In fin dei conti è stato il peggior nemico di se stesso.
Se dovesse paragonare Leonardo ad uno dei suoi supereroi a chi penserebbe? David Goyer: Sicuramente Tony Stark. Come lui Leonardo beve troppo e si presuppone che abbia fatto uso di oppio. D'altronde molte personalità geniali hanno avuto dei demoni con il quale convivere per il resto della loro vita.
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Come avete scelto il cast composto essenzialmente da attori ancora non conosciuti al grande pubblico? David Goyer: Abbiamo fatto una selezione lunghissima per scoprire il protagonista perfetto per interpretare Leonardo. Il problema era che Da Vinci doveva essere la vera star e per questo non volevamo un volto conosciuto. Credo che Tom Riley sia un interprete straordinario e gli do tempo sei mesi per diventare una star. Per quanto riguarda il resto del cast sono tutti europei. L'unico americano sono io.
Vista la partecipazione di Starz ci possiamo aspettare una fiction dai contenuti forti, dove domina il sesso e la violenza? David Goyer: Non credo che si possa considerare esattamente così. Quando la produzione mi ha contattato sapeva perfettamente che tipo di lavoro svolgessi e mi hanno chiesto lo stesso approccio che ho avuto con Batman e Superman. Quindi ci sarà avventura, mistero, mitologia e soprannaturale con riferimenti al mito dei Figli di Mitra. In alcune scene non si capirà dove finisce la scienza e inizia la fantascienza.
Lei e Christopher Nolan avete creato con Batman l'immagine di un supereroe più realistico. Anche con Leonardo ha applicato lo stesso schema? David Goyer: Quello che amo è portare sullo schermo la fantascienza e renderla il più possibile naturalistica. Il mondo che abita, ad esempio, sappiamo perfettamente che non esiste, eppure sembra reale. Per Da Vinci's Demon ho voluto utilizzare lo stesso principio con cui ho voluto ricreare una ricostruzione storica dalle forme fantastiche.
Lei ha vissuto un'esperienza non particolarmente positiva con un altro progetto televisivo. Si trattava di FlashForward che, dopo solo una stagione, è stato cancellato dalla programmazione della ABC. Cosa è accaduto nello specifico? David Goyer: E' una storia lunga che ho spiegato con chiarezza sulle pagine del mio sito. La sostanza è che il primo episodio è stato girato esattamente come avevo progettato, in seguito però ci sono state sempre più interferenze artistiche che mi hanno portato ad abbandonare il progetto. A quel punto lo show è morto e mi è molto dispiaciuto. Poi sono intervenuti altri autori e il progetto è cambiato. Per quanto riguarda la lavorazione di Da Vinci's Demons, invece, sono felice di dichiarare di non aver avuto nessuna pressione da parte della BBC.
Cosa apprezza dell'attuale panorama televisivo? David Goyer: Mi piace molto la televisione e credo stia facendo dei notevoli passi in avanti per quanto riguarda la qualità delle sue produzioni. Basta guardare a show come Sherlock e Luther per comprendere il valore artistico di questi prodotti. Inoltre, credo che il futuro del piccolo schermo sia soprattutto nelle coproduzioni internazionali, capaci di creare creature appetibili per un numero sempre più ampio di spettatori.