Perfetta Illusione, la recensione: la scommessa dell'ambizione

La recensione di Perfetta Illusione, film di Pappi Corsicato dove la scommessa dell'ambizione porta alla perdita dell'amore dell'essere umano.

Perfetta Illusione, la recensione: la scommessa dell'ambizione

La vita è un po' come una partita a poker. Ogni giorno è una giocata al banco; punti sul numero vincente, la pallina gira, la osservi, rischiando tutto e sperando in un all-in, ogni giorno tutti i giorni. Gli errori sono sfidanti invadenti, le menzogne sono carte dal valore misero su cui bluffare. Con la poker face tipica di chi tenta di disorientare, si affrontano famigliari, cari, amanti e tradimenti a testa alta, dribblando la sfortuna, ingannando la verità.

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Perfetta Illusione: una sequenza

Ma capita che il banco vince, e tutto si perda. Ogni tentativo di sopravvivere in equilibrio tra bugie e carezze, duplici vite e doppi cuori da sfamare, alimentandoli di tradimenti e menzogne, crolla come una casa di carta, e tutto si tramuta in una partita da rifare, partendo da zero, partendo da perdente. Come sottolineeremo in questa recensione di Perfetta illusione, il film di Pappi Corsicato (presentato allo scorso Torino Film Festival e distribuito da EuroPictures) è una pallina che gira su una roulette della vita, incasellandosi tra numeri vincenti e deterioranti. Perfetta rappresentazione della corsa al successo e a una realizzazione personale frenata da pregiudizi e incomprensioni, quella del protagonista si tramuta in un'illusione sdoppiata, un battito di vita perfettamente completatasi nello spazio di una pacca su una spalla, o di un tradimento. La doppia vita di Toni si fa doppia possibilità di vincita dinnanzi a un banco pronto a chiedere il conto al primo passo falso, tranciando quella bolla illusoria di una perfezione solo sfiorata e forse mai vinta.

Perfetta Illusione: la trama

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Perfetta Illusione: una scena del film

Toni e Paola sono una giovane coppia sposata che vive a Milano e coltiva ambizioni borghesi di successo. Ma Toni compie un gesto istintivo e inspiegabile e viene licenziato in tronco dalla Spa dietro denuncia della giovane cliente Chiara. Sarà proprio la ragazza, però, a fornire un piano B al giovane uomo: piano che peraltro era sempre stato per Toni il piano A. Aspirante pittore, Toni aveva infatti accantonato le sue speranze per seguire le aspirazioni più concrete della moglie, la quale considera i suoi lavori "da buttare". E fra i due coniugi è l'inizio di una doppia vita basata su una sequela di bugie.

La puntata sul numero "tre"

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Perfetta Illusione: un'immagine

È una cinepresa che si fa perfetto contrappunto e fedele traduzione visiva dei turbamenti che sconvolgono le anime dei suoi protagonisti, quella di Pappi Corsicato. Prendendo spunto dagli insegnamenti impartitigli dalle opere di Pedro Almodóvar, il regista tesse con la forza del proprio obiettivo un'opera umana, perché costruita sull'imperfezione, l'insicurezza e la fragilità caratterizzante ogni uomo e ogni donna sulla faccia della Terra. La scelta delle lenti non è mai casuale, ma finalizzata alla totale riproposizione di umori in tempesta, ed esistenze parallele pronte a cadere sul filo della menzogna. Quello di Corsicato è pertanto un costrutto registico mai casuale, ma sempre coerente alla portata delle emozioni da trainare, e le illusioni da fabbricare. Un gioco che tenta di portare aria fresca al genere sentimentale di stampo italiano, finendo però di spingere lo spettatore a riflettere su un tema del tutto divergente come la sete di successo e la voglia di ambizione.

La scommessa dell'ambizione

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Perfetta Illusione: una scena

Viviamo in un momento storico in cui le ali di giovani sognatori vengono spesso spezzate sul nascere; i desideri rimangono sospesi a vagare in un limbo continuo tra l'essere e il divenire, il possibile e il realizzabile. Famelici di speranze e desiderosi di successo, i giovani cercano un appiglio a cui aggrapparsi, una fune da tirare nella speranza di sentire il tocco di una mano sulla spalla, e un "complimenti" tra le labbra socchiuse. Nel baratto della vita, per Toni l'ambizione si fa un peso da scambiare facilmente con quello della fedeltà e dell'amore, tra tanti dubbi e pochi risentimenti. In Chiara l'uomo ritrova la sua ancora di salvezza, il sole verso cui dirigersi per brillare e realizzarsi come uomo e come artista. Ma volare troppo vicino a quell'aura così innocente e così giovane, significa anche rischiare di bruciarsi le ali, e quelle di Toni sono piume fragili, sensibili al calore, pronte a sciogliersi per il peso di una fiamma ambiziosa, e una tradimento sull'orlo dell'esplosione.

Donne vincenti su uomini sognatori

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Perfetta Illusione: un momento del film

È una partita a tre sul tavolo della vita, Perfetta illusione. Le regine di cuori si fanno dame sanguinarie e vendicatrici, mentre il re di quadri si trasforma in un asso di picche, giullare senza valore vittima della sua stessa rete di inganni e manipolazioni. Un quadro complesso restituito in termini interpretativi da attori dai tratti abbastanza convincenti e performance in linea con i contorni stabiliti dai propri personaggi sulla carta. Ma ancora una volta sono le due protagoniste, così simili, eppure così diverse, a catturare lo sguardo dello spettatore, donando all'opera un senso di illusoria verosimiglianza. La Paola di Margherita Vicario è una Lady Macbeth fattasi commessa contemporanea. Tradita, illusa, ma non piegata dal peso delle menzogne del marito, cerca di strappare la propria quota di salvezza da una nave in pieno affondamento. Allo stesso tempo, la Chiara di Carolina Sala, espande quell'aspetto angelico a un carattere innocente, sognatore, disposto a tutto pur di sostenere il talento di quel ragazzo tanto amato, eppure pieno di misteri. Ed è proprio Giuseppe Maggio l'anello più debole di questa catena di montaggio dominata dal potere delle donne. Sebbene capace di restituire le basi caratteriali del proprio Toni, l'attore non riesce ad andare oltre la sua superficie umana; la profondità della sua psiche non viene mai approfondita, indagata. Una lacuna originata dagli spazi della sceneggiatura e rispondente a una volontà di lasciare il protagonista al suo stato bidimensionale, anima in balia degli eventi e della portata di decisioni ed emozioni più grandi di lui.

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Perfetta Illusione: un'inquadratura del film

Ed è proprio dallo scarto di un apparato registico, visivo e interpretativo di alto livello e cura formale, e quello narrativo impostato su una certa prevedibilità a bloccare lo sviluppo perfetto di questa illusione magistrale. Fermenta una potenziale narrativo nel sottosuolo di Perfetta Illusione mai veramente e totalmente sfruttato. Un disequilibrio che proviene da una sceneggiatura poco mordace e coraggiosa, controbilanciata da una regia predominante e uno spettro attoriale talentuoso, ma a volte poco spronato a colmare certe lacune narrative. E così la puntata di Perfetta Illusione rimane sospesa, tra la vittoria e la perdita, la soddisfazione e la delusione, in un continuo mischiare di carte bianche senza punteggi.

Conclusioni

Concludiamo questa nostra recensione di Perfetta Illusione sottolineando come il film di Pappi Corsicato si traduca in una perfetta rappresentazione metaforica della vita nelle vesti di una partita a poker giocata contro la forza dell'ambizione. Eppure, la doppia esistenza costruita da Toni, per quanto intessuta su una cura formale di estrema eleganza dal punto di vista visivo e registico, non riesce a trovare una giusta controparte in quella narrativa, bloccata tra passaggi forzati e altri un po' prevedibili.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • La regia elegante di Pappi Corsicato.
  • La performance delle due attrici protagoniste.
  • La fotografia naturale e mai intrusiva.

Cosa non va

  • La sceneggiatura poco mordace.
  • Il personaggio di Toni livellato solo allo strato superficiale.